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MALAGO': "Basta disastri con le partite a porte chiuse"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 10-10-2013 - Ore 17:35

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MALAGO':

Il Predidente del CONI Giovanni Malagò ha detto la sua sul problema delle gare a porte chiuse per discriminazione territoriale, argomento che in questi giorni è di grande attualità nei Palazzi del calcio italiano.

"Dobbiamo tornare tutti con i piedi per terra e usare il buonsenso. Urgentemente si corra ai ripari e si trovi una soluzione che da una parte rispetti l'Uefa e dall'altra non faccia vedere dei disastri come le partite a porte chiuse perchè così a perdere è solo il calcio. La premessa di questa vicenda un pochino assurda è che c'è una novità rappresentata dal fatto che dopo tanti anni negli stadi italiani abituati a cori più o meno sbagliati, beceri, ironici, strafottenti, violenti, ma uno può usare il peso che vuole, si è scoperto che questa cosa non va bene sulla base di un regolamento che è stato recepito dalla Federcalcio con l'integrazione della parola 'territorialita - ha spiegato Malagò a margine di un evento al Coni - E quindi, come avevo detto, non si possono fare discriminazioni nelle discriminazioni. Tutto questo perchè a monte c'è l'Uefa che ha fatto capire che deve esserci tolleranza zero sotto il profilo della discriminazione. Visto che c'è una novità, e che questa legge va un pò troppo a penalizzare le società in virtù del noto problema della responsabilità oggettiva - ha poi aggiunto il presidente del Coni - facciamo in modo che, anche se per poche persone che esprimono in modo inaccettabile la propria opinione, non ci si ritrovi con tutto il resto della comunità del calcio costretta a non poter vedere le partite«. Secondo Malagò, inoltre, allo stato attuale c'è »il rischio che si arrivi a un giudice, o a una serie di giudici, che col compasso o col misurino dicono cosa è sfottò e cosa invece è discriminazione. Rischiamo di sfiorare il ridicolo, per questo serve buonsenso«. E forse anche la legge sugli stadi. Questa situazione è una ulteriore spinta a sbrigarci perchè ancora di più si potranno individuare bene le persone, isolare un certo tipo di frange della tifoseria, creare un clima e un contesto sociale diverso, nuove dinamiche culturali. È chiaro che la soluzione va trovata un pò prima della legge sugli impianti, ma è tutto nella stessa direzione".

Fonte: ANSA

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