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(EDITORIALE) L'inutile psicosi del "a chi toccherà ora?" Ci è gia toccato perchè tragedie come questa appartengono al mondo

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 14-11-2015 - Ore 19:12

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(EDITORIALE) L'inutile psicosi del

Parigi, 13 novembre ore 20.00

- Didier e Julie, 27 anni lui, 25 lei. E' la sera del loro primo appuntamento, si sono conosciuti la settimana prima a una cena a casa di amici. A fine serata Didier, un giovane avvocato, si è fatto coraggio e le ha chiesto di uscire. Didier è pronto, si infila la giacca e pensa che dovrà essere una serata speciale. Julie dall'altra parte della città, fissa l'armadio alla ricerca dell'abito adatto, è andata persino dal parrucchiere nel pomeriggio. Vuole essere bella. L'appuntamento è alle 21. Didier arriva sotto casa sua con qualche minuto d'anticipo, lei si ricontrolla il trucco un'ultima volta di corsa davanti allo specchio poi veloce scende le scale. Prima di aprire il portone, si ferma qualche secondo. Un bel respirone profondo. Ok, è pronta. Sale in macchina, si scambiano uno sguardo per rompere il ghiaccio.
Sei bellissima, dice sottovoce Didier.
Dopo 15 minuti arrivano nel X arrondissement , parcheggiano, poi qualche passo a piedi, mano nella mano. Percorrono rue de Charonne, poi si fermano davanti a un ristorante: l'insegna dice Le Petit Cambodge. Sembra carino, entriamo?

Ma si dai...è una bella idea.

- Olivier e Henri, 30 anni, sono amici d' infanzia, ultimamente si vedono poco il lavoro, gli impegni ma hanno deciso di ritagliarsi un po' di tempo per loro, come ai vecchi tempi. stasera allo Stade de France si gioca Francia - Germania. Olivier doveva lavorare fino a tardi, ma Henri per tutta la settimana l'ha incalzato con i messaggi e alla fine l'ha convinto e cosi Olivier ha chiesto a un collega di sostituirlo: "E dai andiamo?! Ma si dai...è una bella idea..."

- Francoise e Isabelle: Francoise s'è mollata col ragazzo da appena una settimana. Isabelle, la sua migliore amica, non sa più che fare per distrarla. A un certo punto, l'intuizione giusta: le sventaglia sul viso due biglietti per il concerto degli Eagles of Death Metal. Hai sentito, suonano stasera al Bataclan! andiamo?
Ma si dai, è una bella idea.

Didier e Julie, Olivier e Henri, Isabelle e Francoise. Nomi di fantasia, storie di fantasia. O forse no, chi può dirlo. Perchè magari tra i 128 morti di ieri sera qualche storia somiglia molto a quella che abbiamo provato a immaginare.

Sicuro è che nessuno di loro sapeva che sarebbe stata l'ultima sera della loro vita. Nessuno di loro sapeva che stava andando incontro all'inferno. E cio che forse fa male e fa paura è la consapevolezza che quel "ci vediamo stasera", " andiamo allo stadio ?" mangiamo fuori? Ma si dai, è una bella idea.. Potevamo dirlo pure noi, seduti a un tavolo fuori Testaccio, o mentre guardavamo una partita all'Olimpico o dentro al Palalottomatica.

Per questo mentre si rincorrono foto e ricostruzioni del dopo attentato, io ho voluto provare a immaginare i minuti prima.
Per questo mi piace pensare che fino al minuto prima che i colpi spietati di kalashnikov li raggiungessero, Didier e Julie si stessero tenendo la mano pensando a quando si sarebbero rivisti.

Mi piace pensare che il minuto prima che il kamikaze si facesse esplodere fuori dallo Stade de France, Henri avesse appena dato una affettuosa pacca sulla spalla dell'amico Olivier per ringraziarlo di aver trovato tempo per lui, come ai vecchi tempi, come quando erano ragazzini

Mi piace pensare che Francoise e Isabelle fino al minuto prima che i 4 attentatori irrompessero stessero cantando a squarciagola la loro canzone preferita.

Perchè, se è vero che c'è una parte di umanità che pratica il terrore e la barbarie, ce n'è un'altra parte che sarà sempre più grande, che pratica la gioia di vivere, la bellezza e la speranza. Per questo, oggi più che mai mi rattristo e mi vergogno per il titolo di Libero, per quel Bastardi islamici a tutta pagina, che non rende giustizia neanche un po' a quello che è successo che non rende giustizia a nessuno, meno che mai alle vittime nel suo tentativo di omaggiarle.

Ora più che mai non serve la spicciola e pericolosa retorica della caccia all'uomo. Non servono gli sciacalli che fanno diventare tutto misera e miserabile propaganda. E non serve neppure l'inutile psicosi del "a chi toccherà" chi sara il prossimo, senza renderci conto che ci è già toccato perchè tragedie come queste appartengono al mondo, appartengono a tutti gli esseri umani. Non c'è un "prossimo" semplicemente perchè non c'è un prima e un dopo.

Perchè, nonostante la paura e lo sgomento, il dolore e la disperazione, PARIGI STA IN PIEDI SULLE SUE GAMBE,  lo ha detto il suo Sindaco nella notte di ieri, pochi minuti dopo il susseguirsi degli attentati. I giovani di Parigi continueranno a andare a mangiare seduti fuori ai tavolini di un ristorante nei venerdi sera, andranno allo stadio,canteranno ancora. I giovani di Parigi e quelli di tutto il mondo che continueranno a vivere.
Vive la France. Vive, provate a leggerlo non solo in francese inteso come W, ma in italiano. Vive la France.


 

Fonte: InsideRoma.com

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