Breaking News

Béla Guttmann, tra Eusébio, Milan e Mourinho: ecco come nasce la maledizione del Benfica

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 15-05-2014 - Ore 10:20

|
Béla Guttmann, tra Eusébio, Milan e Mourinho: ecco come nasce la maledizione del Benfica

“Senza di me, il Benfica non vincerà mai una Coppa dei Campioni”. Aveva ragione, Béla Guttmann. E ora suona come una maledizione. Anzi, la maledizione. Perché all’ottava finale europea consecutiva persa, addirittura due in due anni, la maledizione di Béla Guttmann inizia a diventare un mattone per il Benfica, un peso impossibile da scrollarsi di dosso. Non ce l’ha fatta neanche stavolta il Benfica, a Torino contro il Siviglia. La sconfitta è arrivata alla fine, ai calci di rigori. Niente da fare, l’ultimo trofeo europeo resta quella Coppa dei Campioni del 1961-1962. La Coppa della discordia. Guttmann vinse per la seconda volta consecutiva, al termine di una finale incredibile. L’avversario era il Real Madrid di Puskás e Di Stefano, che a fine primo tempo vinceva 3-2. Guttmann entrò nello spogliatoio e disse: “Loro sono morti: la partita è vinta”. Doppietta di Eusébio, il Benfica vinse 5-3 e conquistò la seconda Coppa dei Campioni consecutiva. “Il Benfica non ha il culo per sedersi su due sedie”, così rispondeva Guttmann a chi si lamentava per il terzo posto in campionato. Il clima infatti non era sereno, nonostante la Coppa: l’allenatore chiese un premio, che la società rifiutò. “Ho avuto quattromila dollari in meno per aver vinto la Coppa dei Campioni rispetto al campionato portoghese”, disse Guttmann prima di andarsene e lanciare la maledizione: “Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d’Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni”. Al tempo non c’era ancora la Coppa Uefa, fondata nel 1971.

Da allora, il Benfica ha perso otto finali europee e una di Coppa Intercontinentale. Anche se Guttmann, per una cosa, si sbagliava: il Porto vinse la Coppa dei Campioni per due volte, nel 1987 e nel 2004. E’ stato José Mourinho a spezzare questa maledizione: un allenatore che, come Helenio Herrera, fu paragonato proprio a Guttmann. Frasi a effetto, pretattica, carattere forte e tante innovazioni, dal rapporto con la stampa al modulo in campo, il 4-2-4. E’ riduttivo parlare di Guttmann solo per la maledizione, anche perché proprio lui tornò al Benfica pochi anni più tardi, nel 1956. L’allenatore ungherese, naturalizzato austriaco, è stato tra i più grandi del novecento, con alcune esperienze anche in Italia. Nel 1949 al Padova, poi alla Triestina, nel 1953-55 al Milan e l’anno successivo al Vicenza. Il suo destino è legato a quello di Eusébio da Silva, che con lui vinse la Coppa dei Campioni del 1962. Eusébio è scomparso il 5 gennaio 2014, i tifosi del Benfica avrebbero voluto dedicargli questa Europa League. Non è bastato, la maledizione di Béla Guttmann ha vinto ancora.

Fonte: gianlucadimarzio.com

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom