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La notte magica della Roma

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 22-01-2014 - Ore 21:15

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La notte magica della Roma

Rudi Garcia batte Antonio Conte 1 a 0. Potremmo sintetizzare così la vittoria dei giallorossi nei quarti di finale di Coppa Italia. E’ proprio il mister francese a parlare di un’affermazione della Roma sul piano tattico ed è una visione della partita piuttosto condivisibile. I giallorossi ed i bianconeri si riaffrontano a distanza di 15 giorni dall’ultima volta: in quella circostanza, la Juventus giocava davanti al suo pubblico e prevalse per 3-0 sugli uomini di Garcia ma quella vittoria sul campo fu più difficile di quanto il risultato non faccia supporre. Questa volta, Conte ha deciso di applicare un ampio turnover con ben 7 giocatori diversi dalla gara vinta contro la Sampdoria 3 giorni prima. In porta c’è Storari e non capitan Buffon; la difesa è quella classica, almeno per un tempo, fin quando Chiellini è stato costretto a chiedere il cambio per un piccolo infortunio (al suo posto entrerà Ogbonna, ndr.); a centrocampo non ci sono gli esterni titolari, Lichsteiner e Asamoah, mentre al centro c’è Pirlo in cabina di regia con Marchisio che torna a giocare da incursore di sinistra insieme a Vidal spostato sul centrodestra e Pogba relegato in panchina; davanti la coppia di scorta composta Quagliarella e Giovinco. La Roma, invece, mette in campo 7/11 della gara precedente ma quelle di Garcia appaiono più come scelte tecniche che premio per chi gioca meno in campionato. In porta non vi è Skorupski come contro la Sampdoria ma il titolare del campionato, De Sanctis; la difesa è solita ad eccezione di Torosidis a sinistra al posto di un affaticato Dodò; a centrocampo l’ex tecnico del Lille preferisce Nainggolan a Pjanic, per avere più muscoli a discapito della tecnica, memore forse della sconfitta allo Juventus Stadium, conferma invece per De Rossi e Strootman; davanti gioca il tridente che più soddisfazioni ha dato alla Roma: Gervinho-Totti-Florenzi. In questo modo, i giallorossi sono equilibrati in fase di copertura e hanno diverse soluzioni offensive, senza dare punti di riferimento alla retroguardia juventina. Nel primo tempo, la manovra la gestisce la Roma con gli uomini di Conte chiusi in 25 metri e tutti dietro la linea della palla, comprese le 2 punte. Gli juventini tengono bene il campo ed ogni volta che conquistano palla, partono in 5-6 uomini che si dispongono in zona offensiva a ventaglio, creando azioni pericolose che però non portano mai al tiro nello specchio della porta. La Roma non riesce a fare molto meglio in fase di finalizzazione ma costruisce diverse occasioni pericolose soprattutto per merito di un Maicon in giornata di grazia, che supera spesso Peluso ed arriva sul fondo, mettendo cross invitanti ma nessun romanista è mai puntuale all’appuntamento con una deviazione verso la porta difesa da Storari. Un episodio importante nel primo tempo riguarda un possibile rosso non assegnato a Benatia: secondo gli juventini, il marocchino ferma Quagliarella in maniera fallosa ed il suo intervento da ultimo uomo andrebbe sanzionato con l’espulsione, in realtà l’attaccante di origine partenopea è spalle alla porta e quindi non è una chiara occasione da gol, giusta quindi l’interpretazione di Tagliavento, arbitro del match. Ad inizio ripresa, altro episodio che avrebbe potuto cambiare la gara in favore dei bianconeri: Isla cross un pallone preciso sulla testa di Peluso, che insacca. Secondo l’assistente di linea, però, quando il cileno mette il pallone in mezzo, questi esce dal campo, ecco perché la rete viene annullata. Non semplice da giudicare, anche se De Rossi afferma candidamente che dalla sua posizione la sfera sembra esser rimasta in campo. Nella ripresa, per circa una ventina di minuti dopo il gol annullato, la Roma pare aver accusato il colpo e non riesce più ad esser padrona del campo ed ecco che la Juventus si fa più pericolosa dalle parti di De Sanctis, non riuscendo però mai ad inquadrare la porta. Garcia corre ai ripari: toglie uno stanchissimo ma altrettanto utile Florenzi ed inserisce Pjanic, che porta classe e geometrie alla manovra romanista. I bianconeri, ormai usciti dal loro guscio, lasciano qualche spazio in più alle ripartenze giallorosse ed è proprio da una di queste e dai piedi del bosniaco che inizia l’azione che terminerà col gol-partita di Gervinho. L’ivoriano, nel primo tempo, non riusciva mai a creare gli strappi che lo hanno sin qui contraddistinto e vagava un po’ al centro, un po’ a destra ed un po’ a sinistra. Nell’unico vero contropiede della squadra di Garcia, si è trovato al mezzo all’area di rigore e con una piccola acrobazia è riuscito a depositare in rete uno splendido assist servitogli da Strootman, che aveva ricevuto il pallone in profondità dal neoentrato Pjanic. A quel punto, il tecnico romanista toglie Francesco Totti, stremato dal compito di copertura su Pirlo e di coordinatore della manovra romanista dalla trequarti in su. Conte aveva da poco sostituito Giovinco con Llorente e subito dopo il vantaggio dei padroni di casa, ha inserito anche Tevez al posto di Peluso. L’infortunio di Chiellini ha privato l’ex mister del Siena di mettere in campo la terza bocca da fuoco bianconera accomodatasi in panchina: Paul Pogba. L’assenza del francese si è sentita molto, poiché Marchisio non è riuscito a vincere mai un duello né con Nainggolan né tantomeno con Strootman. Vidal è stato ben contenuto dai 2 mastini giallorossi anche se quando ha deciso di lavorare in proprio ha comunque creato diversi grattacapi ad una retroguardia difesa ben messa in campo. La Roma merita il passaggio del turno, poiché è stata più cinica nel momento clou dell’incontro ma la sensazione finale è che una Juventus priva di 6 titolari ha tenuto testa alla sua rivale principale per il titolo ed a formazioni al completo, i bianconeri hanno ancora qualcosa in più, nonostante la Roma sia veramente una grande squadra.

Fonte: Massimo De Caridi

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