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Lo stile Juventus: "Buona la Fiorentina a pranzo"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 10-03-2014 - Ore 10:08

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Lo stile Juventus:

Bisogna saper vincere. E la Juve ne è indubbiamente capace, sul campo. Il successo con la Fiorentina, unito alla sconfitta della Roma in quel di Napoli, porta il vantaggio sui giallorossi a 14 punti: benché Garcia abbia da recuperare una partita - peraltro contro un Parma scintillante - è praticamente impossibile ipotizzare una rimonta. L’unica incertezza, ormai, non sembra riguardare chi vincerà il titolo, ma quando la Juve se lo aggiudicherà aritmeticamente. Non c’è stato bisogno della migliore Juve per battere, con merito assoluto, una Fiorentina troppo dimessa per un tempo e poi solo un po’ più convinta. Le recriminazioni viola sono racchiuse nella traversa di Matos a fine gara e, soprattutto, nel gol annullato a Diakité per fuorigioco. La rete in realtà sembra regolare, ma diciamo subito con chiarezza che l’errore del guardalinee non è clamoroso, né scandaloso. Ci sta, insomma, di sbagliare per pochi centimetri. La domanda, semmai, è un’altra: se l’ordine di Fifa e Uefa è di non segnalare il fuorigioco quando si è nel dubbio, perché la bandierina è andata su? La nostra sensazione è sempre la stessa: nel dubbio, più dell’indicazione dei vertici arbitrali, conta il peso di una società. Bisogna saper vincere, dicevamo. E se la Juve ne è straordinariamente capace sul campo, non si può dire altrettanto al di fuori. Appena finita la partita, sul profilo Twitter ufficiale del club bianconero sono apparse le seguenti parole: «Buona la Fiorentina a pranzo. Ci rivediamo fra quattro giorni, per cena». Ora: ci sono i dirigenti e i tifosi. E i ruoli devono, per forza, rimanere distinti. Apprezziamo gli sfottò, le battute e le prese in giro, ci mancherebbe: sono il sale del calcio. Ma non tutti possono permetterseli, tanto più in una situazione delicata come quella attuale: Juve e Fiorentina sono divise da un’acerrima rivalità; tra campionato ed Europa League si affronteranno tre volte in dieci giorni, con un ulteriore accumulo di tensioni; i padroni delle società sono separati da interessi economico-finanziari contrapposti e si gridano in faccia la reciproca disistima ogni santo giorno. Ebbene, come può venire in mente di buttare benzina sul fuoco con un messaggio del genere? Con quale coraggio questi dirigenti chiederanno ai tifosi di usare la calma e il buon senso, se sono loro i primi ad accendere gli animi? Gli sfottò appartengono ai bar sport (e lo diciamo con grande rispetto per i nostri amati bar sport), ai comici, agli imitatori. Non possono comparire sull’organo ufficiale di un club come la Juve, un tempo - già, un tempo - conosciuta per il suo stile. E la Federcalcio, e anche chi si occupa della sicurezza negli stadi, cosa ne pensano? Resteranno sempre tutti zitti e sull’attenti, come bravi soldatini di fronte al capo?

Fonte: Stefano Agresti- Corriere dello Sport

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