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Moviola, ogni squadra potrà chiederla 2-3 volte

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 07-10-2014 - Ore 20:55

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Moviola, ogni squadra potrà chiederla 2-3 volte

Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, non ha perso tempo: la moviola è lo strumento ideale per dare un aiuto ai direttori di gara, senza stravolgere però le regole del calcio. "La Figc è disponibile all'esperimento" è il messaggio al numero 1 della Fifa, Sepp Blatter, che ha aperto la strada alle nuove tecnologie nel recente Mondiale.

LA VIRATA DELLA FIFA — C'era una volta Franco Baresi e il fuorigioco usato come arma tattica: avversari sterilizzati. Scordiamoci il passato, il futuro viaggia su altre frequenze d'onda. Un futuro che Blatter fiuta sempre un secondo prima degli altri: anche per questa ragione guida la Fifa dal 1998 e si appresta all'ennesima rielezione (sarebbe la quinta). Da domenica sera l'Italia s'interroga sulle decisioni dell'arbitro Rocchi e su un gol (quello di Bonucci) da annullare secondo le logiche del buon senso, ma che le regole sempre più estremiste sull'offside rendono regolare. Le polemiche e i veleni di casa nostra non influenzano minimamente le decisioni dei vertici del calcio. Anzi, le reazioni quasi isteriche sono biasimate dalle parti di Zurigo e Nyon (sedi di Fifa e Uefa), tanto da considerarci un caso patologico. Ma su un punto le strade s'incontrano: l'introduzione di un aiuto tecnologico per gli arbitri, sempre più alle prese con situazioni al limite. La moviola in campo, tanto per essere chiari, è davvero molto vicina. Fino al 2010 il muro per arginare qualunque novità è stato granitico, poi qualcosa è cambiato dopo i disastri e le sviste nel Mondiale 2010. Blatter ha fiutato il vento e si è girato dalla parte giusta. La goal line introdotta in Brasile 2014 è stata un successo: mai più una rete fantasma a decidere una gara o peggio una finale, come nel 1966. Ma la Fifa andrà oltre e senza esautorare l'arbitro cercherà di metterlo al riparo da facili polemiche grazie a un alleato antiveleni: la moviola. Bonucci non c'entra nulla. L'idea, semmai, nasce (anche) da alcune considerazioni sulle continue modifiche fatte al fuorigioco. Passato, presente e futuro si ritrovano nello stesso piatto.

FILOSOFIA — Fin da principio chi ha ideato le regole del calcio ha cercato di rendere lo spettacolo sempre più attraente agli occhi del pubblico. Per loro il sinonimo di attraente (giusto o sbagliato che sia) è più gol. Nel 1925 il fuorigioco cambia in modo sostanziale: scatta se chi attacca non ha due giocatori avversari tra sé e la porta. Prima di quella data il numero era di tre, mentre all'inizio si era pensato a 4. Questa modifica dà i frutti sperati: i gol aumentano in modo vertiginoso. Le cose funzionano per più di 60 anni, poi arriva Arrigo Sacchi e spiazza tutti: la sua difesa sale in modo repentino fino a centrocampo, sfruttando il pressing dei compagni. Nella rete dell'offside finiscono in continuazione pesci-attaccanti. Le squadre si adeguano e copiano il maestro. "Così non va", pensa la Fifa. E arrivano le contromisure: s'introduce il concetto di attivo e passivo. "Un giocatore che non partecipa all'azione non è punibile. Non solo, se la palla è giocata da un compagno scattato in posizione regolare, quel fuorigioco di partenza è sanato".

LA LUCE — Circa 10 anni fa altro colpo alla botte-fuorigioco: prima tra un difensore e un attaccante doveva esserci la "luce". In sostanza i due corpi dovevano essere staccati. La Fifa spegne questa luce e si arriva ai centimetri: basta un mezzo piede per far scattare il fuorigioco. La richiesta non è per umani e agli assistenti viene data una indicazione per aiutarli: "Nel dubbio (quindi praticamente sempre in casi simili, ndr) non segnalate l'offside". Stiamo arrivando ai nostri giorni, negli ultimi due anni le maglie del fuorigioco si sono sempre più ristrette: una giocata rimette in pista l'attaccante in fuorigioco, basta che non contenda il pallone o non interferisca. Cosa vuol dire interferire? Nel caso di Vidal deve ostruire la linea visiva del portiere. Deve impedirgli di veder partire il tiro di Bonucci: se questo non accade (e basta uno spiraglio) la rete è regolare.

CHALLENGE — Il fuorigioco portato all'estremo assicura più gol. La Fifa, quindi, non tornerà mai indietro spinta da compassione per le difficoltà incontrate dagli assistenti. Ecco perché a inizio del 2014 Blatter si è spinto in avanti. C'è da far conciliare le situazioni al limite (di lettura impossibile per arbitri e collaboratori che si tengono a galla grazie alle loro capacità mostruose d'esperienza, sbagliando pochissimo) con la regolarità di una partita. Serve un aiuto tecnologico. E allora meglio prevenire invece che curare (come accaduto con il gol fantasma di Lampard). Ecco perché la Fifa ha cambiato opinione sulla moviola in campo. Una idea che si è fortificata dopo il Mondiale 2014: la tecnologia può essere l'antivirus ai veleni. Blatter ama stupire, ma la sua uscita sui challenge (come nel tennis) da utilizzare 2-3 volte a partita per squadra non è estemporanea, ma studiata nei minimi dettagli. Arriverà in tempi brevi e si potrà utilizzare su tutto (fuorigioco in primis, ma anche sui rigori ed espulsioni). Prima, però, bisogna ottenere l'ok dall'Ifab e testarla. Se Blatter si è spinto così in avanti sa di poterlo fare. La sperimentazione di solito inizia con tornei giovanili, ma anche l'uscita di Tavecchio non può essere solo legata agli umori di Juve-Roma: il presidente Figc ha incontrato Blatter di recente e forse sa che il tempo della moviola è in arrivo. Essere in pole position è sempre un bel vantaggio...

Fonte: GAZZETTA.IT

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