Roma, com'è profondo il male
Marzio Gestra - Baldini amministratore delegato della Roma incarica Sabatini dell’acquisto di Paulinho. Ma il talento brasiliano non si muove. Chi si muove invece è Baldini, se ne va al Tottenham e poche ore dopo il suo insediamento gli inglesi, senza troppo clamore, acquistano l’astro nascente della Selecao. Così il povero Sabatini, sempre più solo e spaesato, rimane con un pugno di mosche, e aprendo la mano, si ritrova ad inseguire tale Strootman che ricorda da lontano, la brutta copia di Van Bommel. Walter, sballottato da una parte all’altra del vecchio continente, parla ma sembra che nessuno vuol stare a sentire ed è sempre più difficile portare alla sua causa giallorossa credito e fascino .
“Vedrete che prima dell’inizio del ritiro arriveranno almeno un paio di colpi”, invece dopo i ripetuti disimpegni dei vari allenatori che hanno rifiutato il “progetto” giallorosso anche molti calciatori sembrerebbero alquanto riluttanti a vestire la casacca romanista il prossimo anno. Ma l’emorragia giallorossa non è solo tecnica,
Questione marketing: la Nike arriverà fra un anno, di sponsor sulle maglie ufficiali non se ne vede neanche l’ombra. Un paio di pubblicità per la Volkswagen, la crociera flop, di Topolino e della Disney non se ne parla più. Il nuovo stemma criticato dalla stragrande maggioranza della tifoseria. Il nuovo materiale tecnico pronto per un lancio “storico” già in vendita( poi smentita) sui siti americani.
Se poi vogliamo aggiungere tutto il rumore alzato circa un anno fa intorno al nuovo stadio, con firme in diretta transoceanica e proclami in pompa magna che per ora sono dispersi in una nebulosa politica-economica che ruota intorno al più appetitoso affare edile del decennio romano.
Anche le giovanili giallorosse, di solito fiore all’occhiello delle passate gestioni della società, quest’anno non hanno conquistato nemmeno un titolo. Gli americani sono saliti a bordo ma la macchina giallorossa sembra essersi fermata. Inizialmente erano in quattro, Di Benedetto alla prima curva è sceso alla chetichella. Roune e D’amore, i così detti soci forti della cordata che ha rilevato i giallorossi sono pressoché sconosciuti, James Pallotta ha dichiarato che Garcia è la sua prima scelta da presidente., come dire ammissione, neanche troppo velata, di un ruolo assai defilato almeno fino ad oggi.
Fatto sta che per ora il bottino dei flop pesa assai di più delle cose buone perché diciamocela tutta, se è vero che la Roma non vanta scudetti e Coppe stile Barcellona, è vero anche che negli anni era riuscita a costruirsi una sua identità e credibilità.
Ieri, fuori dalle mura di Trigoria fra i tanti cori di contestazione anche un “rimarremo in serie A” abbastanza eloquente. E triste. I tifosi della Roma sono passionali è vero, ma mica stupidi.
E, senza voler essere troppo disfattisti, semplicemente fermandoci alla fredda cronaca, questi sono sintomi di un male profondo, Non prendeteci per pessimisti, anzi. Il primo passo per guarire è ammettere di essere malati.
La squadra si è radunata ieri agli ordini di Mister Garcia, tra contestazioni e volanti della polizia. Giocatori e dirigenza devono trovare le giuste motivazioni per riscattare un anno da dimenticare e regalare ai tifosi i successi che meritano. Sì, perchè a due mesi dallla disfatta contro i cugini della Lazio, in casa giallorossa gli abbonamenti hanno toccato quota 17.000. Se non è amore questo...