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Primi bilanci di mercato, in attesa del botto finale

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 09-08-2017 - Ore 15:50

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Primi bilanci di mercato, in attesa del botto finale

MASSIMO DE CARIDI - La Roma si è indebolita. Ci sono almeno 4 squadre più forti dei giallorossi. Le 2 romane lotteranno per un posto in Europa League. Il neo direttore sportivo appena arrivato ha detto che non avrebbe venduto Rudiger, che invece è passato al Chelsea poco dopo. La cessione di Salah è grave e pesante e la società non ha ancora trovato un sostituto degno. La partenza di Paredes si farà sentire e Mario Rui stupirà tutti a Napoli con il suo maestro Sarri. E ancora: l’addio di Totti sarà difficile da metabolizzare, Strootman non è un giocatore centrale nel gioco della Roma, che potrebbe fare a meno di lui. Il nuovo Salah? Meglio Berardi di Mahrez. Di Francesco è inesperto e soffrirà il salto da una squadra di provincia ad una big, Monchi? Un Sabatini alla spagnola. Kolarov? Ormai è bollito, è un nuovo Ashley Cole. Questo il campionario o almeno una parte delle tante parole in libertà di quello che viene definito “Ambiente Romano” in merito alla campagna acquisti (per molti campagna cessioni o smobilitazione) di Monchi e collaboratori. Detto che siamo al 9 agosto e che tutto può cambiare da un secondo all’altro, proviamo a fare un’analisi leggermente meno banale e superficiale di quanto riportato sinora. Senza scendere nel dettaglio dei motivi per cui sono state dette e scritte queste frasi, cerchiamo di capire quanto ci sia di vero o verosimile. Innanzitutto, dopo 6 anni in cui la campagna acquisti veniva fatta in maniera tardiva e quasi mai completa, Di Francesco è il primo allenatore ad avere una rosa a cui manca un solo elemento effettivo dei 22 richiesti (a meno di cessioni o aggiunte dell’ultimo momento). Solitamente, Luis Enrique, Zeman, Garcia e Spalletti dovevano attendere la fine del mercato per sapere quale materiale umano veniva messo a loro disposizione e con evidenti lacune colmate dalla polivalenza di qualche giocatore e dal valore più o meno importante del mister di turno. Mai la Roma americana aveva avuto una rosa così ampia con doppioni in ogni ruolo e quasi di pari valore. Una costante è quella di aver venduto un pezzo importante o comunque redditizio per fare plusvalenze utili al bilancio entro il 30 giugno. Parlando dell’aspetto tecnico, cominciamo proprio dall’allenatore abruzzese: le credenziali dell’ex Sassuolo sono decisamente migliori di quelle del Maurizio Sarri post-Empoli e che arrivò al Napoli 3 anni fa e forse anche di Antonio Conte pre-Juventus. In Campania, c’era curiosità per le idee di una persona che amava (ed ama) far giocare bene le proprie squadre, magari vi era un normale scetticismo iniziale ma non c’era la negatività cronica di un ambiente ormai malato dalle divisioni di quartiere che neanche ai tempi dei Guelfi e dei Ghibellini. A Roma, se la società fa una mossa qualunque, è oro per chi è a favore degli “americani” ed invece è spazzatura per chi è “nostalgico” della gestione societaria precedente. Ingigantire i pregi della proprietà USA per alcuni, deridere i difetti e rallegrarsene per altri è diventato più importante che dare giudizi in buona fede per quanto riguarda parte della stampa e schierarsi con i Guelfi o con i Ghibellini è diventato primario rispetto al risultato sportivo della Roma. Ecco perché si arriva a pensare ciò che chi tira l’acqua al proprio mulino vuol far credere. La campagna acquisti (che ribadiamo manca ancora di un bel diamante) messa su da Monchi è decisamente la più interessante dell’era americana con addirittura un bilancio economico stagionale in attivo anche con il nuovo esterno offensivo. Un solo dubbio più tattico che qualitativo, dovuto alla linea difensiva alta che vuole proporre Di Francesco: quanto saranno bravi ad adattarsi Fazio ed il neoacquisto Moreno? Juan Jesus e Manolas sono veloci, mentre gli altri 2 sono più abili sulle palle alte ed in fase di possesso palla ma in alcune partite l’argentino ed il messicano potrebbero soffrire le ripartenze a campo aperto degli avversari o la bravura di alcuni giocatori (vedi Juventus-Roma dell’International Champions Cup, quando Fazio non ha chiuso con i tempi giusti su Mandzukic e nella prima gara col PSG si è perso Matuidi). Un altro problema è quello dell’infermeria che continua ad esser sempre piena. Emerson Palmieri si è infortunato a fine maggio e difficilmente lo vedremo in perfetta forma prima della fine dell’anno, Florenzi si è ripreso da poco dal secondo infortunio al legamento crociato, Karsdorp sta recuperando dopo l’operazione al menisco e non sarà disponibile prima di un altro mese e non ha svolto la preparazione con i compagni, El Shaarawy sembra il meno grave ma è quasi un mese che ha un problema di lombalgia. Queste sono le reali problematiche con cui dovrà confrontarsi Eusebio Di Francesco, che per dirla alla Dino Viola: “si è preso una bella gattona da pelare” ma siamo convinti che ne ha lo spessore e le capacità per imporsi. Bravo è stato Monchi a mettersi vicino persone come Morgan De