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La Roma sbanca Marassi e si avvicina alla Juventus, ora a -1

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 15-12-2014 - Ore 12:30

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La Roma sbanca Marassi e si avvicina alla Juventus, ora a -1

La Roma vince 1-0 al Luigi Ferraris contro il Genoa e si porta a -1 dalla capolista Juventus. La settimana scorsa gli uomini di Rudi Garcia hanno mancato una ghiotta occasione ed in pochi pensavano che la 15° giornata potesse ridare ciò che il turno precedente non era stato in grado di fare. Il pareggio col Sassuolo, pur se ottenuto in extremis grazie alla doppietta di Ljajic, era parso ai più come un contentino poiché difficilmente la squadra di Allegri sbaglia 2 gare di seguito. Il confronto incrociato con le genovesi metteva la Roma più a rischio dei bianconeri ed infatti la Juventus nel primo tempo aveva dominato i blucerchiati senza mai subire le iniziative ospiti. La ripresa era stata tutta un’altra musica: l’ingresso di Gabbiadini per Krsticic è stato il segnale di Mihajlovic affinché le cose cambiassero. L’ex attaccante del Bologna c’ha messo meno di 5 minuti per rimettere le cose a posto. La Juventus aveva concluso la prima frazione di gioco in vantaggio di una sola marcatura messa a segno da Evra, per giunta nata da un calcio d’angolo di Marchisio battuto in maniera irregolare. Al 5’ della ripresa, Regini aveva recuperato palla a metà campo e si era involato sulla trequarti, finché non l’ha ceduta ad Eder, che l’ha consegnata al mancino doriano, che senza pensarci 2 volte, ha fatto partire un tiro a giro che si è infilato sul secondo palo alla destra di un incolpevole Buffon. La Samp, a quel punto, ha addirittura creduto di poterla vincere e proprio Manolo Gabbiadini ha tentato di sorprendere il capitano juventino con un altro bel sinistro da fuori ma stavolta Buffon ha detto di no. La Juventus ha cercato la vittoria ma non con la stessa ferocia dell’era Conte ed il risultato è che i bianconeri hanno 4 punti in meno della passata stagione. Avendo la squadra di Allegri giocato all’ora di pranzo, la Roma è entrata in campo sapendo già il risultato finale della sua diretta concorrente al titolo. Questa volta, però, l’effetto psicologico è stato eccellente. Gli uomini di Garcia hanno disputato un primo tempo straordinario, sicuramente il migliore della stagione lontano dalle mura amiche. L’idea del mister francese di non dare punti di riferimento offensivi ad una formazione che attua marcature rigide in ogni zone del campo ha pagato. Totti e Destro, infatti, sono partiti dalla panchina, con l’ascolano che non è proprio stato utilizzato in modo da poter puntare tutto sulla corsa e l’imprevedibilità di Florenzi, Gervinho e Ljajic. La personalità e la classe di Maicon e Keita hanno fatto il resto. Da sottolineare anche il dinamismo e le doti di inserimento di Nainggolan, ormai diventato giocatore universale nella parte centrale del campo. Proprio il belga è stato protagonista prima dell’espulsione procurata a Perin per una chiara occasione da gol (calcio di rigore, ndr) e poi per aver realizzato il gol decisivo su un meraviglioso assist di Maicon. In difesa, confermato Holebas come proprietario della fascia sinistra, l’ex tecnico del Lille ha preferito non rischiare Manolas, dando fiducia alla coppia Yanga Mbiwa-Astori. I 2 centrali di questa partita sarebbero dovuti esser le riserve del greco e di Castan ma si stanno ritagliando uno spazio importante all’interno di questa rosa. Uno dei pregi maggiori di Garcia è quello di capire quando un calciatore è in fiducia e di sfruttarne il momento. Questa coppia difensiva è stata costretta a giocare per circa 70’ con la spada di Damocle dell’ammonizione ma ha giocato come nulla fosse, dando grande sicurezza, cosa che era mancata nell’ultimo periodo. In porta, De Sanctis non ha corso grossi rischi, se non allo scadere dei 2 tempi ma nella prima circostanza ha bloccato il tiro di Matri senza grandi problemi e nella seconda è stato battuto ma la posizione di Rincon era irregolare e la rete annullata. L’unica prestazione al di sotto della sufficienza è stata quella di Pjanic, che si è parzialmente ripreso con un tiro a 5’ dalla fine terminato fuori di pochi centimetri. Gervinho ha giocato in maniera molto confusionaria e ha sbagliato troppi gol ed assist ai compagni smarcati ma la sua presenza è stata una vera e propria spina nel fianco per la retroguardia genoana. Chi è ormai un titolare fisso per aver convinto il tecnico grazie alle sue prestazioni sempre migliori, è Adem Ljajic. Contro il Genoa di Gasperini non era per nulla facile giocare ed in particolar modo con clienti come Roncaglia ed Antonelli, attori importanti nelle vittorie casalinghe con Juventus e Milan ma Ljajic ha saputo regalare diversi sprazzi di gran classe. Ha sbagliato il calcio di rigore che avrebbe portato la Roma sull’1-0 un quarto d’ora prima ma un vecchio adagio diceva: “solo chi batte i rigori li sbaglia”. A chiudere il trio offensivo c’era Florenzi, come al solito generoso sia nell’aiutare i compagni nei raddoppi difensivi sia nel proporsi in zona gol. Chiedere all’ex centrocampista del Crotone di esser anche sempre lucido sotto porta sarebbe una cattiveria, se e quando ci riuscirà diventerà uno dei migliori jolly del mondo. Negli ultimi tempi, sono state rivolte un numero esagerato di critiche a Rudi Garcia, che certamente ha le sue colpe e responsabilità nelle sconfitte ma vanno riconosciuti anche i suoi tanti meriti. E’ vero che la Roma, contro il Genoa, doveva segnare almeno altre 4-5 volte ma un allenatore può spiegare le diverse tipologie per andare in porta o impedire che gli altri segnino ma se i suoi giocatori non centrano lo specchio della porta da 10 metri senza marcature avversarie o davanti al portiere avversario, quali responsabilità ha il mister giallorosso? Questo match è stato preparato in maniera perfetta da Garcia ed anche nella seconda parte di gara, quando i giallorossi hanno un po’ tirato i remi in barca nonostante le indicazioni dalla panchina, la Roma ha creato almeno 4 palle-gol nitide. Un aspetto da gestire meglio c’è: la gestione degli incontri negli ultimi minuti quando il risultato è ancora in bilico. Il problema atavico del “braccino del tennista” sembra aleggiare anche quest’anno e sarebbe molto grave buttare tutto per la paura di vincere. I valori tecnici tra Roma e Juve sono pressoché identici, bisogna saper gestire impegni, energie e rimanere concentrati su tutte le partite che si disputeranno da qui al 31 maggio.

Fonte: Massimo De Caridi

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