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La passione infinita e mai spenta per il tedesco volante

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 18-03-2020 - Ore 13:13

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La passione infinita e mai spenta per il tedesco volante

(MASSIMO PAPITTO - INSIDEROMA.COM) - Uno dei più amati dal popolo giallorosso ancora adesso. L’identikit è quello di Rudolf Voeller, Rudi, o il tedesco volante come si usava chiamarlo a Roma negli anni in cui il fenomenale numero nove teutonico scaldava i cuori dei romanisti che in lui vedevano l’ancora di salvezza in una Roma che viveva anni purtroppo non esaltanti. Classe, gol e visione di gioco a tutto campo. Un giocatore universale per il suo tempo.

198 presenze con la maglia della Roma e 68 reti totali tra il finire degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. “Chi ha giocato per la Roma poi fa sempre il tifo per la Roma”. Questa è stata una delle sue frasi celebri del periodo di permanenza a Roma. L’inserimento nella “Hall of Fame” giallorossa è stato il giusto riconoscimento a chi ha donato gli anni migliori della sua carriera ad una Roma che faticava purtroppo a lottare per le prime posizioni in classifica e che riusciva comunque  a togliersi qualche soddisfazione nelle coppe nazionali e nella vecchia e affascinante Coppa Uefa di cui è stato anche capocannoniere nel 1991 con dieci centri tra i quali spiccato le serate contro il Bordeaux, l’Anderlecht e l’iconico gol all’Olimpico contro il Brondby in coabitazione con Ruggero Rizzitelli, un gol che ha fatto epoca per importanza e significato perché il tocco finale ce lo ha messo proprio il tedesco in uno stadio stracolmo d’amore. La Coppa poi in una serata sfortunata andrà all’Inter ma nessuno toglierà al tedesco la fantastica cavalcata fatta per arrivare in finale con quei dieci gol simbolo di una campagna europea comunque da ricordare.

L’anno 1991 sarà anche quello dove segnerà 11 gol in campionato ma nel massimo campionato italiano uno dei più bei ricordi riconducibili al tedesco volante è il gol dell’uno a zero nel derby contro la Lazio di testa dopo un cross di Giuseppe Giannini sporcato male dal portiere laziale dell’epoca Nando Orsi. Un gol pesantissimo quasi in controtempo di testa per far esplodere il Flaminio, stadio temporaneo per permettere all’Olimpico di farsi bello per il mondiale in casa del 1990. Apoteosi quel gol. Ricordo indelebile. 

L’ultimo anno nella Roma poi per Voeller non andò benissimo anche se nel finale segnerà dei gol importanti che consentiranno alla Roma di qualificarsi ancora una volta alla Coppa Uefa. Il tedesco se ne andrà al Marsiglia, vincerà la Coppa dei Campioni con una maglia purtroppo dai colori di dubbio gusto. Il pensiero però è sempre per i tifosi della Roma: “La Roma farà sempre parte della mia vita, in Germania dico sempre di essere un mezzo romano. I cinque anni passati a Roma non li dimenticherò mai. Ho vinto una Coppa Italia lì e sono diventato campione del mondo all’Olimpico con la Germania. La Roma e la città di Roma per me avranno sempre un posto speciale.”

Negli anni a venire altri numeri 9 hanno vestito con successo la maglia della Roma: i vari Abel Balbo, Vincenzo Montella ed Edin Dzeko, alcuni hanno vinto anche cose più importanti ma il ricordo che Rudi Voeller genera nei tifosi della Roma è un qualcosa di ineguagliabile. Per Rudi è stato un sentimento che non si può spiegare se non lo hai vissuto da dentro: Voeller è stato un leader, un trascinatore. Un attaccante forte. Un idolo assoluto, indimenticato ed indimenticabile.

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