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Come è possibile che allo stadio entri di tutto?

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 17-11-2014 - Ore 19:00

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Come è possibile che allo stadio entri di tutto?

Come è possibile che allo stadio entri di tutto? La stessa domanda che si è posto Daniele De Rossi dopo aver visto piovere fumogeni e petardi su Italia-Croazia e tormenta quei numerosi tifosi che ieri sera ai tornelli di San Siro si sono visti sequestrare ombrelli e bottigliette d'acqua, non trova risposta fra i massimi dirigenti del calcio italiano. E, anzi, si somma a un altro quesito, quello del presidente del Coni Giovanni Malagò, che si chiede «come mai questi episodi succedono solo nel calcio e non in altri sport?». Un mese dopo essersi goduto la calda torcida del Forum al Mondiale di Pallavolo, dieci chilometri più a nord ieri sera Malagò ha lasciato il suo posto in tribuna a San Siro «dopo la seconda ondata di razzi: non mi andava di rimanere». «Chi ha la gestione e la responsabilità dell'organizzazione delle partite, deve fare tesoro di questa vicenda», nota l'indomani il presidente del Coni, seduto ieri a fianco di del n.1 della federcalcio croata Davor Suker, «imbarazzato e dispiaciuto» di vedere di nuovo all'opera quel gruppo di facinorosi ultrà costati già diversi milioni di euro di multe. Questa volta dalla Uefa probabilmente non arriveranno solo ammende: infatti è pronta l'inchiesta contro la tifoseria croata, già recidiva, che rischia pesanti sanzioni. «Mi auspico sanzioni» dice l'ad della Juventus Beppe Marotta, convinto che il lancio di fumogeni e petardi «ha trasformato un bello spot per il calcio in una pagina nera». Il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio preferisce non commentare, ma lo fa Claudio Lotito. «Mi hanno spiegato che il fumogeno può essere una cartuccia piccola così, o fai una perquisizione anche fisica in pertugi talvolta non accessibili, oppure vista l'affluenza del pubblico di ieri... - allarga le braccia il presidente della Lazio e consigliere federale - Sono stati sparati con macchinette lanciarazzi come quelle di capodanno. La Figc ha messo in campo tutte le sue forze, poi spetta alla pubblica sicurezza scongiurare certi fenomeni. Ma non si può mettere un carabiniere per spettatore». Ma dubbi restano. Sui social network, fra ironia e rabbia c'è chi racconta di bottigliette sequestrate, perquisizioni agli zaini dei bambini, e se anche Francesco Totti ammette che ogni tanto i suoi figli hanno paura di andare allo stadio, qualche problema c'è. «Si sapeva che c'erano ultrà croati scalmanati e non s'è capito perchè non li hanno isolati sistemandoli nel terzo anello - è perplesso l'ex centrocampista della Juventus Angelo Di Livio -. Siamo alle solite: nei nostri stadi entra di tutto e viene da chiedersi come vengono fatti i controlli». «Come è possibile? Sono domande da rivolgere alla Polizia, a chi controlla l'ordine pubblico e fa fatica a mantenerlo - ragiona l'ad del Milan Adriano Galliani -. Criticare è facile, difficile è fare. E io non mi sento di muovere critiche». 

Fonte: ANSA

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