Una tragedia che mi tocca da vicino..

MASSIMO DE CARIDI - Solitamente, questo sito si occupa di calcio e di Roma in particolare ma oggi in Spagna una tragedia mi ha toccato profondamente. Le 7 ragazze italiane stavano facendo il loro Erasmus in Catalogna ma avevano deciso di fare una gita organizzata dall’Università a Valencia, una delle più belle città iberiche. Queste morti le sento molto vicine poiché circa 8 anni fa sono stato anche io uno studente Erasmus a Madrid e di gite in varie città della Spagna ne ho fatte parecchie, tra cui una proprio a Valencia. Un brivido mi ha attraversato la schiena nel momento in cui ho letto della notizia ed immediato è stato il pensiero per le famiglie di queste ragazze ma anche per quelle delle 6 famiglie di ragazzi non italiani e per i 4 feriti e ricoverati in ospedale. Quando andai io in Spagna, l’Italia aveva appena vinto i Mondiali e la Spagna calcisticamente era ancora una Nazione “minore” poiché non era mai arrivata neanche in semifinale ed il Barcellona non era ancora stato affidato a Pep Guardiola, che lo avrebbe portato ripetutamente sul tetto del club europei. Un’altra tragedia, invece, era ancora fresca nella memoria di tutti gli spagnoli: quella dell’attentato di Atocha, stazione ferroviaria madrilena, avvenuto l’11 marzo del 2004, che provocò 191 morti e 2057 feriti e nonostante fossero passati 2 anni, andare in quella stazione mi lasciava sempre atterrito, come può esserlo un essere umano davanti ad una tragedia inspiegabile. L’Erasmus, invece, è un’esperienza magnifica che consiglio a tutti gli studenti universitari, poiché permette il vero scambio culturale con altri popoli, è forse una delle più belle forme di integrazione, comunione d’intenti e divertimento. Ecco, questo era ciò che Serena, Valentina, Elena, Elisa V., Elisa S.M., Lucrezia e Francesca volevano scoprire, gioire e godersi. Una splendida parentesi della loro vita prima di tuffarsi definitivamente nel mondo del lavoro e questo terribile incidente ha tolto troppo presto all'affetto dei loro cari delle ragazze che avevano ancora tanto da dire e da dare.