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Perrotta. "Serve sintonia piena tra Garcia e società, ma la squadra c'è ed è forte. Totti? Sarebbe bello vederlo allenatore"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 04-06-2015 - Ore 10:26

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Perrotta.

L'ex centrocampista giallorosso Simone Perrotta è intervenuto sulle frequenze di ReteSport per parlare dell'attuale situazione della Roma. Queste le sue parole riportate da Tmw:

"L'aspettativa iniziale era diversa, ma il secondo posto consecutivo è un grandissimo risultato. Dopo la stagione passata ci si aspettava di più e la squadra poteva far di più. Ha avuto dei problemi ma fortunatamente è riuscita a prendersi il secondo posto. Non dimentico che sono mancati dei giocatori importantissimi rispetto allo scorso anno, come Strootman, Castan, Benatia, Maicon, che era quello che dava superiorità numerica in attacco e imprevedibilità offensiva. Inoltre l'anno scorso c'era un altro Gervinho. Sono mancati dei punti cardine, sono arrivati giocatori forti come Iturbe, che però non ha reso. Lui è un grande calciatore e lo dimostrerà sul campo. La mancanza di uomini, oltre che giocatori, si è sentita parecchio. Strootman ha un problema di calcio, quello di Castan esula dal mondo calcistico. Bisogna vedere come arriveranno a luglio, sono due giocatori che se dovessero star bene sono troppo importanti. Se non fossero nelle condizioni, bisognerà sostituirli con giocatori di questo livello. E' importante che ci sia un condottiero che conosce la piazza di Roma e i proprio giocatori. Garcia ha dimostrato tutto ciò, ma è la società che deve prendere delle decisioni. Non è facile giudicare un allenatore, ma secondo me ha fatto due ottime stagioni, in cui nonostante tutto è riuscito ad arrivare secondo in classifica. Se ci soffermiamo sull'aspetto sportivo, bisogna riconfermarl".

Le parole di Garcia? E' difficile, dall'esterno ho pensato che lui ha pensato che la Juventus sia più forte. Il suo è stato un atto di onestà verso la piazza. La dichiarazione dopo Juve-Roma era giusta, perché nella squadra si stava creando un alibi, il momento era giusto per dire quelle cose. Però quello che ha detto in questo momento sembra più un appello per dire 'ho bisogno di una squadra più forte per vincere lo scudetto. La comunicazione in quel momento penso sia stata giusta, l'ho condivisa. E' anche giusto adesso, raggiunto il secondo posto, essere onesti e dire che con questa squadra non si vince lo scudetto. Il suo è un atto di onestà, poi può essere condivisibile o meno, ma ha avuto il coraggio di esprimere il suo giudizio. Se non ci fosse sintonia tra le parti sarebbe giusto lasciarsi; è chiaro che nell'ultimo anno di Spalletti qualcosa che non andava si intraveda. Io questa Roma la vedo forte, ma ha bisogno di qualcosa di nuovo in alcuni punti del campo ma rimane una squadra forte che è arrivata seconda nonostante tutto. Alla base però ci deve essere sintonia tra società, allenatore e squadra e credere tutti nello stesso progetto, ossia quello di puntare alla vittoria. In giro non mi fanno sentire un ex calciatore, ho trovato tifosi della Lazio che mi trattano come un avversario e tifosi della Roma che mi trattano ancora come un loro giocatore. Ho rappresentato la Roma in alcune iniziative molto belle e mi sento ancora uno della famiglia. Calciatori lo si è tutta la vita e essere associato alla Roma è ancora più bello. Fra qualche anno direi Francesco Totti, sarebbe il massimo per tutti vederlo continuare da allenatore. Qualcosa di molto bello per lui e per la città".

 

 

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