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Lo show dei record

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 18-04-2014 - Ore 17:14

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Lo show dei record

Di certo non se l'aspettava, Rudi Garcia. O meglio, l'entusiasmo c'era sin da subito, da quando parlava ancora francese, col traduttore a fargli da spalla. Sin da quando lui, Garcia (e no, non "quello di Zorro?") era piombato a Roma con tante responsabilità e poche certezze. Quel Garcia - già fermo, deciso, sicuro di sé - non pare così distante da quello attuale. Dieci mesi dopo, però, una differenza c'è: sono tante le responsabilità, ma sono tante anche le certezze. La sua Roma, quella che nessuno immaginava, ha sfondato muri inimmaginabili a suon di calcio, ma di quello vero. È la Roma dei record, che dal baratro è voluta e vuol tornare nel paradiso delle grandi inseguendo la gloria. Perché la fame c'è, e il più affamato è proprio chi, ormai quasi da un anno, siede in panchina silente, con l'aplomb tipico di chi ha chiare le idee.

Livorno si gioca la prima di Serie A: la Roma non la vince da 7 anni (si giocava a Palermo, Spalletti vinse per 2-0), Garcia esordisce in Italia e con gol di Daniele De Rossi - che sa tanto di benvenuto - abbraccia i primi, essenziali tre punti in campionato. Dall'Armando Picchi all'Olimpico di Roma - contro il Chievo - per la prima volta nella storia della Serie A una squadra incatena dieci vittorie consecutive ad inizio campionato. 30 punti, poi qualche pareggio: da agosto a novembre la Roma è prima, da sola, guardando tutti e tutte dall'alto in basso. Non lo era dalla gestione Ranieri, quando quella Roma ebbe la faccia tosta di scavalcare l'Inter del Triplete. È la sorpresa, la rivelazione, l'outsider, dicono. Eppure pare già chiaro: c'è qualcosa di più. Lo dicono i numeri, lo dicono i tabellini, lo dice il derby. Sì, perché a tre anni di distanza dall'ultima vittoria contro la Lazio (2-0, doppietta di Francesco Totti), Garcia "rimette la chiesa al centro del villaggio", regalando ai tifosi un derby che definire fondamentale è poco. E se lui si sente già romanista, la città pare conoscerlo già da una vita. 

Con 19 gol - ad oggi - la Roma vanta la miglior difesa d'Italia (e per qualche tempo d'Europa). Con 68 reti segnate, invece, è seconda solo alla Juventus di Tevez e Llorente, che così beffardamente ci guarda dall'alto, come a dirci: "non basta, non basta ancora". Sono 17, invece, i giocatori andati in gol, numero pari solo alla rosa del Milan in questo campionato. Ed ecco che dopo 19 anni di pareggi, sconfitte e scelte giudiziarie, i giallorossi tornano a vincere sul campo del Cagliari, proprio con una tripletta di Mattia Destro, dato per spacciato già ad inizio stagione. E se si parla di Cagliari non si può non parlare di trasferte: questa Roma ne ha vinte 11, meglio di chiunque altro da quando la Serie A vanta 38 giornate (ovvero dal 2004). All'Olimpico, neanche a dirlo, "lo straniero non passa": la Roma, con 17 vittorie e 2 pareggi tra Coppa Italia e Serie A, è imbattuta. Solo Fabio Capello - era il 2001 - riuscì in tale impresa, vincendo ovviamente lo Scudetto. Le vittorie totali, in stagione, sono ben 27, regalando peraltro alla Roma il suo record personale di punti in Serie A alla 33esima giornata (79). Dal 2004 ad oggi solo la Juventus di Capello (80) e l'Inter di Mancini (84) riuscirono a far meglio, vincendo entrambe il Tricolore e stabilendo (parlando dei nerazzurri) il record assoluto di punti a torneo concluso (97). 

E se tutto ciò, misto ad una semifinale di Coppa Italiaraggiunta, parlando in termini di classifica non basta, ponendolo come premessa, invece, ci regala un futuro che dire limpido è poco. A 3 punti dall'ingresso in Europa senza preliminari, questa Roma può già pregustare i riflettori che contano, assaporando le note di quello che - prima d'esser rivisitato da Tony Britten - era l'inno d'incoronazione scritto da Handel. Per capirci: la sigla della Champions League.

Fonte: As Roma Membership - Cotumaccio

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