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Dai fallimenti al tacco, Okaka storia di una promessa

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 25-09-2014 - Ore 14:45

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Dai fallimenti al tacco, Okaka storia di una promessa

Il suo secondo nome è Chuka, che significa Dio è al di sopra di ogni cosa; e a sentire il commento entusiastico del suo tecnico Sinisa Mihajlovic si direbbe che per Okaka è arrivato veramente il momento di essere al di sopra di quella pesante etichetta di "eterna promessa". Ora è un giocatore vero, un attaccante eccellente, quello che in lui avevano visto gli osservatori da bambino. Okaka, il ragazzone nero, che la Roma ha fatto crescere ed esordire, quello per il quale Francesco Totti stravedeva, quello che ha buttato via tutte le chance che gli sono state offerte. Ora lo ammirano e lo corteggiano in molti e Conte pensa a lui per una maglia in nazionale. C'è voluta la mano di Sinisa Mihajlovic per far maturare questo gigante di 25 anni, per portarlo alla consacrazione. La sua è una storia emblematica, di quanto sia sottile il confine tra il fallimento e la consacrazione, tra i Fashanu e i Weah, i disastri sottoporta e i campioni veri. Oggi sei Bojan nel Barcellona, domani giri l'Europa in cerca di uno spazio; ieri eri centravanti di provincia, domani ti ritrovi a segnare nelle notti magiche di Italia '90. Calciatore solo in nuce, o calciatore vero. Dopo il 2-1 inflitto ieri sera al Ferraris al Chievo grazie anche ad uno spettacolare assist con colpo di tacco di Okaka, un gesto tecnico alla Roberto Mancini, Mihajlovic ha detto del suo attaccante: "ha buttato 6-7 anni della sua vita a fare stupidaggini, adesso è uno degli attaccanti più forti d'Italia". Il bomber nigeriano nato a Castiglione del Lago (Perugia), "è un giocatore che ha fisico, tecnica, è generoso, segna e fa segnare, insomma un attaccante completo e sta diventando uno tra i migliori del campionato", ha detto il mister sampdoriano che per lui vede la maglia azzurra. "Se darà continuità alle sue prestazioni è da nazionale", dice da mesi Mihajlovic. Una carriera costellata da spostamenti e bocciature, segnata, comunque, da un filo conduttore legato alla Roma che fino all'anno scorso non ha voluto rinunciare a lui, mandandolo in prestito in mezza Italia e anche in Inghilterra. "Qui ha trovato un allenatore che gli ha dato fiducia e gli rompe le palle tutti i giorni. Parliamo di un giocatore forte, in grado di far reparto da solo e poi ha 25 anni", aveva detto ancora Mihajlovic dopo Samp-Torino, vinta dai blucerchiati 2-0 anche con un gol Okaka. Fra i primi giocatori di colore a giocare nella Under 21 (esordio nel 2009), per lui ora si sprecano gli aggettivi: rivelazione, sorpresa, gigante buono. Il mister blucerchiato lo ha perfino paragonato al protagonista del film Il Miglio verde, interpretato da Michael Clarke Duncan, nel ruolo di un uomo condannato ingiustamente alla pena capitale per l'omicidio di due bambine. L'ultimo è 'Toro. E ora il derby dove una prestazione da protagonista ti può incollare addosso altri mille splendidi appellativi.

Fonte: ANSA

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