Sanctis, leader dentro e fuori dal campo e pronto per l’esperienza da team manager, a volere ancora al suo fianco Federico Balzaretti, tentato dall’offerta del Nantes ma rimasto a collaborare con la Roma e soprattutto, l’icona per eccellenza della storia giallorossa: Francesco Totti. Proprio l’ex ds del Siviglia ha fatto e sta facendo una grande opera sul “sempre” capitano sia in privato che in pubblico, dove non perde occasione per elogiare l’ex 10 giallorosso e farlo sentire importante ed all’interno di un progetto che vuole vederlo protagonista. Meno voli pindarici, meno “sole sui tetti di Roma” e più “romanismo” all’interno delle mura di Trigoria, così non si potrà più parlare di dirigenza “laziale”. Tante, invece, le note positive: quando sarà recuperato, Karsdorp potrà dimostrare il suo valore e la giovane età permetterà al ragazzo di migliorarsi. Bruno Peres non sarà l’unico terzino destro di ruolo come lo scorso anno, quando Florenzi e Rudiger si sono dovuti adattare lasciando qualcosa il primo in fase difensiva ed il secondo in quella di spinta. Dall’altra parte, Kolarov è stato acquistato per 5 milioni di euro e anche se ha 32 anni, un giocatore non è più così vicino al ritiro come negli anni ’80 e 3 anni ad ottimi livelli li può fare tranquillamente. Grazie a Guardiola, poi, il serbo ha imparato anche a svolgere il compito di centrale difensivo e chissà che non tornerà utile anche questo nel corso della stagione. Facendo un paragone con lo scorso anno: sulla carta, l’ex City ha tutto più di Mario Rui, a cominciare dall’esperienza internazionale e dai centimetri che contro avversari come Callejon, Mandzukic, Candreva o Perisic ed altri possono esser determinanti sulle palle alte. A centrocampo, la squadra ha fatto il più evidente salto di qualità: confermati i 3 titolari, al posto di Paredes è arrivato il capitano del Lione, Maxime Gonalons, che la Roma ha affrontato lo scorso anno e ne ha testato le capacità. Sarà un ottimo ricambio per De Rossi e l’alternanza permetterà ad entrambi di esser il più in forma possibile in un ruolo chiave nel gioco di Di Francesco. Lorenzo Pellegrini è un prodotto del vivaio romanista, che conosce benissimo le idee tattiche del mister, ma soprattutto è un vero talento e farselo scappare sarebbe stato gravissimo. Fosse andato da un’altra parte, lo avrebbero rimpianto tutti, ora è alla Roma? Normale amministrazione, anzi no… Avete pagato 10 milioni un giocatore vostro. E pensare che va a sostituire Grenier, arrivato per giunta a gennaio scorso e rispedito in Francia dopo poche presenze per problemi più fisici che tecnici. Il sesto per ora è Gerson, che sembra molto diverso dal brasiliano abulico e spento dell’era spallettiana ma qui è ancora troppo presto per darne un giudizio definitivo e capire se è il caso di mandarlo in prestito o lasciarlo crescere in giallorosso. Ci sarebbe anche Florenzi, che sarà avanzato nella zona nevralgica del gioco romanista e che dovrà riadattarsi al ruolo di interno di centrocampo (un po’ come dovrà fare Nainggolan, che Spalletti aveva inventato come moderno Perrotta ed ora tornerà a giocare nei 3 della mediana). Davanti, sono rimasti Perotti ed El Shaarawy, che si alterneranno sulla sinistra nel corso della stagione, Dzeko, che finalmente avrà un vice in grado di fargli tirare un po’ il fiato quando sarà stanco, cosa che era mancata tanto la passata stagione. Defrel potrà fare sia appunto il vice-Dzeko ma anche l'esterno offensivo di destra, posizione in cui sta giocando ora in attesa della cilirgina sulla torta di questo mercato. In più, è stato acquistato il giovane talento turco Cengiz Under, già nazionale a 20 anni e che tanto bene ha fatto in patria e che partirà come alternativa a Mahrez o chi per lui ma dai primi spezzoni di partita disputati, non escludiamo che possa trovare molto spazio in stagione. Manca, appunto, il sostituto di Salah ed a dirlo in continuazione sono proprio i diretti interessati: Di Francesco, che vuole provare i meccanismi offensivi con l’ultimo colpo (che magari possa far sognare la piazza) e Monchi, che sta giocando la prima vera importante partita da direttore sportivo. La sfida col Leicester per portare a Roma Mahrez è difficilissima, poiché da una parte ci sono gli inglesi, che hanno una proprietà ricca e non hanno bisogno di vendere se non al loro prezzo e dall’altra, la Roma non può e non vuole andare oltre una certa cifra per l’esterno algerino ma in generale per il tassello determinante per comporre il puzzle. Se lo spagnolo porterà a casa questo successo, potrebbe esser un segnale importante per una società che ha bisogno vitale di vincere un trofeo per far innamorare nuovamente la gente, per ridare un po’ di gioia ad una tifoseria sempre più divisa e che aspetta di alzare qualche coppa dal 2008 e nel calcio 10 anni sono un’infinità, soprattutto se i tuoi dirimpettai con squadre molto meno competitive, nello stesso periodo, hanno portato a casa 2 coppe Italia (di cui una dolorosa proprio nel derby) ed una supercoppa italiana, partecipando ad altre 2 finali della supercoppa nostrana, che si disputerà domenica proprio con la Lazio impegnata all'Olimpico con la Juventus.

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