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EDDIE CHEEVER III, talento e passione. "Alonso il mio modello, sogno la Ferrari e tifo Roma da sempre"

condividi su facebook condividi su twitter Di: Francesca Ceci 08-10-2014 - Ore 16:00

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EDDIE CHEEVER III, talento e passione.

Con un cognome cosi non potevano esserci le auto nel destino di Eddie.  Nato a Roma, classe 1993, Eddie fa parte di una dinastia da corsa. Il papà Eddie Cheever jr ha militato per 11 stagioni in F1 disputando 132 gran premi, prima di varcare l’oceano per andare a correre negli Stati Uniti, dove ha conquistato il campionato IndyCar e la prestigiosissima 500 miglia di Indianapolis. La passione e il talento del padre si sono riversati sul figlio e così,suo padre, famoso pilota di Formula 1, era soprannominato L'Americano de Roma.

Ma Eddie ha gia' dimostrato di non essere solo un figlio d'arte. Il suo talento ha fatto la differenza e lui , reduce dal successo nelle semifinali della NASCAR WHELEN EURO SERIES a Magione , e' proiettato alla finale di Les Mans, il prossimo 11 e 12 ottobre. 

Noi di Insideroma lo abbiamo intervistato a pochi giorni dalla gara e lui si e' raccontato, svelandoci anche di essere da sempre un tifoso della Roma.

In bocca al lupo Eddie! 

Eddie, i playoffs della NASCAR Whelen Euro Series non potevano iniziare meglio. Partiamo dalla bella vittoria di Magione: mi racconti quell’emozione?

Un’emozione straordinaria, quando tutto gira per il verso giusto, macchina, team e pilota assapori veramente una vittoria e la condividi insieme alle persone che tifano per te, che lavorano ogni giorno con te per ottenere i risultati, e che ti supportano per tutta la stagione, come il mio sponsor Tender Capital. Il fatto di vincere in casa poi ti da una carica favolosa per le prossime gare.

Sei giovanissimo, ma sei già considerato un talento  dell’automobilismo in Italia e nel mondo. Seppur al debutto hai dato del filo da torcere ai migliori interpreti della serie europea NASCAR. Essere considerato un talento è più un peso oppure uno stimolo a fare meglio?

Decisamente uno stimolo. La NASCAR è un campionato particolare e per emergere il talento da solo non basta. Ci vuole tanto lavoro e costanza di risultati, se non sei concentrato basta una frazione di secondo per buttare via una gara, e ognuna delle gare della stagione rappresenta un’occasione di crescita da sfruttare al massimo.

Il legame della famiglia Cheever con il Bel Paese ha origini antichissime…

Mio nonno portò mio padre a all’autodromo di Monza a soli 8 anni e lui iniziò a girare con i Kart pochi anni dopo. Si può dire che il legame con tra la famiglia Cheever e l’Italia è esattamente uguale al legame che c’è tra L’Italia e i motori.

Tuo padre, famoso pilota di Formula 1, era soprannominato "L'americano de Roma". Parlate mai di quando da Phoenix si trasferì a Roma?

Non molto, mio padre si trasferì in Italia molto piccolo, per cui non ha tanti ricordi della sua infanzia Americana. Roma è diventata casa, mio padre con il tempo è entrato a far parte del cosiddetto gruppo “Dei Romani”, piloti della capitale che in quel periodo andavano molto forte e gareggiavano in Formula 1 ( De Angelis, Giunti, De Cesaris) . Successivamente, è tornato in America per terminare la sua carriera, diciamo da dove era partito.

Con un cognome così, destino già scritto il tuo. Una storia che si ripete insomma, tu però hai dimostrato di non essere solo un figlio d’arte, ma di saper andare forte.

Molto spesso i cosiddetti “figli d’arte” incontrano difficoltà se vogliono ripercorrere le orme dei propri genitori, soprattutto perché vengono sottoposti ad un costante paragone, e molte volte questo può generare una pressione importante la quale spesso impedisce ai figli di esprimersi con serenità. Da parte mia sono stato molto fortunato, la mia famiglia non mi ha mai imposto nulla e mi ha lasciato libero di fare le mie scelte. Io amo il mondo delle auto da corsa e mi dedico giorno per giorno alla mia crescita come pilota. Dove arriverò al momento non mi è dato sapere.

Ho letto che hai dichiarato che il tuo modello è Fernando Alonso. Confermi?

Confermo.. Fernando Alonso rappresenta tutto quello che un grande pilota deve essere. E’ aggressivo ma mai scorretto, è determinato e riesce sempre ad ottenere il 100% dalla macchina che guida e dalla gara che sta correndo. Il suo non mollare mai e crederci sempre fino alla fine è una vera ispirazione.

Se ti dico Ferrari, cosa mi rispondi?

Ogni Pilota vede la Ferrari come un riferimento, rappresenta il massimo, l’eccellenza automobilistica di questo paese. Ho avuto la fortuna di fare un’esperienza con loro, ho imparato molto ed è stata un’occasione per mettermi alla prova. In questo momento però ho scelto di correre con le stock car, un’esperienza diversa ma assolutamente stimolante. Del futuro non c’è dato sapere, magari un giorno chissà le nostre strade si rincroceranno, fino ad allora auguro al Cavallino tutto il meglio e che ritorni ai livelli che ci ha abituato per anni.

Prossima tappa: l’11 e 12 ottobre  l’ultimo round del campionato, le Finali di Le Mans. Come arrivi a questo appuntamento?

Veramente carico! Dopo un po’ di sfortuna in alcune gare che mi hanno tenuto lontano dalla testa della classifica, con la vittoria a Magione mi sono riavvicinato, ora siamo tanti piloti in lotta per il titolo, i giochi sono ancora tutti aperti. Io spingerò al massimo cercando di impormi, senza fare calcoli.

Eddie, l’ultima domanda non è sull’automobilismo ma sul calcio: sei tifoso di qualche squadra?  

Sono cresciuto a Roma e sono Romanista da sempre. Seguo le partite ogni volta che posso, quest’anno poi siamo veramente forti e vedere giocare la Roma è veramente un piacere per chi ama il calcio.

Fonte: Insideroma.com

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