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Keita: "La sfida con il Real non è impossibile. Con Spalletti abbiamo una diversa mentalità. I tifosi? Porto sempre rispetto verso di loro"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 15-02-2016 - Ore 10:23

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Keita:

Seydou Keita è stato intervistato da Roma Radio. Queste le sue parole:

"Stiamo vivendo un momento molto positivo, per la società, per la squadra e per i tifosi. Il cambio dell'allenatore è stato un po' un cambio di mentalità. Le cose cambiano. La testa e la fiducia ora ci sono amiche. La Roma sta migliorando poco a poco, ma stiamo sulla strada giusta. Siamo pronti per lottare fino alla fine della stagione. Io e De Rossi facciamo un calcio un po' diverso, ma la cosa più importante è fare il bene della squadra. Dobbiamo seguire il mister.  Dobbiamo adattarci a quello che vuole il mister, seguiamo le sue indicazioni. Le caratteristiche dei singoli calciatori sono a disposizione della squadra. Quando gioco, Spalletti vuole che tutti i palloni passino da me, ecco perché ogni tanto si arrabbia con chi non la passa a me. In Spagna Real Madrid-Barcellona è la partita più importante, come un derby. Ho affrontato il Real anche con Siviglia e Valencia. Per fortuna le cose sono sempre andate abbastanza bene. Un modo per fermare i blancos? Personalmente bisogna crederci. Solo con la fiducia e il lavoro del mister potremo superare al meglio questa sfida. Lui studierà sicuramente il modo migliore, è sfida difficile ma non impossibile. Il calcio africano? E' importante per me rappresentarlo. Ho mantenuto relazioni con tutti, mi servirà anche dopo la carriera. Il calcio dei calciatori sura poco tempo, solo una decina d'anni, a parte un giocatore eccezionale come Totti. Per me il calcio è rispetto e onestà, mi piace aiutare anche i calciatori più giovani. Prima di tutti viene l'uomo e la persona. La religione? E' una strada che ti fa capire che non sei niente. Se segui la via dell'onestà e del rispetto tutto è più facile. Anche Salah è molto religioso, ma la religione è una cosa molto personale. I tifosi? Sono uno che rispetta molto ma sono anche uno che ha esperienza. Quando i tifosi fischiano la propria squadra non aiutano, anche se hanno il diritto di farlo.  Io vengo pagato dalla società per giocare ma devo portare anche rispetto ai tifosi. Il mio rispetto è identico a quello di Totti e De Rossi, due grandi giocatori che hanno vissuto questa città da sempre. Il mio futuro? Sicuramente aiuterò il prossimo. La vita è troppo corta per non cercare di aiutare chi ne ha bisogno. Non ho pensato a fare l'allenatore. Penserò prima di tutto alla famiglia e a chi ha bisogno d'aiuto".

 

 

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