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Il rozzo Sarri fregato da quella volpe di Mancini. Un Faraone alla Roma per le mummie giallorosse

condividi su facebook condividi su twitter 22-01-2016

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Il rozzo Sarri fregato da quella volpe di Mancini. Un Faraone alla Roma per le mummie giallorosse

TESTE DI CALCIO - Avviso ai naviganti: tutto quello che è scritto qui è frutto dell'incoscienza di una rubrica priva di freni inibitori. Non prendere il tutto troppo seriamente (e, perchè no, distendi la bocca in un sorriso).

La lite tra Sarri e Mancini, oltre ad avermi fatto ridere a crepapelle, mi ha fatto riflettere. Subito l'opinione pubblica si è spaccata in due come le acque di Mosè. Ci sono i pro-Sarri, seguaci del dogma del "quello che succede in campo, rimane in campo" che è la stessa frase che riportano sulle magliette quei simpaticoni degli animatori ai villaggi turistici per invogliare i clienti a una ricca sbronza. Ci sono poi i pro-Mancini, tenaci paladini del politicamente corretto moraleggiante  "Bisogna combattere l'omertà e combattere apertamente il razzismo e l'omofobia". Ad aggiungersi nel pubblico teatrino c'è anche lo "spettacolo" della Giustizia Sportiva, secondo cui gli insulti di Sarri non si possono etichettare come omofobi perché "Mancini è notoriamente eterosessuale". Dopo tutto questo, non servirebbe alcun commento per farsi una risata come se non ci fosse un domani.

 

(Nella foto: "Signor Mancini, la smetta per favore di importunare l'assistente arbitrale" questo sembra dire il tecnico del Napoli)

La conclusione io la vedo così: la vera punizione per Sarri non sarà la squalifica, poco importa se è stata di due partite invece di quattro mesi, ma la figuraccia che ha fatto davanti a tutti in mondovisione. La sua più che omofobia e rozzezza. Se in mezzo al traffico, un automobilista in collera ti urla "Frocio" perché non sei partito appena è scattato il verde, con il braccio di fuori e gli occhiali da sole riflettenti, io penso che sia un coatto più che un razzista. Rimane un grande allenatore, per carità. Il self-control e l'eleganza però non dimorano a casa sua.

Quanto a Mancini, non penso che abbia fatto male a "fare la spia" alla "maestra" televisione, visto che ad essere espulso è stato anche lui. Di certo però il Mancio lo ha fatto anche per convenienza, come arma per sconfiggere, dopo che sul campo, anche mediaticamente il tecnico azzurro.

Questo caso, indiscutibilmente il fatto della settimana, ha oscurato per un po' persino il calciomercato e l'attenzione sulle altre squadre. El Shaarawy alla Roma? Bene. Serve proprio un faraone per risvegliare quelle mummie che sono i giocatori giallorossi in campo.

Spalletti, almeno in questi giorni, può lavorare tranquillamente per preparare la sfida con la Juve. I giallorossi saranno agnelli sacrificali sull'ara dei cannibali juventini? L'impressione è quella. A Spalletti e ai suoi ragazzi il compito di smentire il pronostico.  

Fonte: Eduardo Barone per Insideroma.com

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