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Omicidio Esposito, parla De Santis: "“La pistola non era mia” - Avv. Pisani: "Spero che il PM chieda l'ergastolo"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 14-04-2016 - Ore 18:14

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Omicidio Esposito, parla De Santis:

 

ROMAPOST.IT - STABILE - “La pistola non era mia, l’ho sfilata di mano a un uomo corpulento, che ho visto benissimo in faccia e che non era certamente Ciro Esposito. Era a capo di un gruppo di persone ed è venuto diretto verso di me”. Lo racconta in aula Daniele De Santis, che per la prima volta ha parlato oggi, a Rebibbia, nel processo a suo carico per l’omicidio di Ciro Esposito, tifoso del Napoli ferito a morte a Tor di Quinto, il 3 maggio 2014, prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. L’ex ultras della Roma, che non frequenta gli stadi dal 2008, ha ammesso di aver sparato, ma ha detto di averlo fatto dopo essere stato aggredito, senza neanche guardare e, soprattutto, con un’arma che non era sua. “Non ho mai maneggiato armi in vita mia – le parole del 50enne imputato – gli ultras usano soltanto le mani, sono contrario a coltelli e bastoni (anche se il pm Albamonte gli ha ricordato una perquisizione nella sua abitazione, nel giugno 2004, in cui furono ritrovati una pistola lanciarazzi e un taser elettrico, n.d.r.).

DE SANTIS: “MI HANNO COLPITO CON LA PISTOLA” - Di fronte alla Terza sezione della Corte d’Assise di Roma, presieduta da Evelina Canale, De Santis ha ricostruito quanto avvenuto in quel sabato pomeriggio di quasi due anni fa: “Nei pressi del Ciak Village ho visto lanciare bomboni e torce. Sono uscito dal cancello, ho preso un fumone da terra e l’ho tirato e, a un altro, ho dato un calcio. Ho provato a dire al pullman (che era davanti al cancello, n.d.r.) di spostarsi perché c’era gente che aveva paura, poi mi sono girato per rientrare e ho preso una bastonata e due coltellate. Sono caduto a terra e hanno continuato a menarmi. Poi una persona bella grossa mi ha dato una pistolettata in testa, pensavo fosse una lanciarazzi perché non si usa portare le pistole allo stadio. Poi gli ho agganciato il braccio, ci siamo litigati la pistola che lui teneva dalla canna e ho esploso i colpi senza mirare. Subito dopo sono svenuto”.

De Santis nega di essere stato spalleggiato da altre persone, che, secondo alcuni testimoni, indossavano caschi integrali: “Io ero da solo, quella è casa mia, non aggredirei mai un pullman davanti a casa mia. Non ho esploso nessuna bomba, era tutta roba che stava là per terra”. De Santis inoltre non ha riconosciuto, in foto, i volti di Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, imputati per rissa aggravata oltre a essere stati feriti dagli spari dell’ex ultras romanista. “Mi dispiace che sia morta una persona. Ci penso ogni giorno”, ha detto De Santis: in aula, alle sue spalle, c’erano anche Antonella Leardi e Giovanni Esposito, i genitori di Ciro Esposito. L’avvocato Angelo Pisani, legale della famiglia Esposito, a fine udienza si è augurato che “il pubblico ministero chieda ed ottenga la condanna all’ergastolo, perché la massima punizione del colpevole sarà unico modo per rendere giustizia alla memoria di Ciro e alla sua famiglia”.

Fonte: ROMAPOST.IT - STABILE

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