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Luciano, firma!

condividi su facebook condividi su twitter Di: Paolo Valenti 19-05-2017 - Ore 09:08

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Luciano, firma!

PAOLO VALENTI - Ormai ci siamo: pochi giorni ci dividono dalla fine di questa controversa (per la Roma) stagione, della quale è stato detto tutto e il suo contrario. Orientamenti ondivaghi anche per voce del suo stesso allenatore, oggi oggetto di infinite congetture alle quali tra pochi giorni sarà lui stesso a dare, ad una di esse, la dimensione della certezza. Per il momento molteplici sono le supposizioni che fanno da comburente alla fantasia, soprattutto per quanto concerne chi, nel caso Luciano Spalletti decidesse di non firmare un nuovo contratto con la Roma, verrebbe ad occuparne la panchina. Da Montella a Di Francesco, da Emery a Conte ogni nome è valido per rimpiazzare l’allenatore toscano che, dal canto suo, sembra non voler fare nulla per allontanare le ipotesi che volteggiano sul suo capoccione lucido e rugoso. L’opinione pubblica, sul suo conto, è ancora sostanzialmente unita nel desiderare una sua conferma, nonostante i più o meno presunti sgarbi fatti all’intoccabile Capitano. Nell’oggettiva difficoltà a capire cosa davvero abbia in mente il tecnico di Certaldo, cosa si sia detto con la dirigenza nella famosa sera della cena a via Veneto, se davvero non ha ancora comunicato alla società le sue intenzioni (e dando per confermato che Baldissoni & C. siano realmente intenzionati ad aspettare una sua mossa), proviamo a dare per buono che Spalletti non abbia ancora deciso il suo futuro. E che noi si sia qui per dargli dei buoni motivi per rimanere, a cominciare dall’argomento che più ha angustiato gli ultimi mesi della sua permanenza romana.

TottiIl Capitano l’anno prossimo non si allenerà più a Trigoria. Che decida di dar seguito alla proposta contrattuale della Roma di fargli vestire un ruolo dirigenziale, oppure preferisca continuare a giocare, in entrambi i casi Totti non sarà più tutti i giorni ad allenarsi sui campi del centro sportivo. Fa male dirlo ma la frattura tra Francesco e uno dei tre migliori allenatori della storia della Roma è evidente e, a quanto pare, insanabile. L’assenza dell’obbligo di doversi confrontare quotidianamente con il simbolo della Roma degli ultimi 25 anni è un tormento al quale Spalletti, se rimanesse, non dovrebbe più sottoporsi.

La squadra – La valutazione tecnica della rosa è complessivamente buona e, anche nell’ipotesi di dover vendere un pezzo pregiato per esigenze di bilancio, ci sono le possibilità di vederla ulteriormente migliorata alla fine del calciomercato estivo. La certezza di questo assunto è ovviamente in funzione del raggiungimento del secondo posto in campionato ma se la Roma non cadrà in uno dei suoi richiami autolesionistici, dovrebbe conseguire il risultato. L’accesso diretto ai gironi di Champions obbligherebbe la società ad attrezzarsi di conseguenza e darebbe a Spalletti uno stimolo per restare.

La società – E’ probabile che in alcuni frangenti l’allenatore si sia sentito lasciato un po’ solo: dalla gestione del difficile caso Totti alla necessità di integrare il valore tecnico della rosa nel mercato invernale. Ma, con tutte le difficoltà derivanti da un organigramma probabilmente inadatto in alcuni ruoli, l’arrivo di Monchi e il primo anno di esperienza nella Capitale di Gandini dovrebbero poter garantire una migliore capacità di agire su eventi e circostanze.

La famiglia – Qui ci sono poche parole da spendere: i figli di Spalletti vivono a Roma e sono anche sostenitori della squadra. Un trasferimento altrove comporterebbe rinunciare alla quotidianità dei rapporti.

Le alternative – Senza considerare le piste straniere (troppo difficile averne contezza qui), limitiamoci a dare uno sguardo alle panchine italiane. La Juventus, quand’anche finisse con Allegri, prenderebbe davvero Spalletti, così insofferente agli ordini di scuderia? E lui stesso si sentirebbe a suo agio in una situazione che lascia il minimo spazio al protagonismo che Luciano ha dimostrato di amare? Al Milan la panchina sembra saldamente in mano a Montella. Rimane l’Inter, dove il tecnico toscano ritroverebbe Sabatini. Ma la proprietà cinese, al netto dei proclami, è già pronta per guidare una squadra già realmente competitiva per scalzare la Juventus?

D’altro canto, la Roma stessa ha tutto l’interesse a proseguire con Spalletti: darebbe continuità alla conduzione tecnica e non dovrebbe cercare sul mercato un allenatore bravo almeno quanto lui a prezzi abbordabili. Motivo per cui, sin dal primo momento, Monchi ha sempre detto che l’attuale tecnico è l’alternativa numero uno della sua lista personale. Posizione, per i motivi di cui sopra, più che condivisibile. Ecco perché, mutuando una modalità esclamativa tipicamente toscana, viene da dire: Dio bono Luciano… firma!

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