Breaking News

Ripartenza il 4 maggio? I timori di medici, ad e calciatori

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 19-04-2020 - Ore 16:53

|
Ripartenza il 4 maggio? I timori di medici, ad e calciatori

REPUBBLICA.IT - BIANCHI - Settimana decisiva per le sorti del calcio. Martedì assemblea di serie A, mercoledì il ministro Vincenzo Spadafora si collega con tutto il mondo del pallone. In discussione il protocollo medico e la riapertura degli allenamenti il 4 maggio. In serie A, come al solito, il clima è rovente fra chi spera e pensa di tornare a giocare e chi (Cellino in testa) non ne vuole più sapere. Sembra che Cairo, presidente del Torino, abbia cambiato idea e ora sia disponibile a tornare in campo. Il Milan lo è, lo ha confermato oggi Scaroni: il club rossonero sarebbe disponibile anche a giocare in campo neutro. C'è da risolvere inoltre il problema (serio) dei contratti, la stagione ufficialmente finisce il 30 giugno: la Fifa ha dato una sua indicazione, ma ci sono molti giocatori a scadenza di contratto e sarebbe necessario un patto fra i presidenti per evitare fughe e contenziosi.

Le trattative dei club coi loro calciatori, intanto, proseguono: si troverà un accordo per il taglio dello stipendio di una mensilità, una mensilità e mezzo, nel caso di ripresa della stagione. Se dovesse finire qui invece il taglio sarebbe di quattro mesi, e potrebbero sorgere non pochi problemi, qualcuno potrebbe svincolarsi. Inoltre sarà in discussione fra martedì e mercoledì il protocollo stilato dalla commissione medica della Figc. Ci sono ancora dei dubbi per quanto riguarda gli allenamenti collettivi, gli spogliatoi. Negli sport individuali, vedi il nuoto, è facile, nel calcio un po' meno. La responsabilità della decisione finale, se tornare ad allenarsi, sarà dei medici dei club e degli amministratori delegati: affiorano alcune perplessità. L'ad risponde penalmente, in caso di problemi, di nuovi positivi al Covid 19. Ci vuole prudenza, la squadra di Wuhan, da dove è partita la pandemia, è tornata a casa solo adesso, dopo 104 giorni. Anche fra i giocatori italiani c'è qualcuno, che legittimamente, ha timori.

La serie B intanto aspetta il governo e non fa piani per il futuro. La serie C è pronta a chiudere i battenti, assemblea decisiva il 4 maggio. Il progetto di Ghirelli prevede la promozione in B delle tre squadre prime nei rispettivi gironi (Monza, Vicenza e Reggina), più una quarta che sarebbe estratta a sorte fra quelle che avrebbero diritto a disputare i play off (il sorteggio riguarderebbe addirittura 27 società per un solo posto a disposizione...). In più ci sarebbero il blocco delle retrocessioni e dei ripescaggi. Il Bari di De Laurentiis, in corsa per la B, ha già mandato una diffida (sui siti dei tifosi del Bari hanno scritto, "Ghirelli la tombola la facciamo a Natale"): non ne vuole assolutamente sapere del sorteggio. Il piano di Ghirelli, comunque, deve passare al vaglio dell'assemblea di C e poi del consiglio federale.

Il presidente della Lega Dilettanti, Cosimo Sibilia, lo ha attaccato: "Quella della Lega Pro costituisce una semplice proposta", spiega il presidente della Lnd, che è anche vicepresidente vicario della Federcalcio. "Proposta che peraltro, non è stata concordata né preventivamente illustrata dal presidente della stessa Lega Pro alle altre componenti federali direttamente interessate. Ovviamente ogni modifica regolamentare sulla specifica materia deve essere valutata dal Consiglio Federale della Figc". 

Insomma, sul progetto della Lega di C ci sono forti perplessità e il mondo del calcio si divide ancora di più (se possibile). Roberto Fabbricini fu fortemente criticato quando, come commissario della Figc, cambiò a Ferragosto il format della serie B, ora si cambia la serie C. Anche il presidente del Frosinone, intanto, ha già mobilitato gli avvocati nel caso (probabile) la B non tornasse più in campo. La serie D si appresta a chiudere, in attesa di un segnale del governo. L'ipotesi di continuare a giocare in settembre-ottobre è poco praticabile. "Non si può fare, già è difficile in luglio-agosto", spiega l'avvocato Umberto Calcagno, vicepresidente del sindacato calciatori (Aic). E bisognerà cominciare a pensare anche alla prossima stagione: i protocolli medici a settembre non potranno essere certo accantonati, come farebbero in serie C e D? E' una questione di organizzazione, di strutture e di soldi.

Fonte: LA REPUBBLICA

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom