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VECCHIO A CHI...?

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 29-09-2014 - Ore 19:03

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VECCHIO A CHI...?

E' vecchio, superato, targato cartagine, ormai il suo gioco lo conoscono tutti. Già proprio così il carro dei detrattori di Znedek Zeman era ormai più pieno del metrò nell'ora di punta. Tutti pronti a condannare la sua nuova creatura ancor prima di averla vista nascere e crescere. Andiamo con ordine, che sia vecchio lo ammette anche lui da qualche tempo a questa parte, ma solo per quello che riguarda la carta d'identità perchè si sà con madre natura non puoi chiedere sconti. Di vecchio però per ora ci sono solo i documenti, anche perchè le verticalizzazioni  che hanno tagliato con ferite lancinanti il molle ventre della difesa dell'Inter le ha ammirate tutto il Meazza e non solo. Niete tiki taka, niente prolungato possesso palla, pane delle nuove generazioni di allenatori che narcotizzano le azioni e le manovre di gioco. Già questo è il nuovo che avanza, anche se poi serve sempre quel top player che risolve la partita con la giocata di giornata. Stantio e superato il concetto del Boemo per cui è il collettivo che crea lo spettacolo ed i singoli relegati al ruolo di grandi interpreti di uno spartito più che corale.

 Zeman più che targato cartagine è un insegnante di calcio, di bel calcio, anche se poi non tutti vogliono stare ad ascoltare la lezione questo si sà è fisiologico. Eppure in un anno e mezzo fra Pescara e Roma mister Zeman si è concesso il lusso di lanciare Verratti, Immobile ed Insigne, consacrare Lamela e Marquinhos, e concedersi il lusso di far giocare Pjanic come attaccante di destra regalando al calcio italiano un paio di prestazioni da far stropicciare gli occhi con quella sua Roma pronta ad immolarlo sull'altare sacrificale. Ma questa è storia nota. Con Zeman non servono troppe parole è chiaro e diretto come nell'ultima conferenza stampa: "ci davano già in serie B", la strada è lunga il campionato difficile, le partenze delle squadre allenate da Zeman sono sempre state lente, vedi il Pescara che annaspava in fondo alla classifica dopo i primi turni di campionato per poi arrivare prima alla fine della stagione. La primavera a Roma il boemo l'ha passata ai giardinetti. Lo avevano scaricato un po tutti, ma in un calcio così in crisi e sempre più avaro di valori, dove si parla di lanciare giovani e poi si comprano ex campioni tirati a lucido per l'occasione rincuora non poco vedere che magari l'isola felice non è poi così lontana e la Sardegna, si sa, è circondata dal mare...Buon lavoro Mister.

Fonte: Marzio Gestra

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