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Mercato Story – Mutu è della Roma. Anzi no. Non bastò neppure il ‘milione di Totti’

condividi su facebook condividi su twitter Di: Matteo Luciani 13-08-2018 - Ore 22:45

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Mercato Story – Mutu è della Roma. Anzi no. Non bastò neppure il ‘milione di Totti’

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Estate 2008. La Roma di Luciano Spalletti è reduce da una stagione da record in Serie A (grazie agli 82 punti conquistati sul campo, cifra mai raggiunta prima dal 1927) che tuttavia, come spesso accaduto, non è bastata a portare a casa il tanto agognato scudetto. Ci è voluto un tempo di Zlatan Ibrahimovic a mezzo servizio in quel di Parma per permettere all’Inter di Roberto Mancini di vincere ancora una volta il tricolore.

I giallorossi, comunque, si sono consolati con la vittoria della nona Coppa Italia della propria storia al termine di un combattuto match contro gli stessi nerazzurri.

Conclusa la stagione agonistica, è tempo di calciomercato. Come ogni estate, la società di Rosella Sensi è costretta a vendere il solito pezzo pregiato per poter fare cassa e reinvestire parte dei milioni incassati nella campagna di rafforzamento della squadra.

Il prescelto per uscire da Trigoria stavolta è l’esterno offensivo Amantino Mancini, per molti anni cardine del 4-2-3-1 di Luciano Spalletti. L’allenatore di Certaldo non gradisce tale soluzione ma deve piegarsi al diktat del club, con il quale i rapporti iniziano a farsi sempre più tesi dopo l’ormai arcinoto viaggio in gran segreto a Parigi per parlare con il Chelsea di Abramovich.

Nel tentativo di far dimenticare al meglio la cessione di Mancini, finito alla diretta concorrente dell’Inter per circa venti milioni di euro, la Roma prova a mettere a segno quello che potrebbe a tutti gli effetti essere definito un ‘grande colpo’: il romeno della Fiorentina Adrian Mutu.

L’ex Juventus è reduce da stagioni eccezionali agli ordini del suo mentore Cesare Prandelli. In particolare, nel precedente campionato di Serie A disputato, Mutu ha realizzato ben diciassette reti. Spalletti sarebbe entusiasta di accoglierlo a Trigoria per riempire il vuoto lasciato da Mancini.

Iniziano, così, timidi tentativi di approccio da parte del ds giallorosso Pradè sia nei confronti dell’omologo viola Corvino sia del calciatore. Nel secondo caso, entra in gioco anche la figura di Francesco Totti.

Il capitano giallorosso e Mutu vengono addirittura immortalati in un colloquio durante le vacanze. A Firenze scoppia la bufera. 

Chissà se proprio in quella circostanza, Totti intanto dimostra una volta in più, qualora ce ne fosse stato il bisogno, l’amore viscerale nei confronti della ‘sua’ Roma: per raggiungere l’accordo definitivo tra la società giallorossa e il romeno ‘balla’ ancora circa un milione di euro. La risposta di Francesco Totti è secca: “Il milione che manca ce lo metto io ma compriamo Mutu”.

Si arriva così al 22 luglio 2008, il giorno della verità. 

Daniele Pradè comunica ufficialmente a Pantaleo Corvino la volontà di acquistare Adrian Mutu mediante un’offerta che si aggira sui 19,5 milioni di euro. Il giorno stesso, il ds viola comunica alla stampa l’offerta ufficiale dei giallorossi. Firenze è una polveriera. Alle 17.00 a San Piero a Sieve, sede del ritiro estivo della Fiorentina, l’attaccante scende in campo per l’allenamento e viene subissato dai fischi di quei tifosi che sente sempre di più come ex. 

Sembra tutto fatto per Mutu alla Roma.

In tutto questo caos, interviene il tecnico Cesare Prandelli, che non ha la minima intenzione di privare il proprio undici titolare del suo calciatore più importante a pochi giorni dal preliminare di Champions League con lo Slavia Praga. L’allenatore di Orzinuovi minaccia addirittura di dimettersi nel caso di cessione della stella romena. 

Alla fine, in quel momento, ‘vince’ Prandelli. Durante la notte tra il 22 e il 23 luglio, la società viola emette un comunicato che gela la Roma e i suoi sostenitori, mentre fa esplodere di gioia i fiorentini: “Adrian Mutu è e resterà un giocatore della Fiorentina”. 

A posteriori, invece, si può dire che persero tutti: Mutu in primis, che nelle seguenti due stagioni in viola non sarebbe più tornato ai livelli mostrati in precedenza (solo 8 gol in Serie A tra il 2009 e il 2011 prima di migrare nel modesto Cesena); la Fiorentina, che rinunciò a una lauta cifra da poter reinvestire sul mercato in calciatori forse meno appagati; Cesare Prandelli, che vide i suoi rapporti con la proprietà viola definitivamente deteriorati e che non avrebbe più raggiunto in carriera i risultati mostrati con la Fiorentina; infine, la Roma di Spalletti, che ripiegò sul duo Julio Baptista-Menez e andò incontro a un’annata avara di soddisfazioni anche a causa di un tecnico toscano ormai saturo dell’ambiente e della società capitolini.

Fonte: A cura di Matteo Luciani

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