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Il gap con la Juventus è incolmabile?

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 08-06-2015 - Ore 12:47

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Il gap con la Juventus è incolmabile?

Siamo al paradosso. Dopo l’anno difficile per la Roma conclusosi col secondo posto ed una Juventus che ha sfiorato il triplete, vincendo campionato e coppa Italia ed arrivando in finale di Champions League, dire che il distacco dai bianconeri non sia enorme appare una vera e propria utopia. La domanda che però diversi tifosi romanisti si pongono è: se la Juventus avesse avuto una vera rivale in serie A, si sarebbe potuta concentrare sul suo cammino europeo? Il Napoli è stato l’emblema della discontinuità, dovuta ad una difesa colabrodo ma con un attacco stellare, rinforzato a gennaio dall’arrivo di Gabbiadini. La Lazio è stata la vera rivelazione della stagione ed il terzo posto è stato un premio per l’ottima annata ma non aveva nessuna possibilità di insidiare la formazione di Allegri per la lotta al titolo. La squadra di Garcia, invece, era partita con ben altre ambizioni nonostante le smentite di fine anno del tecnico francese. La rosa della Roma era competitiva e secondo alcuni addirittura superiore a quella bianconera. Cos’è che non è andato? Perché i giallorossi sono arrivati anche in questa stagione a 17 punti dalla prima della classe? A che cosa è dovuta questa frenata di 15 punti rispetto all’anno precedente? Sicuramente le attenuanti ci sono ma qualche responsabilità l’allenatore romanista se la sarebbe dovuta prendere. Partiamo dall’imponderabile e dalle decisioni in fase di mercato estivo. Il reparto arretrato della prima stagione romanista di Garcia non c’è mai stato. I 4 difensori del primo anno (Maicon, Benatia, Castan e Balzaretti) non sono stati quasi mai disponibili. Il marocchino è stato ceduto poiché ci sono state forti divergenze con la dirigenza per il rinnovo del contratto e per la voglia dell’ex Udinese di confrontarsi con una realtà che lo potesse portare a lottare per vincere la Champions League. La sua cessione ha portato più di 20 milioni nelle casse giallorosse e l’acquisto di Kostas Manolas sembrava potesse colmare questa pesante assenza. Il greco si è rivelato un ottimo elemento al suo primo anno, è un ottimo marcatore ma per crescere ha bisogno di una guida al suo fianco. Quell’elemento poteva e doveva esser Leandro Castan, accanto al quale prima Marquinhos e poi proprio Benatia hanno fatto il salto di qualità e sono andati a giocare col Paris Saint Germain e col Bayern Monaco. Il brasiliano, però, ha disputato solo 45’ in tutta la stagione a causa di un cavernoma alla testa che lo ha allontanato dai campi di gioco e lo ha visto lottare per una battaglia più importante di quella sportiva, che pare proprio abbia vinto. Sulle fasce, Balzaretti era stato uno dei protagonisti delle 10 vittorie consecutive della prima Roma di Garcia ma poi ha dovuto alzare bandiera bianca per una pubalgia che è riuscito a superare dopo più di un anno di cure ed operazioni non sempre andate come si sperava. Dall’altra parte c’era Maicon, di ritorno in Italia dopo una brutta parentesi al Manchester City, dove ha visto più la panchina che il campo a causa di numerosi guai fisici. Il brasiliano non era più quello fantastico dell’epopea interista ma lo scorso campionato aveva la grande motivazione di partecipare al suo ultimo Mondiale, per di più nel suo Paese d’origine. L’annata è stata spettacolare e Maicon certamente un valore aggiunto. Nessuno aveva la sicurezza che sarebbe stato lo stesso anche dopo la delusione per la pesante sconfitta nel massimo torneo iridato per nazionali e che il suo fisico avrebbe retto ma la dirigenza romanista ha voluto comunque ringraziarlo con un contratto biennale. Il brasiliano ha visto poco il campo ed a volte quando giocava, era l’ombra di se stesso. A centrocampo, si sperava che Strootman potesse esser abile ed arruolabile sin dall’inizio della stagione ma col passare delle settimane si è capito che sarebbe rientrato non prima di dicembre. L’olandese poteva esser quel giocatore in grado di dare equilibrio ad una squadra che proprio in quel mese aveva cominciato a mostrare le prime pesanti crepe ed invece il nuovo e gravoso infortunio di Firenze lo hanno messo ko per il resto della stagione. Davanti, Gervinho non ha reso come l’anno precedente, forse perché gli avversari hanno imparato a conoscerlo, forse perché non motivato in quanto titolare anche quando non in condizione ma dopo la vittoria in coppa d’Africa è tornato in