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Una Roma brutta ma cinica espugna il "Matusa"

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 13-09-2015 - Ore 12:17

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Una Roma brutta ma cinica espugna il

“Avevamo tutto da perdere in questa gara”. Questo il pensiero di Rudi Garcia, che sintetizza perfettamente l’incontro svoltosi al “Matusa” contro il neopromosso Frosinone. I ciociari non avevano fatto punti e la sfida con i giallorossi era, sulla carta, proibitiva. Proprio per questo, la Roma ha giocato tra le sabbie mobili (non solo per le condizioni del campo molto gibboso) e riuscire a portare a casa la vittoria è stato molto meno facile di quanto non dica il risultato. Non è, però, tutto oro quello che luccica. Il vero protagonista del primo tempo è stato ancora Wojciech Szczęsny, autore di una magnifica parata salva-partita su un insidioso tiro da 30 metri di Tonev. Solo grazie ai riflessi strepitosi dell’ex Arsenal la Roma non ha dovuto nuovamente rimontare un match. La deviazione dell’estremo difensore polacco, distesosi alla propria destra, è valsa il prezzo del biglietto, istinto e tecnica hanno fatto il resto. La Roma ha cominciato l’incontro come spesso le capita dalla seconda metà dello scorso campionato quando incontra squadre teoricamente a lei inferiori. La troppa sufficienza o l’eccessiva presunzione di superiorità la portano a giocare sotto ritmo subendo spesso l’aggressività degli avversari. I giallorossi sono apparsi molto più simili a quelli di Verona che non a quelli ammirati per 80’ all’Olimpico contro la Juventus. Garcia aveva ammonito la squadra a non prendere la gara sotto gamba ma i tanti cambi (modulo compreso) non hanno aiutato a mantenere la concentrazione, quantomeno nella prima frazione di gioco. Il mister giallorosso ha deciso di mettere in campo una formazione con un 4-2-3-1 piuttosto offensivo con Dzeko punto di riferimento davanti ed alle sue spalle Gervinho, Totti e Iago Falque. In difesa, terzo centrale diverso in 3 incontri al fianco di Manolas, stavolta è toccato a Rudiger, all’esordio in maglia romanista ed autore di una prestazione rivedibile. De Rossi è tornato a giocare nuovamente a schermo del reparto arretrato ed al suo fianco vi era Keita, coppia molto intelligente tatticamente ma che è andata in affanno quando i ciociari hanno velocizzato l’azione. La decisione di non fare turnover in porta ha sicuramente pagato, perché Szczesny non solo ha fatto quella parata eccezionale ma ha dato sempre sicurezza alla retroguardia. Provare Rudiger accanto a Manolas era apparsa la scelta più giusta, poiché il tedesco ha bisogno di conoscere i movimenti dei compagni e può farlo solo giocando. L’ex Stoccarda ha doti fisiche fuori dal comune ed un buon colpo di testa ma è evidentemente lontano da una forma accettabile. Molti gli errori commessi sia in fase di chiusura sia in fase d’impostazione. E’ un giocatore che ha del potenziale ma sembra esser ancora un po’ grezzo. Buona la prova dei terzini (Florenzi e Digne), soprattutto in fase di spinta. Manolas acquisisce sempre maggiore dimestichezza con la serie A ed il suo rendimento ne beneficia: un paio di diagonali ed interventi puntuali, hanno risolto situazioni altrimenti spinose. Con l’ingresso in campo di Nainggolan, Garcia avrebbe potuto dare solidità al reparto arretrando De Rossi al posto di Rudiger, in particolare negli ultimi 20’. Il belga ha regalato quel dinamismo che mancava alla squadra e tutti ne hanno giovato. La manovra scorreva meglio e più rapidamente, mentre in fase difensiva, l’interdizione del Ninja si è dimostrata preziosa come al solito. Il mister francese avrebbe potuto concedere una chance anche ad Ucan, visto che in mezzo al campo la Roma ha dovuto far arretrare Totti per smistare i palloni. L’assenza di Pjanic ha pesato molto ed il capitano romanista ha subito molti falli che lo hanno innervosito e non lo hanno fatto giocare serenamente. La sostituzione poteva avvenire ad inizio ripresa ed esser una soluzione, anche in virtù del vantaggio. La decisione di togliere Dzeko ha sorpreso un po’ tutti, nonostante il bosniaco non stesse giocando una buona gara, ma sembrava scontato che ad uscire per primo fosse il numero 10 giallorosso. Il secondo cambio è stato ancor più sorprendente: fuori Iago Falque e dentro Salah. L’egiziano in campo è stato una manna dal cielo (vedi l’azione del secondo gol, sintesi del suo repertorio) ma lo spagnolo, gol a parte, era in forma smagliante. Il cambio più logico era Salah per Gervinho, così che “il giocatore in grado di superare l’uomo” Garcia lo avrebbe avuto ugualmente. Il terzo cambio (Iturbe per Totti) si è rivelato importante, poiché l’argentino ha chiuso l’incontro con qualche secondo d’anticipo rispetto al fischio finale di Gervasoni e la Roma è salita in testa alla classifica a pari merito col Chievo, almeno per qualche ora. Molte sono le cose da rivedere e da migliorare, a partire dall’atteggiamento d’inizio gara: cominciare una partita pressando sin dalla trequarti avversaria può esser dispendioso ma permette alla squadra di esser più corta e non far ragionare il possessore di palla e gli sbagli in quella zona del campo, procurano spesso azioni interessanti. E’ vero che in questa maniera, ci si espone a ripartenze veloci e contro squadre come il Barcellona, prossimo avversario in Champions League, non è il caso di attuarlo ma in generale questo modo di giocare rende parecchio, vedi i giocatori del Chievo che hanno messo alle corde la Juventus a Torino. La strada per andare in Paradiso non è questa ma la vittoria e la fiducia che sta acquisendo la rosa tutta sono buoni segnali, nella speranza che mercoledì Luis Enrique ed i blaugrana non rovinino i lenti progressi che Rudi Garcia sta cercando di far fare ai suoi calciatori.

Fonte: Massimo De Caridi

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