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Marotta insiste: "Gli scudetti vinti sul campo sono 33" Dybala? E' bravo, ma Zamparini chiede troppo"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 04-05-2015 - Ore 11:05

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Marotta insiste:

Un Marotta a tutto campo, quello che è intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io sport, per la Juventus gli scudetti «vinti sul campo sono 33»: lo ha ribadito il dg del club bianconero Beppe Marotta, quanto alla possibilità di chiudere la diatriba sui 33 scudetti ufficiali, accettando la sentenza che ne riconosce ai bianconeri solo 31, Marotta è categorico: «è una ferita non rimarginata e c'è un contenzioso aperto» Marotta ha ribadito che «gli scudetti vinti sul campo sono 33. La situazione che stiamo vivendo è iniqua, ha aggiunto il direttore generale del club bianconero. Non dimentichiamo che la relazione di Palazzi (procuratore federale, ndr) è stata molto iniqua e pesante. Noi stiamo ancora aspettando che ci siano delle sentenze precise. I nostri lavorati stanno lavorando per per riportare a galla la verità»

«Se mi aspettavo una stagione così? Che potessimo lottare si, ma non così. C'erano forti motivazioni in noi e nei giocatori e sapevamo che avremmo lottato fino alla fine sicuramente». Beppe Marotta, direttore generale della Juventus, si augurava di vivere una stagione come quella di quest'anno ma forse non se l'aspettava così come è arrivata. Il merito va ascritto a tutti: «la squadra che scende in campo è lo specchio della società, la storia della Juve insegna questo, passano dirigenti e giocatori ma la società ha sempre vinto». Dopo il successo del quarto scudetto consecutivo la squadra di Allegri è concentrata sulla doppia sfida delle semifinali di Champions League con il Real Madrid di Carlo Ancelotti. «È una bellissima occasione, un bello spot per il calcio italiano, nuovamente protagonista in una competizione che ha visto diverse volte squadre italiane arrivare a questo punto e vincere. Ci troviamo di fronte tre corazzate ma vogliamo provarci. Ce la vogliamo giocare fino in fondo, con tanta motivazione e voglia di fare bene», ha sottolineato Marotta, dopo i tre scudetti vinti con Antonio Conte la Juve ha proseguito a vincere con Massimiliano Allegri. «Di base ogni allenatore ha le sue peculiarità. Se dovessimo analizzare le caratteristiche di Conte e di Allegri troveremo due soggetti diversi, che conoscono il calcio, che hanno un differente modo di gestire il gruppo, ma due grandi professionisti. Con squadre composte da campioni di questa natura bisogna sapersi relazionare nel modo migliore, quello di Conte è più deciso e duro, quello di Allegri più morbido, ma entrambi sono riusciti a vincere.> Poi parla di Pogba che per il DG della Juve, non è in vendita. “Pogba è in assoluto il giovane migliore in circolazione nel mondo adesso, ha detto Marotta. E ha attirato su di sè gli occhi di molti grandi club. Anche la Juventus è un grande club. Non siamo abituati a vendere, salvo in passato rarissime cessioni eccellenti. Non ci sono i presupposti perchè Pogba vada sul mercato, e lo stesso giocatore non ha manifestato l'intenzione di lasciare la Juventus»  e puntualizza sul contratto di Tevez:  «termina nel 2016, in questo momento non ci sono i presupposti perchè si possa interrompere il contratto». Marotta ha avuto parole di elogio per il calciatore, «ha fatto benissimo con noi, 57 presenze, quasi 40 gol, la Juventus ha potuto godere delle sue prestazioni in modo straordinario. Sappiamo che in carriera ha girovagato molto, che ha nostalgia del suo paese. Ma in questo momento non ci sono i presupposti per interrompere il contratto che scade nel 2016» la chiusura sul talento del Palermo Dybala: «Juve interessata a Dybala? Abbiamo come obbiettivo la vittoria, in tutte le competizioni che giochiamo ed è giusto mixare giovani ed esperienza. È chiaro che abbiamo nel nostro dna la volontà di valorizzare i giovani, abbiamo già Morata, Coman, Mattiello, ma vogliamo continuare su questa strada. Ci guardiamo attorno e Dybala è un giocatore interessante, del '93, deve fare 22 anni. Ci siamo incontrati con Zamparini ma oggi sussistono divergenze di carattere economico, è giusto che il presidente del Palermo faccia il suo prezzo, ma noi faremo la nostra corsa»

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