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Di Marzio ci racconta Garcia

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 10-06-2013 - Ore 14:33

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Di Marzio ci racconta Garcia

Gianluca Di Marzio ha parlato tramite il suo sito ufficiale del probabile nuovo allenatore della Roma, Rudi Garcia: 

"Tutto nasce… su due ruote. Quelle di una bicicletta, la grande passione dei genitori di Rudi Garcia, l’uomo dagli occhi azzurri e dal carisma forte che guiderà – a meno di clamorose sorprese – la Roma del prossimo anno. Rudi, appunto, un nome scelto in onore di Rudi Altig, ciclista tedesco rimasto nel cuore della famiglia Garcia. Proprio così, tutto ha inizio da una bicicletta, a Roma c’è una montagna da scalare per riportare il sereno. Rudi lo sa e ha accettato la sfida, anche su due ruote, la fatica e il lavoro scorrono nel sangue e non gli fanno paura. Perché va bene il ciclismo, ma papà José era soprattutto un calciatore a livelli professionistici. Garcia junior (purosangue francese, è bene specificarlo) segue la sua strada sin da piccolo, a 19 anni si è già guadagnato la maglia del Lille. La indossa per cinque anni, dal 1983 al 1988, storia di un grande amore. Il Lille sembra essere la rampa di lancio di Garcia, un calciatore normale la cui carriera però viene interrotta da due terribili infortuni. Problemi a ripetizione che compromettono l’entusiasmo di Rudi, il campo non fa più per lui. E allora a 28 anni si passa allo studio, Garcia si iscrive all’università e nel frattempo ottiene il patentino da allenatore come anche la licenza per aprire un centro di formazione calcistica. Lo affascinano i metodi di allenamento, la preparazione atletica e fisica, quasi più della panchina. Almeno all’inizio, quando Rudi Garcia al Corbeil inizia la sua carriera da preparatore. Ha 30 anni e fino al 1999 impara tanto, poi è l’ora dei passi avanti. E allora arriva il Saint-Etienne, Garcia veste i panni di assistente, poi prende in mano la gestione della squadra. Finalmente allenatore, sembrava destino. Esperienza breve, però; e saltuaria sarà anche quella al Le Mans. La grande occasione arriva al Lille, è il 2008 quando una telefonata cambia la vita a Rudi Garcia: “Al Le Mans ha fatto bene, che ne dice di tornare al Lille da allenatore?”. Sfida accettata, Rudi non sta nella pelle. Costruisce una squadra piena di giovani, il suo credo è palese. Giovani e bravi, perché in cinque anni vince una Ligue 1 e una Coppa di Francia, entrambi nel 2011, trofei che mancavano dal 1954 e dal 1955 in casa Lille. Un allenatore anche vincente, chiedetelo a Lille dove ormai è un’istituzione. E dove ha fatto vedere grande calcio lanciando prospetti interessantissimi: da Michel Bastos a Cabaye, passando per il gioiello Hazard e l’esterno Debuchy. E poi Gervinho, Aubameyang, Adil Rami. L’elenco è lungo, saranno famosi sarebbe il titolo giusto per descriverli. Perché con Garcia i ragazzi più giovani giocano, si divertono e fanno divertire. E vincono anche. L’idea è di un calcio offensivo ma studiato nell’equilibrio, senza eccessi, a tratti il suo Lille pare quasi una macchina perfetta. Alla base c’è sempre un 4-3-3 che può diventare all’occorrenza 4-2-3-1, da qui non si scappa. La difesa si muove con meccanismi attenti, la mediana è un cocktail di piedi buoni e muscoli, fondamentali gli esterni con velocità, dribbling e capacità di calciare. Così è esploso Hazard, quest’anno c’erano Payet e Kalou, chissà che il prossimo non sia Lamela, l’identikit sembra quello ideale. E infine, un attaccante centrale che vede una squadra lavorare per sé. Ciliegina sulla torta, un allenatore che studia il gioco delle sue squadre per ore e ore. Ma non solo, perché le sue capacità poliedriche nell’ambito di preparazione fisica e atletica lo rendono perfezionista in tutto. Rudi Garcia è così, attento e maniacale, amato dai suoi giocatori per le capacità da comandante carismatico che ha. Il carisma, appunto, una dote che ha colpito all’impatto anche Walter Sabatini. Il d.s. della Roma ha incontrato tanti allenatori, Rudi è quello che ha fatto l’impressione migliore. Calcio offensivo, poliedricità nel saper gestire più aspetti di una squadra, personalità da leader e tanta voglia di vincere ancora. Anche fuori dalla Francia, dove da calciatore come da allenatore non ha mai lavorato. Adesso c’è la Capitale, una piazza a cui restituire l’entusiasmo che merita, una Roma da ricostruire con fermezza, non c’è tempo da perdere. Una nuova missione per il comandante Garcia, pronto già a saltare in sella. Tante idee, due ruote, una bicicletta (rigorosamente giallorossa) e via.Pedalare…"

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