Italia completamente scarico. Ljajic è andato meglio del primo anno in giallorosso però non è mai stato continuo, pur risultando il secondo miglior marcatore della rosa. Destro doveva fare il passo più importante per diventare quel centravanti da 20 gol ed invece ha sofferto i fischi della piazza e si è incupito, chiedendo di esser ceduto a gennaio. Al posto dell’ascolano è arrivato Doumbia, sulla carta un giocatore d’esperienza europea ma arrivato con un mese di ritardo per la coppa d’Africa e totalmente fuori forma. L’unico reparto che ha retto, pur con i suoi alti e bassi, è stato il centrocampo nonostante nessuno abbia ripetuto le prestazioni della stagione precedente (eccezion fatta per Nainggolan) ma grazie all’innesto di Keita, la mediana ha dato un po’ di fosforo alla manovra offensiva e limitato i danni in quella difensiva. Da qui in poi cominciano le responsabilità di dirigenza e tecnico: Sabatini era stato molto bravo, a detta di tutti, nel mercato estivo poiché aveva strappato Astori alla Lazio ed Iturbe alla Juventus. L’ex Cagliari, però, ha mostrato tutte le sue lacune venendo spesso scavalcato nelle gerarchie del tecnico anche da Yanga Mbiwa, che doveva esser il quarto e che spesso si è ritrovato a fare il titolare. L’argentino ha realizzato solo 2 gol, pur contro le rivali storiche della Roma (Juventus e Lazio) ma per una punta pagata sui 23 milioni di euro è decisamente poco. Le responsabilità del direttore sportivo in queste 2 occasioni sono molto limitate ma gli acquisti di Holebas e Yanga Mbiwa, arrivati negli ultimi giorni della sessione estiva del mercato, per tappare i buchi lasciati da Balzaretti e Castan, non hanno prodotto gli effetti sperati. Il cosiddetto “mercato di riparazione” di gennaio è stato il peggiore della gestione Sabatini. Di Doumbia abbia detto, Ibarbo è arrivato a Roma in condizioni non ottimali e dopo 2 giorni si è infortunato ed è rimasto fermo 2 mesi, per poi tornare ed esser sì utile nelle varie fasi di gioco ma con le polveri decisamente bagnate e non portando in dote nessuna rete. L’approdo a Roma di Spolli si è rivelato inutile, poiché Garcia lo ha utilizzato solo nell’ultimo match, che non contava più nulla nella stagione. Veniamo al tecnico francese: le attenuanti gliele abbiamo date ed elencate ma alcune dichiarazioni nel corso della stagione si sono rivelate un boomerang e la sua risposta: “se non avessi detto che avremmo vinto lo scudetto, non saremmo arrivati neanche in Europa League”, non hanno certamente fatto piacere alla rosa giallorossa o alla dirigenza. Gli errori dell’allenatore sono stati molteplici ed evidenti e ne è la prova l’elevato numero di pareggi di una squadra che per 3 mesi ha giocato più sui nervi che con i meccanismi oliati della prima parte. E’ vero: la Roma non perdeva e quando andava sotto, trovava il pari ma non riusciva mai a mantenere il vantaggio o dopo aver impattato la partita, non aveva il cambio di passo per portare a casa i 3 punti. Cercare sempre la giocata del singolo o basarsi sul gioco che tanto bene aveva fatto l’anno precedente, alla fine, non ha prodotto gli effetti sperati. Se avesse capito prima che la forza della squadra era nella fase difensiva e che davanti un gol arrivava, certamente la Roma non avrebbe vinto lo scudetto ma forse il gap sarebbe stato inferiore ai 17 punti che la Juventus ha rifilato ai giallorossi per il secondo anno consecutivo. In diversi incontri, Garcia ha messo in campo elementi fuori forma, pensando che con squadre inferiori la vittoria sarebbe arrivata in ogni caso e così ha pareggiato in casa contro Empoli, Sassuolo, Atalanta e Parma più i pareggi esterni con le 2 veronesi. Magari la Juventus sarebbe rimasta più concentrata sul campionato ed avrebbe fatto anche lei qualche punto in più ma avrebbe sprecato energie fisiche e nervose, che l’avrebbero messa maggiormente in difficoltà nelle coppe. Mister, ci pensi, se il gap è incolmabile forse è anche per gli errori commessi da lei, dalla dirigenza e dai giocatori e non tanto dai tifosi che vi hanno applaudito e vi sono stati vicino anche quando avete perso in casa per 7-1 contro il Bayern Monaco. Le critiche ed i fischi della gente sono piovuti dopo che siete usciti in malo modo in casa contro la Fiorentina sia in Coppa Italia che in Europa League, competizioni alle quali la gente tiene. Ricominciamo tutti insieme come il primo anno a remare tutti dalla stessa parte e senza alimentare false speranze e forse questa volta si riuscirà ad arrivare dove oggi non sembra possibile.

Fonte: Massimo De Caridi

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