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La quinta rivoluzione Sabatiniana

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 10-08-2015 - Ore 14:05

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La quinta rivoluzione Sabatiniana

Il mercato della Roma è cominciato ad agosto ma in grande stile. Walter Sabatini ha messo a segno diversi colpi interessanti più il centravanti di grandissimo spessore, Edin Dzeko, che mancava alla Roma dai tempi del terzo scudetto. L’unico calciatore arrivato nei mesi scorsi è stato Iago Falque, spagnolo ex Genoa, molto sottovalutato dall’opinione pubblica e dall’ambiente. Per tutto il mese di luglio si è parlato di immobilismo del direttore sportivo e cominciava a serpeggiare pessimismo tra il popolo giallorosso e gli addetti ai lavori. Poi, è arrivato il secondo giocatore a Trigoria, Wojciech Szczesny, portiere polacco ex Arsenal, dal nome impronunciabile e reduce da una stagione in chiaroscuro nei Gunners. L’aspetto che ha destato maggior preoccupazione tra la gente romanista è stata la formula con cui il 25enne è stato portato nella Capitale: prestito secco. La domanda è sorta spontanea a tutti: se dovesse fare una grande stagione (come tutti si augurano), Wenger lo lascerebbe alla Roma? E a quale cifra? Se dovesse andare male, tornerebbe a Londra ma a rimetterci sarebbe stata comunque la società giallorossa. Il terzo acquisto è stato Mohamed Salah. Sul valore del giocatore ci sono pochi dubbi ed i 6 mesi a Firenze ne sono la prova più evidente. Le incertezze nascono dal tira e molla in cui la Roma è entrata per il suo ingaggio, poiché la Fiorentina vuole un “premio di valorizzazione”, sentendosi forte di un prestito che doveva esser biennale e così non è stato. In realtà, pare esserci una scrittura privata firmata dall’amministratore delegato dei viola che avrebbe accettato che Salah, nel giugno scorso, decidesse liberamente ed in maniera unilaterale se accettare o meno di restare a Firenze. La formula dell’arrivo dell’egiziano è di un prestito oneroso con obbligo di riscatto per un totale di una ventina di milioni. Certamente non pochi ma se l’ex Chelsea dimostrerà di esser il giocatore visto nella seconda parte di stagione alla corte di Montella o anche quello visto a Basilea, probabilmente il costo del cartellino sarà ripagato e con gli interessi. L’ultimo ed il vero “crack” dell’estate italiana si chiama Edin Dzeko. Pochi mesi fa, nessuno o quasi avrebbe sperato che la Roma potesse arrivare ad un attaccante di questo livello. Alcuni dicono che l’ultima stagione ha giocato e segnato poco e che quindi è in fase calante ma la verità è che i suoi rapporti col tecnico Pellegrini non erano idilliaci ed infatti a gennaio è stato comprato Wilfred Bony dallo Swansea per 35 milioni di euro. Il bosniaco aveva un ingaggio monstre da 7 milioni di euro netti l’anno e 3 anni di contratto e certamente la Roma non sarebbe mai potuta arrivare a quella cifra. Oltre al ds romanista, è stata forte l’opera di convincimento di Miralem Pjanic, compagno di nazionale e grande amico dell’ex bomber del Manchester City, che ha accettato un quinquennale da 4.5 milioni più bonus. L’operazione-Dzeko è partita da una base di 30 milioni di euro ma la diplomazia del ds giallorosso ha funzionato benissimo anche in questo caso, poiché alla fine il giocatore arriverà in prestito oneroso con obbligo di riscatto per una cifra complessiva intorno ai 18 milioni di euro. Molto ci sarà ancora da fare, sia in entrata che in uscita e lo stesso Walter Sabatini, ieri a Forte dei Marmi per la cessione di Romagnoli al Milan e non solo, lo ha spiegato ai microfoni di Sky Sport. Cosa manca alla Roma? Il passaggio dell’ex Sampdoria in rossonero ha aperto un buco sui centrali difensivi (soprattutto di impostazione e piede sinistro) e quella probabile di Yanga Mbiwa farà sì che la Roma dovrà acquistarne non uno solo ma almeno 2, se Castan dovesse dare le giuste garanzie. Tanti i nomi fatti dai giornali in questi giorni: da Ranocchia a Juan Jesus, da Tonelli a Herteaux, da Vermaelen a Garay fino ad arrivare a Zouma. La vera rivoluzione sarà fatta sulle fasce: a sinistra, Digne è in pole position e manca poco al suo passaggio in giallorosso (con la tanto in voga formula del prestito oneroso con obbligo di riscatto fissato), a destra si punta tutto su Bruno Peres ma bisogna superare il muro che ha alzato Urbano Cairo, pur avendo acquistato Zappacosta per lo stesso ruolo. Se dovesse partire Torosidis, negli ultimi giorni di mercato, potrebbe prendere forma l’ipotesi D’Ambrosio, in uscita dall’Inter e che invece potrebbe esser ottimo come jolly delle fasce difensive. L’infortunio di De Rossi non dovrebbe esser nulla più di una distorsione al ginocchio ma un centrocampista in grado di far rifiatare gli intermedi ed in attesa del pieno recupero di Kevin Strootman, sarebbe l’ideale. Un altro innesto importante in una stagione lunga e piena d’impegni potrebbe esser quello di un centravanti di scorta, che possa dare il cambio a Dzeko e Totti. Non un giovane inesperto e forse neanche un campione che possa insidiare i titolari ma un attaccante di media fascia stile Pinilla, in grado di aiutare la squadra a mantenere il pallone, fare sponde e qualche gol importante, quando serve. Naturalmente, le ultime 2 sono operazioni di contorno, come quella del jolly difensivo, che possono esser fatte anche verso la fine del calciomercato, quando si spera di aver fatto altre importanti cessioni come quelle di Destro e Doumbia ma anche di uno tra Ljajc e Gervinho, forse Iturbe e mandato in prestito Sanabria, Ucan e Paredes, in modo che possano far fare cassa i primi 3 ed i giovani vadano a giocare con continuità ed a dimostrare il proprio valore per poi tornare alla base ed esser parte integrante del gruppo, come fece Florenzi a Crotone.

Fonte: Massimo De Caridi

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