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Da Pupi al Pupone: non ammainate quella bandiera

condividi su facebook condividi su twitter Di: Eduardo Barone 10-05-2014 - Ore 20:25

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Da Pupi al Pupone: non ammainate quella bandiera

Tutto inizia nell'incertezza, precarietà, dubbio. Una conferma e una certezza che vanno conquistate con il sudore su una maglia che dovrà valere tanto in futuro. All'inizio nessuno ti regala niente, sei tu che devi guadagnarti il posto, che tu abbia un incredibile talento o solo tanta corsa e buona volontà il verbo è uno solo: faticare.

Tutto finisce con gli occhi lucidi, il sudore che si tramuta in lacrime, il fiatone in singhiozzo. Si chiama addio, ritiro, ultima partita, ma per molti non ha lo stesso valore. Per le bandiere sicuramente non è lo stesso. Alcuni giocatori sono fatti così, non c'è niente da fare. Rimanere nello stesso club per tutta (o quasi) la carriera rappresenta un atto d'amore. Certo, stiamo parlando sempre di calciatori che non sono più solo "pane e pallone", ma che percepiscono stipendi non da poco. In questo calcio milionario pieno di paperoni però qualche valore ancora c'è. Le bandiere sono il simbolo di un club, portatori di un identità calcistica e non, un modello popolare di ispirazione per molti. 

Con il passare dei decenni di bandiere ne sono state sfornate sempre di meno, anche se di gran qualità. Alcune sono ancora in attività e non hanno intenzione di smettere per il momento, altre invece hanno o stanno per ricevere l'ultima dolce ventata di vento prima di essere calate al suolo. Questa sera è l'ultima ventata per Javier Zanetti, per esempio, un giocatore che ha fatto della fatica il suo mantra. Altre invece, già scese dall'asta, rimarranno sempre ricordo indelebile non solo di un club ma di tutto il movimento calcistico. Vedi Maldini, Del Piero e Giggs, solo per citarne alcuni. Ora ne restano davvero poche. Francesco Totti è una di queste, ancora a splendere sul cielo senza nubi della Capitale. Per questo bisogna tenerla ancora in alto, a sventolare fiera come punto di riferimento per gli amici e come monito per gli avversari. 

Il problema vero però è un'altro: cosa succederà fra qualche anno quando anche queste ultime bandiere saranno estinte? Avverrà il cosidetto ricambio generazionale? Giocatori così rappresentativi ci servono ancora. Tutto è nelle mani di chi verrà. Per ora possiamo limitarci a dire solo una cosa: "Non ammainate quella bandiera"

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maria pia 10/05/2014 - Ore 23:08

Molto poetico..mi sono commossa..per Zanetti e per il nostro capitano

anna 10/05/2014 - Ore 23:08

Che triste..speriamo che Totti smetta il più tardi possible...mi è venuta la pelle d'oca

marco 10/05/2014 - Ore 23:07

Un articolo molto commovente..bravo

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