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La rivincita del "Terzo Mondo": la Serie A degli africani

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 27-02-2014 - Ore 11:26

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La rivincita del

A parte la sua denominazione geografica, l'Africa non esiste". Dopo un viaggio decennale tra i suoi conflitti, le sue tribù e etnie, le contraddizioni, il giornalista Ryszard Kapuscinski arrivò a questa conclusione nel suo libro Ebano. Al Milan non sarebbero molto d'accordo. Senza i gol dei suoi due marocchini, i rossoneri avrebbero tre punti in meno e sarebbero in compagnia del Genoa. No, gli africani esistono e sono diventati i protagonisti del campionato italiano. 

Prendete Adel Taarabt. Arrivato a Milano nello scetticismo totale dei tifosi milanisti, ha provocato ancora più diffidenza quando si è definito il "Balotelli del Marocco". Poi però il gol all'esordio con il Napoli e quello alla Sampdoria l'hanno catapulato tra le certezze della formazione di Seedorf, lui che ha sempe avuto addosso l'etichetta dell'inaffidabile. Proprio il Milan è la squadra più coinvolta nella "rivoluzione africana" della serie A. Rami (anche egli di origini marocchine, ma nazionale francese) e Essien sono i pilastri sui quali Seedorf sta cercando di costruire il nuovo volto dei rossoneri. Rudi Garcia alla Roma invece può contare su Benatia e Gervinho, due che hanno realizzato quasi un quinto delle reti totali dei giallorossi (10 su 49). Conte alla Juve ha Asamoah, la Lazio il gioiello scuola Barcellona Keita.  

Non solo brasiliani e argentini. I club italiani si stanno rivolgendo sempre più verso l'Africa per fare acquisti. Lo specchio di questo andamento è il Ghana. Nel 2008 solo 4 calciatori giocavano in serie A. Oggi i ghanesi sono 19. 

Fonte: SKYSPORT

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