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Abodi: "Esagerati gli attacchi all'arbitro Rocchi"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 08-10-2014 - Ore 16:06

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Abodi:

«Il mio giudizio sull'arbitraggio non è relativo agli episodi ma alla conduzione generale: l'interpretazione della partita è stata discutibile, ma nei confronti di Rocchi si è esagerato». Andrea Abodi, presidente della Lega di Serie B, giudica così la prestazione di Gianluca Rocchi, l'arbitro finito nella bufera per le decisioni adottate domenica sera nel big match Juventus-Roma. «Si è assistito ad attacchi al limite, non dobbiamo pensare che non ci sia un collegamento tra quello che accade in un grande stadio e quello che succede su un campo di periferia, dove non c'è attenzione mediatica», dice Abodi ai microfoni di 'Tutti convocatì su Radio24. Negli ultimi giorni è tornato alla ribalta il tema relativo all'introduzione della tecnologia come supporto dei direttori di gara. «L'arbitro deve rimanere al centro della situazione perché è il custode delle regole, ma deve essere in grado di competere con la visione del calcio a disposizione oggi dei telespettatori», dice Abodi. «Bisogna accorciare le distanze tra ciò che vede l'arbitro e ciò che vede la gente. Il primo passo deve essere il miglioramento della collaborazione umana in campo, ci vuole rispetto sul terreno di gioco: i capitani sono i soggetti che possono interloquire, gli allenatori non devono fare gli showmen», aggiunge.  Le istituzioni calcistiche, afferma il numero 1 della Lega di Serie B, «devono parlare: io sono a favore del confronto con gli arbitri, come categoria, che devono iniziare una fase di disgelo. Non vanno percepiti come una categoria che si difende rimanendo in una torre d'avorio. Bisogna fornire spiegazioni al pubblico, senza lasciare che siano i narratori a farlo». «Prima che un arbitro parli, comunque, tutti noi dobbiamo mostrare una maturità indispensabile. Rocchi, domenica sera, è stato lasciato un pò solo rispetto ai giudizi, in alcuni casi sommari», evidenzia prima di soffermarsi sul ruolo dei media in un contesto spesso rovente come quello del calcio italiano. «Sono d'accordo con quelli che attribuiscono una certa responsabilità agli operatori dell'informazione. Mi rimane difficile immaginare il giornalista tifoso, che pure esiste nel nostro paese. Se chi deve raccontare calcio indossa una maglia, poi è normale dividersi tra Guelfi e Ghibellini»,

Fonte: AdnKronos

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