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31/10/2013 – ‘3 X 10=30’ La Roma entra nella storia grazie al redivivo Borriello

condividi su facebook condividi su twitter Di: Matteo Luciani 14-09-2018 - Ore 19:00

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31/10/2013 – ‘3 X 10=30’ La Roma entra nella storia grazie al redivivo Borriello

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Estate 2013. La parte giallorossa della capitale è un’autentica polveriera. I tifosi romanisti non hanno certo dimenticato la tragedia sportiva del 26 maggio e accolgono i calciatori a Trigoria a suon di “andate a lavorare” e assalti alle auto che si apprestano ad entrare nel centro sportivo dove la compagine del nuovo allenatore Rudi Garcia si ritrova per prepararsi in vista della nuova stagione.

Agli occhi dei fan della Magica, proprio l’allenatore transalpino sembra rappresentare l’ennesima scommessa in panchina dopo i fallimenti targati Luis Enrique e Zeman/Andreazzoli; ci si attendeva un nome che fosse teorica garanzia di un progetto finalmente vincente (Roberto Mancini su tutti) e invece da Lille, al suono di ‘porompompero’, si presenta Garcia, che ha vinto una Ligue 1 ma a livello internazionale è poco più che sconosciuto rispetto ad altri candidati che Sabatini aveva sondato.

L’ambiente in previsione della nuova annata, quindi, è il peggiore possibile.

Rudi Garcia, tuttavia, in una circostanza così difficile, tira fuori il meglio di sé, difendendo con le unghie e con i denti i suoi nuovi ragazzi: durante il ritiro estivo in montagna, il francese apostrofa infatti con il termine ‘laziali’ quei tifosi che sono in aperta contestazione con la squadra e arriva addirittura a sfidare di persona gli inferociti sostenitori giallorossi per convincerli a ripartire tutti insieme. L’ex Lille, comunque, che certo uno sprovveduto non è, sa benissimo che c’è un solo modo per riconquistare l’amore del pubblico di fede romanista: vincere.

La voglia di riscatto della squadra appare palpabile sin dalle prime amichevoli estive e l’inizio di stagione è semplicemente perfetto. Livorno, Verona, Parma, Lazio, Sampdoria, Bologna, Inter, Napoli, Udinese: tutti cadono sotto i colpi della nuova Roma trascinata dal tridente offensivo Florenzi-Totti-Gervinho, dal centrocampo De Rossi, Strootman, Pjanic  e dalla stratosferica cerniera difensiva composta da Castan e Benatia.

I ragazzi di Garcia collezionano nove vittorie di fila nelle altrettante prime giornate della Serie A 2013/2014. Durante la fantastica striscia di successi, tra i sostenitori della Lupa diventa un tormentone recitare la tabellina del 3 al termine di ogni vittoria centrata dalla propria compagine.

Nella notte di Halloween del 2013, allo Stadio Olimpico di Roma, si presenta dunque un appuntamento con la storia.

Centrando il decimo successo consecutivo, infatti, i giallorossi diventerebbero la prima squadra a riuscire a vincere le prime dieci gare della massima serie italiana. Il 26 maggio non è mai parso tanto lontano.

Lo stadio ribolle di passione e spinge i propri beniamini sin dalla loro discesa in campo per il riscaldamento.

Il Chievo di Sannino, però, non è avversario facile per l’ottima fase difensiva della quale è in possesso; inoltre, Garcia deve rinunciare a Maicon squalificato e Totti e Gervinho infortunati. Insomma, il compito non si presenta dei più semplici.

In virtù delle defezioni citate, l’allenatore di Nemours punta sul seguente undici: De Sanctis, Torosidis, Benatia, Castan, Dodò, Pjanic, De Rossi, Strootman, Marquinho, Borriello, Ljajic.

Sannino risponde con un abbottonatissimo 5-3-2, volto unicamente a non prenderle e schiera: Puggioni, Frey, Dainelli, Claiton, Sardo, Dramé, Bentivoglio, Rigoni, Hetemaj, Pellissier, Paloschi.

La missione del tecnico clivense risulta perfettamente riuscita nel primo tempo, in cui la sua compagine riesce a chiudere tutti gli spazi, frenando con continui raddoppi le incursioni sulle fasce di Torosidis e Dodò; in mezzo al campo, poi, i mediani Rigoni e Bentivoglio risultano eccellenti nel ruolo di dighe davanti alla difesa per impedire le conclusioni da fuori, spesso vincenti nelle prime giornate di campionato, dei giallorossi.

I più vivaci tra i giallorossi nella prima frazione risultano Marquinho e Strootman, che tuttavia peccano di precisione oppure trovano un ottimo Puggioni a negare loro la gioia della rete.

La ripresa inizia con il Chievo che tenta di alzare il proprio baricentro per allontanare l’asfissiante pressione avversaria. La squadra di Garcia, dal canto suo, si mostra molto matura e consapevole dei propri mezzi: la capacità di non farsi prendere dalla frenesia e di attendere il momento giusto per colpire sono qualità importanti per una squadra che in soli due mesi è riuscita a risorgere dalle proprie ceneri.

Neppure il tentativo di fermare la spinta propulsiva della Roma con un pressing più alto permette ai veronesi di uscire indenni dall’Olimpico. Grazie all’ingresso di Alessandro Florenzi per Marquinho, infatti,
i giallorossi riescono a trovare maggiore imprevedibilità davanti e pure il gol decisivo per la vittoria: è proprio il tornante col numero 24 sulla maglia a pescare in mezzo all’area di rigore il bomber Borriello che, con un perfetto tuffo di testa, batte il portiere avversario.

È la notte dell’orgoglio romanista ma anche del riscatto personale dell’attaccante ex Genoa e Milan; definito da Sabatini un “problema” non appena insidiatasi la proprietà americana e rimasto nella capitale soltanto per aver rifiutato varie destinazioni sul finire dell’agosto precedente, complice l’infortunio di Totti, Borriello rientra nel giro della rosa della Magica unicamente grazie alla stima di Garcia, che nel pre-campionato spiega addirittura che il bomber ha “la dinamite nel sinistro”.

Sembra una favola e invece è la pura realtà: la Roma centra uno storico record grazie all’ormai ex separato in casa Borriello e resta da sola in cima alla Serie A con dieci vittorie in altrettante partite disputate.

Sogna, popolo giallorosso, sogna.

Fonte: INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI

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