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ANCELOTTI: "La Nazionale resta un sogno"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 27-05-2014 - Ore 18:20

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ANCELOTTI:

Dalla Champions al Premio Enzo Bearzot. Alla prima uscita italiana dopo la vittoria della 'Decimà con il suo Real Madrid, Carlo Ancelotti si presenta a Roma da star. «È la prima volta che vengo al Coni, questa sala è già un'emozione. E mi fa tremare le gambe più che allo stadio di Lisbona», dice l'allenatore di Reggiolo, vincitore del premio intitolato dall'UsAcli all'ex ct e assegnato, nelle edizioni precedenti, a Prandelli, Mazzarri e Montella. Per 'Carletto nazionalè solo elogi. «La vittoria della Champions vale quanto una medaglia d'oro alle Olimpiadi - osa il presidente del Coni, Giovanni Malagò-. Viva Carlo Ancelotti, un testimonial in positivo che riesce a coniugare i valori di una vittoria con quei valori del sociale di cui abbiamo veramente bisogno». «È una figura così equilibrata, compassata, seria e competente - rileva Marco Galdiolo, presidente UsAcli -.

Un esempio che genera un'alleanza tra lo sport di vertice e quello di base come il nostro». «Sabato ero a Lisbona - aggiunge il presidente Figc, Giancarlo Abete -una giornata che premia una persona di grande qualità personale e un grandissimo stile comportamentale. Un esempio per tutto il mondo del calcio e dello sport». Dal n.1 federale, quindi, un auspicio che si colora d'azzurro: «Sono sicuro che vincerà anche dopo il Real Madrid». Magari proprio con l'Italia. «È sempre un traguardo pensare di allenare la nazionale proprio Paese - ammette l'ex di Juve, Chelsea e Psg -. Un giorno quando smetto di divertirmi nel mio rapporto quotidiano con la squadra e i giocatori, chiamo il presidente e Antonello (Valentini, dg della Figc, ndr). Quando scade il contratto di Prandelli?». Nel 2016, lo rassicurano. Per ora si limiterà a tifare gli azzurri impegnati, tra poco più di due settimane, nel mondiale brasiliano. «L'Italia è sempre molto rispettata - le sue parole -, giocarci contro non è mai facile, ho parlato con i miei giocatori spagnoli e portoghesi. Io faccio tanto tifo e sono convinto che Prandelli farà il massimo». In futuro ci potrebbe essere lui su quella panchina, ma, per il momento, si gode una Spagna ai suoi piedi. «Vincere la Champions mi ha reso molto orgoglioso - spiega -. Al primo anno abbiamo fatto una stagione ottima e siamo riusciti a portare a casa la 'Decimà che era il sogno di tutti i tifosi, c'è stata una festa incredibile. Madrid è impazzita. Ho aperto un ciclo? Il ciclo di un allenatore è legato a quello che farà nell'anno successivo. Dovremo ripresentarci ed essere competitivi come quest'anno». Il Milan, invece, è solo il passato. «C'è stata una possibilità che io tornassi? No. Ho iniziato adesso con il Real Madrid. Poi, certo, si fa presto a dire 'se non vince la finale saltà». Ma quella finale contro l'Atletico invece l'ha vinta e in rossonero ci sarà Pippo Inzaghi, suo 'pupillò in campo e finora alla guida della Primavera milanista. «Ha un entusiasmo straordinario, ha già fatto esperienza nel settore giovanile. Sì ha le caratteristiche, conosce l'ambiente e se diventerà allenatore del Milan gli faccio buona fortuna», l'imprimatur di 'Re Carlò. «Chiunque inizia non ha esperienza - prosegue - . La cosa più importante è la conoscenza del gioco e sapere che l'allenatore non deve solo vedere il gioco e la tattica ma preparare l'allenamento». Per Inzaghi, quindi, garantisce lui. 

Fonte: ANSA

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