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Capello: "Gli arbitri abituati a dire bugie. Quando ero alla Roma mi punirono per non aver fatto nulla"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-05-2016 - Ore 21:56

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Capello:

Fabio Capello, celebre e vincente allenatore di club e nazionali, è intervenuto nel convegno del "Premio Football Leader". Capello ha raccontato anche di un aneddoto di quando allenava la Roma, con cui ha vinto lo scudetto nel 2001. Queste le sue parole:

"Racconto un aneddoto, Roma-Atalanta di qualche anno fa: parte una parola dalla panchina, l'arbitro Trentalange viene verso di me e mi caccia. Io dico che non ero stato io e che non avevo detto nulla, poi sono stato allontanato. Ho fatto opposizione tramite la giustizia sportiva, l'arbitro è stato interpellato successivamente e ha confermato che ero stato io. Mi sono beccato un turno di squalifica e otto mila euro di multa. Perché è accaduto così? Perché voi li obbligate a dire delle bugie. Vi chiedete perché in Italia ci sono tante simulazioni? Perché le premiate, un calciatore va a terra e viene premiato con un fallo a favore. Io vado in giro per il mondo, il calcio deve essere anche agonismo e in Italia stiamo perdendo questo aspetto. Moviola in campo? Un tecnico lavora un anno intero, poi viene punito da un errore arbitrale. Al Mondiale con l'Inghilterra sono andato a casa per un errore simile. Il calcio va sempre più veloce, però poi la tecnologia non viene applicata". 

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