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Troppa Roma per questo Milan

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 26-04-2014 - Ore 15:30

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Troppa Roma per questo Milan

La Roma supera per 2-0 il Milan e si porta a -5 dalla Juventus, in attesa della gara di lunedì dei bianconeri. Gli uomini di Garcia hanno acquisito dei numeri mostruosi: nona vittoria consecutiva, ventunesima partita senza incassare gol, sesta marcatura di Pjanic e nona rete di Gervinho. Non è tutto oro quello che luccica, almeno nei primi 15’. L’inizio dell’incontro è molto diverso da quelli a cui eravamo abituati ultimamente: non sono i giallorossi a fare il match ma l’aggressione nella propria metà campo dei rossoneri, spiazza un po’ i padroni di casa. Nessuna reale conclusione verso la porta di De Sanctis ma predominio territoriale del Milan in quasi ogni zona del campo. A quel punto, però, sale in cattedra Miralem Pjanic, probabilmente autore della migliore prova della stagione ed autentico trascinatore della squadra. Il supporto di Totti è fondamentale per il bosniaco ma è il numero 15 romanista a chiedere palla ovunque e dialogare con il suo capitano, creando sempre maggiori grattacapi ai difensori milanisti. Garcia tiene molto larghe le punte esterne, in modo tale da permettere le imbucate centrale dei centrocampisti, non permettendo ai giocatori di Seedorf di coprire con la giusta attenzione ed impedendo o quasi le diagonali di Bonera e Costant. Mexes sembra la controfigura del calciatore che era tanto amato nella Capitale: imbolsito, lento goffo, non certamente uno dei migliori centrali europei come negli anni di Roma. In difesa, solamente Rami sta dimostrando di avere doti adatte per giocare in una squadra del blasone del Milan. Le chiavi del centrocampo vengono consegnate a Montolivo, capitano dei rossoneri ma non un leader carismatico e con un forte peso nello spogliatoio milanista come poteva essere Maldini o Gattuso o lo stesso Seedorf. La differenza è abbastanza palese, soprattutto se chi deve coprirgli le spalle non è il buon De Jong, squalificato ma prima Muntari e poi Essien, certamente non calciatori che passeranno alla storia come fenomeni. L’ex centrocampista del Chelsea ha un passato glorioso però i continui infortuni lo hanno e lo stanno condizionando in questo finale di carriera e pare più un lusso che non un giocatore utile. Davanti, Honda appare sempre più un’operazione buona per il mercato asiatico che non un calciatore di caratura internazionale, Kakà è in calo rispetto alla prima parte di stagione e non riesce mai a trovare spunti buoni per servire i compagni d’attacco o per liberarsi al tiro. L’unica nota positiva è Taarabt, poiché cerca sempre la giocata e di creare superiorità numerica anche se a volte eccede in dribbling e non segue totalmente i dettami tattici del mister. Chi dovrebbe essere il valore aggiunto del Milan ed invece spesso è avulso dal gioco e si defila troppo per essere un centravanti, è il criticatissimo e fischiatissimo, Mario Balotelli. In campo è indisponente e cerca sempre di ingannare l’arbitro tuffandosi ogni volta che può ed in ogni parte del campo, quando sbaglia se la prende con compagni ed avversari e nonostante abbia grandi doti, rischia di esser un altro talento sprecato per l’eccessiva presunzione dimostrata sia nel rettangolo di gioco che davanti alle telecamere. Per quanto riguarda la squadra di Garcia, vincere sembra diventata una piacevolissima abitudine ed anche chi si è sentito un po’ messo da parte come Ljajic, ultimamente sta dimostrando il proprio valore. L’incontro è stato per 70-75’ governato e controllato perfettamente dai giallorossi, che dopo il primo quarto d’ora di confusione, si sono ritrovati e hanno concretizzato il loro lavoro, grazie ad un fitta rete di passaggi nella trequarti campo rossonera, fin quando non ha ricevuto palla Pjanic, che prende velocità e supera prima Muntari, poi Montolivo, quindi fa un tunnel a Rami e solo davanti ad Abbiati, lo trafigge alla sua sinistra. Così si conclude il primo tempo ed è da lì che la Roma ricomincia a martellare. Quando il Milan prova ad affacciarsi in avanti, è il momento più pericoloso ma per la retroguardia rossonera, poiché si deve concentrare al massimo per impedire le ripartenze di Ljajic e soprattutto di Gervinho, che più volte mettono in difficoltà tutta la difesa milanista. E’, infatti, in una di queste progressioni micidiali di Ljajic, che aveva ricevuto da Dodò, autore di un grande anticipo, a servire il serbo, che al limite dell’area del Milan, scaricava il pallone tra i piedi di Totti, che di destro sferra un tiro potentissimo che Abbiati riesce a malapena ad intercettare ma non completamente, visto che il pallone scivola ed è Gervinho il più lesto ad intervenire. Da segnalare il fuorigioco di una ventina di centimetri, non facilissimo da vedere ma sarebbe stato giusto annullare la rete. Bene così per i giallorossi, che dominano in lungo ed in largo la partita portando a casa un’altra vittoria, che fa estremamente felici i tifosi romanisti, che sentono però di aver assistito a qualcosa di difficilmente ripetibile: perdere uno scudetto (addirittura con 5-8 punti in meno della prima) dopo aver chiuso la stagione con la possibilità di arrivare a 94 punti. Rudi Garcia, in conferenza stampa pre-gara, si augurava in una prova di carattere del Sassuolo ed in generale di tutte le squadre di bassa, medio-bassa o media fascia e di non essere gli agnelli sacrificali in ogni campionato. La speranza più grande del mister romanista, oltre che di tutti gli amanti della serie A, è che questa torni ad essere un campionato con 7 squadre in lotta per il titolo, con dubbi ed incertezze su chi sarà il vincitore fino al termine.

 

Fonte: Massimo de Caridi

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