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Tutto su Rudi Garcia

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 11-07-2013 - Ore 18:58

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Tutto su Rudi Garcia

“Allenatore di estrazione francese, il suo approdo alla Roma rappresenta per lui la prima esperienza all’estero. Con il Lille si è fatto apprezzare utilizzando il 4-2-3-1 che è la sua base di lavoro. Vuole due terzini che spingono molto alternandosi, finché ha avuto Debuchy era lo stantuffo sulla corsia di destra; poi dopo la sua cessione al Newcastle è emerso Lucas Digne a sinistra. Per quanto riguarda la coppia di centrali difensivi ne gradisce uno molto alto e potente fisicamente, com’era Rami, mentre l’altro più tecnico che possa impostare l’azione, comunque entrambi devono essere bravi nell’uno contro uno. I due mediani li vuole che sappiano completarsi, quindi un intenditore puro e l’altro con piedi più educati. I tre trequartisti devono essere rapidi, in grado di saltare l’uomo e soprattutto con capacità di inserirsi negli spazi, in quanto il centravanti funge da pivot, di solito segna poco (eccetto la grande annata di Moussa Sow) ma fa segnare gli altri. Visti gli uomini attualmente a disposizione della Roma, dovrebbe rinforzarsi in particolare sugli esterni bassi, mentre se dovesse arrivare Strootman è uno che a centrocampo ci sta benissimo. Nel 2012/13 Garcia ha ripiegato anche sul 4-3-3, per mancanza di alternative dopo l’infortunio di Mavuba, che può essere considerato il suo modulo preferito di riserva. Come tecnico ha una bella immagine, con la stampa ci sa fare, non si fa mettere i piedi in testa. Ricordo una polemica con Leonardo che criticò il livello di preparazione degli allenatori francesi e lui gli rispose per le rime. I giocatori tende a responsabilizzarli e non è una leggenda la storia del “consiglio dei saggi”: in pratica sceglie i tre/quattro calciatori più carismatici, non necessariamente i più anziani, con i quali si riunisce periodicamente per parlare anche di aspetti tecnico/tattici. Ovviamente le decisioni finali le prende sempre lui, ma è il suo modo di far sentire partecipi i giocatori che reputa più importanti, senza diventarci amico. Il suo Lille è stato molto apprezzato in Francia, soprattutto nell’anno dello scudetto. I vincitori seguenti, Montpellier e PSG, hanno meritato ma non hanno incantato dal punto di vista del gioco. Con la cessione di Hazard la squadra si è indebolita parecchio e non è più riuscita ad esprimersi sugli stessi livelli, mantenendo una mentalità offensiva ma non spregiudicata. Una perplessità è legata al suo approccio alla Champions League, dove ha ottenuto due non certo lusinghieri ultimi posti nella fase a gironi e quindi neanche il prosieguo dell’avventura internazionale in Europa League. Su certi campi forse dovrebbe avere un atteggiamento meno spavaldo e più alla ricerca del risultato, ma sicuramente avrà imparato e migliorerà”.

Federico Casotti TELECRONISTA DI SPORTITALIA, GRANDE ESPERTO DI LIGUE 1

Fonte: worldsoccerscouting.com - Federico Casotti

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