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Serra (ex prefetto di Roma): "Tornate a vedere la Roma e la Lazio e vedrete che le barriere verranno tolte"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 09-08-2016 - Ore 16:45

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Serra (ex prefetto di Roma):

L'ex prefetto di Roma, Achille Serra, è intervenuto ai microfoni di Rete Sport, per parlare delle nuove misure che riguarderanno lo Stadio Olimpico nella prossima stagione. Queste le sue parole:

"C'è una grande enfatizzazione della stampa che non è positiva perché eccita l'animo dei tifosi. Non c'è motivo né è il momento di farli eccitare così tanto. Già c'è il problema delle barriere e non mi sembra opportuno parlare delle impronte digitali. Non giova a una distensione tra chi organizza la Pubblica Sicurezza e i tifosi. Dopo si è scoperto che era una sciocchezza quella delle impronte digitali ma è solo una ripresa biometrica che riconosce i tratti del viso e mantiene queste riprese solo per qualche giorno per individuare le persone che si rendono autori di tumulti. Non è un fatto nuovo questo, il Garante della Privacy ha pure dato l'ok e in molti stadi europei queste misure sono già state adottate. Viviamo in un periodo storico particolare in cui il tizio che non a niente a che fare con il calcio e il tifo può essere individuato. La stampa deve aiutare, altrimenti diventa un problema ancora più grave dello scorso anno".

Il problema però è un pò a monte: c'è un clima di diffidenza tra l'istituzione il cittadino che credo sia pericolosa. Che ne pensa?

"Sono d'accordo. Devo aggiungere che l'altro anno, quando furono messe le barriere, ho più volte sollecitato in interviste le tifoserie di tornare allo stadio convinto - perché ero in contatto con il Prefetto - che sarebbero state tolte. Credo che ormai sia indispensabile il rasserenamento tra le istituzioni e la tifoseria. Il Prefetto Basilone è persona saggia e intelligente e sono convinto che se i tifosi torneranno allo stadio tra qualche mese le barriere saranno tolte. E' un mio convincimento, non voglio impegnare nessuno, ma ne sono convintoA mia difesa devo dire che durante la mia gestione e quella del Questore di allora non ci sono mai stati fatti di questo genere. Per il resto non mi sento di giudicare i comportamenti di altri colleghi".

Noi ci ricordiamo la sua gestione, non c'erano comportamenti del genere...

"Si potrebbe voltare pagina e rasserenarci tutti. Invito ancora i tifosi di tornare allo stadio, sono convinto che le barriere saranno tolte una volta che si vedrà che non servono. Questo è un mio convincimento, ripeto, non voglio obbligare nessuno".

Se la premessa è: se ci si comporta bene si tolgono le barriere, se 20 imbecilli si comportano male che si fa, si rimettono le barriere?

"No, nella maniera più assoluta. Significa: Tornate, non si può fare un braccio di ferro con lo Stato. Tornate a vedere la Roma e la Lazio e poi vedrete che le barriere - per esperienza - verranno tolte. Andiamo incontro alle istituzioni e dimostriamogli che stanno sbagliando perché non succede niente".

E se poi succedesse qualcosa?

"Attenzione, perché ora ci sono delle telecamere più sofisticate, c'è il rilevamento del volto: è difficile che accadono fatti gravi".

Allora togliamole le barriere

"Ma si può fare un braccio di ferro con le istituzioni? Torniamo allo stadio e dimostriamo che non succede niente. Un braccio di ferro in cui lo Stato non è detto che ne esca vincente. Non so a chi convenga".

Perché solo a Roma?

"A questo non so rispondere, probabilmente perché Roma è una delle città in questo momento di maggiore rischio anche a livello di terrorismo. Se ci riferiamo alle barriere non so rispondere. Da parte mia consiglio ai tifosi di andare allo stadio per il preliminare".

Lei ha l’impressione che i tifosi sentono questo pressione maggiore? Come si fa a diluire questo sentimento?

"Si questo è vero, è una cosa che rende più difficile l’accesso allo stadio, io ho sempre parlato con tutti perchè credevo nel dialogo. Forse se le due rappresentanze dei tifosi di Roma e Lazio cercassero una dialogo dando certe garanzie potrebbe risolversi qualcosa”.

Decisione di sicurezza o politica?

"Può succedere, nel passato ci siamo trovati ad avere dei suggerimenti dall’alto, ma il responsabile rimane il Prefetto che si assume tutte le responsabilità del caso e il questore per quelle tecniche. Se puoi ci si fa influenzare, e non credo sia il caso della Basilone, è peggio per lui".

Le società potevano fare di più?

"No, mi faccia dire da tifoso che Pallotta vive su un altro mondo ma di più non potevano fare. Nessuna società può insinuarsi sulle disposizioni di Polizia. Può manifestare il malessere delle tifoserie ma questo è stato fatto a più riprese. Anche in questo, certa parte della stampa influisce negativamente, i club non possono fare nulla perché non ne hanno il potere".

Connessioni tra club e tifosi?

"Lo confermo, certamente questo esiste. Nel passato quando qualcuno ci ha provato con la Lazio sappiamo poi come è andata a finire. Vorrei da parte di tutte le società questo comportamento di rigetto difronte a qualsiasi ricatto. La tifoseria isola queste persone se il club usa il pugno duro".

Per evitare questa pressione di alcuni gruppi, cosa pensa della responsabilità oggettiva? 

"Il mio pensiero è negativo, non ci dovrebbe essere, però queste devono dimostrare di non assecondare i ricatti. Il gesto sconsiderato di 20 balordi non può condizionare le squadre. Non possono solo le forze dell’ordine a individuare i delinquenti è importante che in questi casi i club denuncino queste situazioni".

Si stanno facendo passi avanti?

"Purtroppo non credo".

Fonte: Rete Sport

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