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Malagò: "Le pene del dl stadi sono molto importanti"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 09-10-2014 - Ore 13:40

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Malagò:

"Non ci sono solo parole ma anche fatti, mi sembra che si vada verso una direzione che qualcuno chiama di inasprimento ma che in realtà fa capire che non si sta scherzando. E mi sembra che le pene sono molto importanti". Giovanni Malagò, presidente del Coni, si esprime così sulle misure previste dal Dl stadi che oggi ha ottenuto il via libera dalla Camera. Il testo, che contiene misure come daspo di gruppo, blocco delle trasferte e arresto differito, passerà ora al vaglio del Senato. "Speriamo che ci si renda conto che attraverso questo ulteriore giro di vite ormai non c'è più margine per ripetere certi errori del passato -sottolinea il numero 1 dello sport italiano a margine della presentazione del Grand Prix of Italy di offshore al Circolo Canottieri Aniene-. Era stato auspicato e mi sembra che stia procedendo in questo senso". Il pacchetto di norme prevede anche l'onere a carico dei club di versare una quota dell'incasso (dall'1 al 3 percento) per pagare gli straordinari delle forze dell'ordine addette alla sicurezza: "È normale -ammette Malagò- che i club siano dispiaciuti di un provvedimento fatto in corso d'opera, perché non è preventivato. È anche vero che questo è un problema tutto del calcio in quanto, in altre manifestazioni anche più importanti come il Sei Nazioni, non c'è un poliziotto, mentre in una partita di Serie A italiana in cui magari ci sono solo 5.000 persone esiste un enorme dispiegamento di mezzi. Qualcosa qui non funziona».Mi dispiace -precisa Malagò- ma un certo tipo di sentimento del paese interpretato dalla politica di oggi va in questa direzione". I club lamentano il fatto di pagare già al fisco oltre un miliardo di euro e di ricevere sempre meno in cambio: "Alcune istanze del mondo del calcio sono più che legittime e sacrosante -riconosce il presidente del Coni-, il loro ragionamento non fa una piega perché oggi danno molto di più di quello che ricevono. Ma se questo discorso lo allarghiamo agli settori, cominciamo adesso e non so quando finiamo. A partire dalla denuncia dei redditi di molti cittadini".

Fonte: Adnkronos

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