L'importanza di chiamarsi De Rossi
L’importanza di chiamarsi Ernesto è una delle commedie più divertenti e conosciute di Oscar Wilde. Oppure - ci perdonerà se parafrasiamo il titolo - di chiamarsi Daniele De Rossi a Roma.
La prima volta che è entrato a Trigoria, Daniele De Rossi aveva 12 anni e di quei colori era già tifoso: “E’ la mia casa”, ha ripetuto tante volte nel corso degli anni. L’ultima, la scorsa estate, quando in Conferenza Stampa ha messo a tacere le voci su una sua possibile cessione ribadendo il suo amore per questa squadra e questa città.
Correva l’anno 2004 e Daniele correva sotto la Sud baciando la maglia dopo il 3-3 all’inter. E, nella memoria di tanti romanisti c’è ancora quella maglia tirata d’amore all'inverosimile per mostrarla con orgoglio ai tifosi fino a strapparla. Sembravano le prove generali di un amore destinato ad essere eterno.
Poi qualcosa si è rotto. Alcuni tifosi lo hanno scaricato, per molti più che Capitan Futuro è diventato “il caso De Rossi” o mister6milionidieuro”, rigorosamente tutto attaccato per rafforzare il concetto. Cosa sia successo non è dato saperlo, certo è che il centrocampista di Ostia viene da stagioni tribolate e opache.
Fino a quella di quest’anno fatta di pochissime luci e molte ombre: il rapporto mai sbocciato con Zeman, le squalifiche, le polemiche e gli infortuni. Fatto sta che il centrocampista giallorosso è davvero il lontano parente del giocatore che faceva assimilare il suo nome a quelli di Xavi, Lampard e Gerrard.
In questa stagione non è mai andato a segno, non gli succedeva dal 2003-2004. Chi lo conosce bene è pronto a scommettere che darebbe tutto per siglare la sua prima rete stagionale domenica sera contro il Parma e ripetere quella corsa sotto la Sud baciando la maglia.
Siamo certi, comunque vada, che la telenovela Roma-De Rossi non è finita e che tante volte ancora assisteremo al valzer di conferme e smentite : “La Roma gli ha in pratica fatto capire che se dovesse arrivare un'offerta la prenderebbe (di nuovo) in considerazione"; oppure "De Rossi sempre più vicino al City", passando per “ De Rossi non si muove da Roma”.
Bisognerà aspettare la fine dell’estate per sapere, una volta e per tutte, se Daniele De Rossi legherà per sempre il suo nome a quello della Roma o se la sua sarà la favola di un principe, senza scettro né corona, che non divenne mai re.
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