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Iachini: "Per battere la Roma ci vuole fortuna e una grande prestazione. Vasquez il nostro Totti"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 16-01-2015 - Ore 13:51

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Iachini:

Giuseppe Iachini, allenatore del Palermo, è stato intervistato nella trasmissione Casa Minutella in onda su Med1 e ha parlato del prossimo macht contro la Roma ma anche di rinnovi contrattuali su dei suoi giocatori chiave per questo Palermo, ecco quanto raccolto da TuttoPalermo.net:

Che ci vuole per battere la Roma?

"Serve fortuna e una grande prestazione da parte di tutti i miei ragazzi. Nella Serie A ci sono giocatori capaci di dare la svolta a una partita con una giocata. Totti è un campione. E’ un professionista perfetto. Diamogli atto del fatto che a 38 anni continua a lavorare come un ragazzino".

Chi è il Totti del Palermo?

"Penso che un Vazquez possa essere accostabile a Totti, anche se anagraficamente forse come paragone è meglio Maresca, anche lui ha esperienza da vendere. Quando l’arbitro mi ha cacciato dalla panchina, la mia squadra si perde? No, non è che si perde. Forse con me in panchina c’è un po’ d’attenzione in più, i miei giocatori sanno cosa fare quando vanno in campo. Ripeto, forse con me ci sarà più attenzione". 

Il merito dell’exploit di Dybala e Vazquez?

"Io ho fatto solamente il mio lavoro ho messo competenza e ho creato i presupposti affinché loro potessero esprimere al meglio le loro potenzialità. Se questo vuol dire dare il merito al mister, datemi il merito (ride, ndr). Premesso che non è mai facile vincere in Serie B, devo dire che lo è ancora più complesso quando si deve subentrare. Io e il mio staff siamo stati capaci di costruire una macchina vincente. E ora stiamo riproponendo questo gruppo in A. Il segreto? Il gioco e l’umiltà".

Qual è il ruolo di Quaison?

"Io ci credo in questo ragazzo. In estate quando l’ho visionato, avevo visto grandi qualità. Lo vedo più attaccante che centrocampista, ha velocità, un buon dribbling e un buon tiro".

E’ un giocatore esile?

"Sì, Robin, come tutti i giovani, deve maturare sul piano fisico e strutturale. Poi viene da un campionato meno fisico rispetto a quello della Serie A. Stiamo lavorando su di lui, così come su gli altri suoi compagni giovani. Loro sono un patrimonio per il Palermo".

I tifosi della Fiorentina hanno intonato cori in mio onore?

"Quando ci sono questi attestati di stima è fantastico. Per quanto mi riguarda, sono sicuro che a Firenze è rimasto non solo il calciatore, ma anche l’uomo. Quei cori hanno reso meno amara la sconfitta del Palermo? No, anzi. Io voglio che la mia squadra vinca sempre, la mia squadra attuale è il Palermo, non la Fiorentina. Sei gol fatti e un solo punto conquistato nelle ultime due partite in trasferta. Subiamo il fattore campo avversario e dobbiamo gestire meglio l’entusiasmo e la pressione degli avversari. Dobbiamo saper rispondere colpo su colpo, insomma abbiamo ampi margini di crescita. Fiorentina ha dominato contro di noi? Quando c’è un infortunio nel riscaldamento pre-partita, c’è amarezza e un po’ di confusione. Ma non perché si trattava di Dybala, è più un fatto psicologico. Vi racconto questa: quando abbiamo comunicato questa decisione, di dover cambiare Dybala a pochi minuti dall’inizio del match, nello spogliatoio della Fiorentina esultavano. E siamo stati colpiti mentalmente anche per questo. Contro la Roma non cambieremo quello che è il nostro Dna, non penseremo a difenderci. Si vince facendo un gol in più degli avversari".

Zamparini?

"Da fuori può sembrare vulcanico, ma una volta instaurato il rapporto tecnico, ama essere coinvolto. Ci sentiamo spesso per fare il punto della situazione. Non ci sentiamo subito dopo le partite, ma spesso ci confrontiamo. Con lui abbiamo un bel rapporto, onesto. Il Palermo non si arrende? Esatto, contro la Fiorentina, anche sul 2-2, abbiamo cercato la vittoria. Non molliamo niente. In quel momento lì avevamo tanto entusiasmo per il pareggio raggiunto, ma non siamo stati in grado di gestire. Sono allora un allenatore zemaniano? Beh, non mi tiro indietro. Per vincere i campionati devi vincere molte partite, e io l’ho fatto.

Lazaar?

"Lui ha ventun’anni, è un ragazzino. Ne abbiamo tanti di ragazzi così che stanno dimostrando molto alla prima esperienza in Serie A. Lui e gli altri hanno grossi margini di miglioramento".

Emerson?

"Ha caratteristiche di spinta. Anche lui viene da un campionato in cui la tattica conta poco. Migliorerà".

Makienok?

"Ha pagato la grande esplosione di Dybala e la crescita di Belotti. Nel nostro disegno tattico volevamo portare avanti delle caratteristiche specifiche, quali velocità e rapidità. Lui ha altre qualità. Dybala il giovane più forte che ho mai allenato? Beh, ho avuto anche Mauro Icardi si tratta di un attaccante con diverse caratteristiche rispetto a Paulo. Dybala penso possa considerarsi una prima punta moderna, salta sempre l’uomo e va al tiro con facilità. Già l’anno scorso avevo provato l’assetto Vazquez-Dybala e avevo visto che funzionava. In estate ho continuato a provarli, però non sapevo se fossero rimasti Abel Hernandez e Lafferty. Non sono rimasti e quindi Vazquez-Dybala sono stati i titolari".

Vazquez mi fa arrabbiare?

"No, però vi faccio un esempio. Ci sono giocatori che alcune volte vanno lasciati liberi: se io avessi valutato Vazquez solamente alla luce degli allenamenti, potevo pensare che fino a quel punto avevano fatto bene a lasciarlo in panchina o in tribuna. Io ho capito che avrei dovuto ‘lasciarlo fare’, gli ho dato una certa autonomia. Lui nella giocata individuale bisogna dargli libertà. Ricordo due esempi: quando contro il Sassuolo davanti al portiere ha fatto il pallonetto e ha sbagliato tutti erano arrabbiati, ma io no perché lo conosco, non volevo farlo impaurire. Infatti, la settimana dopo ha fatto quel pallonetto all’Atalanta e ha lasciato tutti a bocca aperta. Insomma, con lui bisogna tenere il freno, gli serve autonomia".

Quanto sono importanti i senatori nel Palermo Barreto, Maresca e Sorrentino?

"Sono importanti. La nostra squadra poi è un mix perfetto di giovani e esperti. Munoz resta a gennaio? Beh, da tempo la società sta parlando con il suo entourage, ancora l’intesa non è stata trovata. Aspettiamo e speriamo".

Rigoni è un giocatore da Borussia Dortmund?

"Beh, questo non lo so. Speriamo diventi un giocatore da Palermo. Quanto ho dovuto convincerlo per cambiare posizione? Un po’. Io lo conoscevo per la componente legata agli inserimenti: volevo sfruttare questa sua qualità. Per questo l’ho provato da mediano".

Scambia spesso posizione con Maresca?

"E’ per non dare riferimenti agli avversari, perché alle volte chi ci affronta sa che tutto passa dai piedi di Maresca".

Fonte: tuttopalermo.net-Med1

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