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PAROLA ALL'ESPERTO - La criptonite del calciatore? La pubalgia

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 16-11-2014 - Ore 19:00

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PAROLA ALL'ESPERTO - La criptonite del calciatore? La pubalgia

Cosa è la pubalgia?

Con la parola pubalgia diciamo molto e non diciamo nulla, è un po' come quando si dice lombalgia, periartrite scapolo omerale: si identifica una parte del corpo che risulta dolente, infiammata, ma non si evincono ne  la causa la soluzione del problema.

Quando diciamo pubalgia ci riferiamo ad una affezione dolorosa nella zona del pube, degli adduttori o delle parti più basse della parete addominale, ma non diciamo la possibile causa di questi dolori: la  zona del pube e' una parte del corpo umano molto complessa, vi convergono molte strutture: ossa, articolazioni, muscoli, tendini e legamenti. Ognuna  di esse è innervata ed in quanto tale può dare origine, se irritata ad una sintomatologia dolorosa.

 

Quali sono i sintomi?! E come si può avere la diagnosi?

Uno dei problemi peggiori di questa sindrome dolorosa è che si instaura in maniera molto "subdola": all'inizio c'è un po' di fastidio nelle zone suddette, soprattutto al mattino ma di solito con il movimento tende a diminuire se non a sparire del tutto, quindi l'atleta sottovaluta questi segnali e continua la sua attività  fino a quando il dolore aumenta, diventa insopportabile sia a riposo che durante lo sforzo fisico e  arrivati a questo punto lo stop dalla pratica agonistica potrebbe diventare molto più lungo.

Una prima diagnosi può già essere effettuata con una valutazione fisica da parte di un fisiatra o di un ortopedico, le conferme si avranno con una ecografia o nei casi più complessi con risonanza magnetica.

 

Perché è così frequente nei calciatori?

I calciatori sono soggetti a questa patologia perché utilizzano quasi esclusivamente  gli arti inferiori nella loro pratica sportiva, i gesti sono ripetitivi e gli stimoli che arrivano nella zona del pube sono notevoli. Purtroppo molto spesso anche i calciatori che sono seguiti da professionisti sanitari e tecnici di primo livello potrebbero  non avere una postura ottimale, o le giuste lunghezze muscolari, oppure non hanno un gesto tecnico proprio perfetto: questo fa si che nel tempo si sviluppino degli squilibri nella zona del pube, alcune strutture iniziano a lavorare più di altre, fino a quando questo surplus di lavoro diventa insopportabile e quindi doloroso; immaginate un automobile con le gomme fuori equilibratura e convergenza, man mano che ci si cammina l'usura del pneumatico non sarà uniforme e sicuramente andrà sostituito prima del tempo.

 

Cosa si può fare con la fisioterapia?

Molto, anzi direi... Tutto, nel senso che nella maggior parte dei casi con una buona fisioterapia si guarisce; all'inizio l'obbiettivo sarà quello di ridurre lo stato infiammatorio e doloroso sia con i macchinari di terapia fisica (tecar, laser, ipertermia etc.) che con le tecniche di terapia manuale, successivamente si procederà con la parte più importante: una attenta valutazione della postura dell'atleta, delle sue lunghezze muscolari ed un analisi minuziosa del gesto tecnico; sicuramente si troveranno squilibri sui quali il fisioterapista lavorerà per ridare all'atleta un corpo funzionale, in equilibrio e senza dolore.

Se la patologia è presa in tempo, alle prime manifestazioni dolorose, i tempi di recupero non sono lunghissimi nel giro di tre, quattro settimane l'atleta può tornare alla pratica sportiva, anche se per un po' di tempo dovrà seguitare il training posturale con il suo fisioterapista. Ma se si arriva agli ultimi stadi i tempi si allungano molto, parliamo di tre, quattro mesi in quanto ci vorrà molto più tempo per diminuire il dolore e per agire in maniera efficace sugli squilibri e sui compensi che nel tempo si sono instaurati nel corpo del calciatore.

 

Si potrebbe prevenire?

Assolutamente si, se si fanno equilibratura e convergenza della macchina bisognerebbe farla anche del corpo umano soprattutto su quello dell'atleta che rimanendo nell'ambito della metafora automobilistica e' una macchina da corsa ed in quanto tale ha bisogno di molta più manutenzione.

Alla base ci sta un lavoro periodico di controllo e di lavoro sia sulla postura che sul gesto tecnico; il problema è che questo lavoro dovrebbe iniziare quando i ragazzi frequentano le scuole calcio e non da adulti.

 

E se non si risolvesse con la fisioterapia?

Nei casi più severi ovviamente le soluzioni potrebbero essere più invasive e potrebbero andare dalle infiltrazioni locali alla chirurgia; alle quali comunque dovrà seguire un periodo molto importante di riequilibrio posturale  e di riadattamento all'attività fisica

Fonte: Massimiliano Magni - Fisioterapista

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