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Tris di vittorie, la Roma batte anche il Cagliari di Zeman

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 22-09-2014 - Ore 11:01

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Tris di vittorie, la Roma batte anche il Cagliari di Zeman

Terza vittoria consecutiva in campionato, 5 gol fatti e nessuno subito. Questi sono i numeri della seconda Roma di Garcia. I giallorossi si sbarazzano del Cagliari di Zeman in 13’ regalandosi tanta accademia. La Roma ha dominato l’incontro dall’inizio alla fine con De Sanctis che non è mai stato impegnato. Sembrava di esser tornati alla squadra schiacciasassi dello scorso anno ma trequarti del reparto difensivo era completamente diverso da quello della passata stagione, eppure la solidità del pacchetto arretrato è immutata. Di fronte c’era il Cagliari di Zeman e poteva rappresentare un doppio spauracchio: nelle ultime 3 gare casalinghe contro i sardi, la Roma aveva raccolto un misero pareggio nel campionato d’esordio di Garcia. La Roma americana non aveva mai vinto contro la squadra ora allenata dal boemo ed anzi proprio il tecnico cagliaritano fu esonerato dalla Roma proprio a causa della debacle casalinga contro i sardi. Era un altro Cagliari e soprattutto un’altra Roma. Quella del boemo prendeva gol a ripetizione ed anche giocatori esperti e di grande spessore come De Rossi, Pjanic e Castan andavano in difficoltà, ora sono indispensabili tasselli in una squadra quasi perfetta. Uno dei calciatori giallorossi voluti più insistentemente da Zeman è Mattia Destro, criticato da una parte della tifoseria ma con una media gol da fare invidia ai più grandi attaccanti del mondo. Proprio il neosposo ascolano apre le danze dell’incontro: al 10’, Florenzi corre sulla fascia palla al piede e dalla destra fa partire un cross al bacio per Destro sul quale c’è scritto “mettere in rete” e così fa il 22 romanista. L’ex centravanti del Siena ha un piccolo gesto di rivalsa verso chi lo critica e si mette le mani alle orecchie proprio come faceva un altro giocatore che ha lasciato il segno a Roma: Marco Delvecchio. La Roma è totalmente padrona della gara ed affonda quando vuole come la lama nel burro. Tre minuti dopo il vantaggio, gli uomini di Rudi Garcia chiudono i giochi. Lancio perfetto per Gervinho, che non è in fuorigioco ma perde l’attimo fatale per tirare stoppando male il pallone e facendosi recuperare dai difensori sardi ma ha un guizzo che gli permette di scaricare la sfera per l’accorrente Florenzi, che dopo l’assist a Destro si mette in proprio e segna tirando in diagonale un pallone che Cragno, all’esordio in serie A, non può respingere. A quel punto, l’esterno giallorosso corre verso le tribune, dove siede la nonna e la abbraccia. Questo gesto di estrema dolcezza è stato apprezzato in tutto il mondo ma purtroppo il regolamento lo considera una perdita di tempo e pur mancando ancora 77’ più il recupero nelle 2 frazioni di gioco, viene ammonito. Il resto della partita è pura accademia, nella quale la Roma la fa da padrona, impedendo ai sardi ogni progressione offensiva ed esaltando le doti di Manolas, che dopo 4 incontri con la maglia giallorossa ha già fatto dimenticare ai tifosi la dolorosa partenza di Benatia. Le scelte di Garcia avevano fatto un po’ discutere poiché dietro la Roma è stata costretta a far esordire Yanga Mbiwa, già bollato come giocatore scarso, sulla fascia sinistra ha agito Ashley Cole, per molti ormai sul viale del tramonto, a centrocampo Keita è stato preferito a Pjanic e davanti Destro di nuovo titolare al posto di Totti, come ad Empoli. La realtà è ben diversa da quella che una parte della tifoseria e della stampa vuol far passare come verità: Yanga Mbiwa non è un illustre sconosciuto venuto a scaldare la panchina, Cole deve ancora ambientarsi in un campionato completamente diverso dalla Premier League e qualche match di rodaggio è necessario anche se contro i sardi è stato più che positivo, Maicon non ha perso stimoli dopo il Mondiale ma anzi ha cominciato addirittura meglio dello scorso anno e ha giocato 3 partite in una settimana senza avvertire cali se non nei minuti finali. Molti avevano criticato la scelta di lasciar partire Taddei, giocatore encomiabile da tanti punti di vista e ragazzo dalle grandissime qualità umane ma al suo posto è arrivato un calciatore di livello mondiale e che detta i tempi come solo Pirlo sa fare nel nostro campionato ed è Seydou Keita. Il maliano ha la capacità di alzare ed abbassare il ritmo della partita quando e come vuole, non perde mai un pallone neanche quando viene triplicato, ha una classe superiore alla media. Quando giocava nel Barcellona era considerato uno dei tanti poiché nel suo ruolo vi era forse il miglior interprete al mondo in regia: Xavi Hernandez. Già lo scorso anno, quando è tornato nella Liga spagnola con la maglia del Valencia ha dimostrato che è più di un buon gregario ed appena è stato mandato in campo, ha conquistato un posto da titolare e la formazione asturiana ne ha avuto enormi vantaggi, arrivando sino alla finale di Europa League. Volendo fare un confronto tra la Roma di quest’anno e quella del passato campionato, potremmo dire che all’esordio in serie A Garcia ha puntato tutto sul fattore sorpresa e ha cercato di partire immediatamente forte anche aiutato dal fatto che la Roma non avesse coppe europee da affrontare. Questa stagione si prospetta decisamente più intensa ed anche la preparazione è stata diversa. I tanti infortuni muscolari si spiegano in questo modo, i carichi di lavoro sono stati pesanti e le gambe a volte ne risentono. Un’altra differenza la notiamo anche nella brillantezza di squadra inferiore rispetto alla scorsa stagione ma il tutto viene compensato dalla rosa più ampia e dalla qualità superiore della squadra in ogni zona del campo. L’annata sarà molto lunga e faticosa ma la Roma ha tutto per recitare un ruolo da protagonista in Italia e togliersi tante belle soddisfazioni in Europa, come nell’esaltante esordio di Champions League. 

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