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Cosa spinge i magnati stranieri ad investire nel calcio italiano?

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-06-2013 - Ore 11:57

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Cosa spinge i magnati stranieri ad investire nel calcio italiano?

( Sport Business Management - Fabrizio Tarzia ) Se si digitano le parole magnati stranieri su google, i primi risultati sono notizie che riguardano l’interesse ad acquistare società di calcio da parte di tycoon stranieri. Ma cosa spinge ad investire nel calcio italiano alcuni degli uomini più ricchi del mondo? La risposta è sicuramente la seguente: il calcio è business, ma solo pochi in Italia se ne sono resi conto, se si considera che i club di calcio capaci di produrre utili si contano, forse, sulle dita di una mano. 

L’ultimo caso di imprenditore straniero interessato ad acquistare una società di calcio è quello dell’Inter. Nell’ultimo mese infatti la società nerazzurra ha ricevuto una proposta di acquisto da parte del magnate indonesiano Erick Thoir.

Thoir ha già investito nello sport, soprattutto negli Usa acquistando una quota dei Philadelphia 76ers, squadra che milita in NBA e successivamente rilevando il Dc United, la squadra di calcio più titolata degli Usa. La trattativa per l’acquisizione del club milanese, pare essere ancora in corso, ma le ultime news parlano di un accordo difficile da concretizzarsi.

La prima società italiana ad avere una proprietà straniera, fu il Vicenza Calcio, che nel 1998 venne acquistata dalla società inglese ENIC(società finanziaria nel campo del petrolio) con la quale raggiunse la semifinale di Coppa delle Coppe. A distanza di anni la società veneta potrebbe passare in mano straniera. Infatti dopo la seconda retrocessione consecutiva in Lega Pro prima divisione, l’attuale proprietà ha deciso di cedere e, come probabili acquirenti, ci sarebbeHamdi Mehmeti, giovane imprenditore svizzero di origini kosovare intenzionato a rilevare la maggioranza del club. Mehmeti ha già partecipazioni societarie in un club svizzero ed in uno croato. 

Attualmente sono solo due le società di calcio con proprietà straniera: l’Unione Venezia e l’A.S.Roma. Come tutti sanno, la squadra della capitale per il 60% appartiene da due anni ad una cordata di imprenditori americani, rappresentata da James Pallotta, i quali sono già proprietari della squadra di basket del Boston Celtics, mentre i veneti da febbraio 2011 hanno come proprietari una cordata russa, rappresentata dall’immobiliarista Yuri Korablin, fondatore del Khimki basket , con il quale è riuscito ad ottenere risultati a livello nazionale in soli 10 anni di storia. 

Il principale motivo, per cui tali imprenditori hanno deciso di investire in queste due società, non è solamente identificabile nella passione per il calcio, ma soprattutto nel fatto che questi imprenditori sanno faresport business, e i risultati delle precedenti esperienze nelle realtà citate prima lo testimoniano.

Questa capacità si è percepita fin da subito, in quanto la scelta di investire nell’Unione Venezia e nell’AS Roma non è casuale. Oltre al fatto che le due società erano una in vendita (AS Roma) e l’altra fallita (Unione Venezia), bisogna dire che la scelta è dovuta soprattutto per via delle città che rappresentano tali società, ovvero due delle città italiane più conosciute nel mondo, e questo dal punto di vista delmarketing rappresenta un elemento fondamentale se si vuole fare sport business. 

Nella fattispecie dell’AS Roma tale motivo è stato evidenziato ulteriormente un mese fa, quando la proprietà ha voluto modificare il logo, sostituendo la sigla ASR con ROMA, trasmettendo il senso d’identificazione tra società e città, e viceversa.

Altro elemento che accomuna le due cordate è che entrambe, appena si sono insediate, hanno indicato nello stadio di proprietà un elemento da realizzare il prima possibile. Se l’Unione Venezia ha presentato il progetto da poco più di un anno, con tanto di casinò all’interno dello stadio, l’AS Roma dovrebbe presentare il progetto a metà luglio circa, e alcuni dirigenti hanno già dichiarato che l’impianto sarà uno dei più belli d’Europa. Entrambe sanno che tali strutture rappresentano un elemento imprescindibile per generare ricavi. 

Una volta ultimati tali stadi, considerando l’afflusso di turisti che hanno Roma e Venezia, essi diventeranno dei veri e propri monumenti cittadini da visitare, permettendo alle città un ulteriore sviluppo dal punto di vista turistico e di conseguenza economico.

 

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