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Visti dalla Curva: Roma-Carpi 5-1

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 27-09-2015 - Ore 09:15

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Visti dalla Curva: Roma-Carpi 5-1

Ricordi, da bambino, quando prendevi a calci quell'oggetto sferico. È stata una delle prime parole che hai imparato,  perché giocare a palla era qualcosa che ti riempiva di gioia, che ti dava emozione. Passavi i pomeriggi dietro quel pallone mentre dentro di te cresceva una passione per dei colori. A casa, la domenica, dalla radio partiva una sigla e subito dopo uscivano delle voci che ti raccontavano qualcosa. Ti raccontavano di azioni che si susseguivano e si passava da un campo all'altro mentre tu ne aspettavi uno in particolare. Ad ogni urlo della folla la tensione saliva finché il telecronista non annunciava quanto accaduto. Esultanze in salotto e delusioni nell'attesa di notizie che non arrivavano mai. Una volta finite tutte le partite ti mettevi davanti alla televisione ad aspettare il momento in cui sullo schermo sarebbe apparso lo stemma della tua squadra Quando partiva la sigla eri emozionato e rimanevi incantato quando finalmente partiva il riflesso filmato della tua maglia, quella che indossavi in quel momento. Lo sguardo bambino rimaneva incollato osservando quel pallone tanto uguale al tuo sospinto in rete da quei magici colori. Osservavi le riprese del campo e degli spalti, sognando il giorno in cui anche tu avresti potuto vivere tutto questo dal vivo. Volevi essere anche tu in quella folla in festa fra bandiere giallorosse e canti che si alzavano al cielo e poi chissà, magari la vita ti avrebbe regalato anche qualche minuto in campo. Non esistono limiti ai sogni, soprattutto da bambino. Cominciasti a crescere e fra pomeriggi interi dietro quel pallone e una domenica dopo l'altra cresceva dentro di te questa passione, ma soprattutto la consapevolezza che non li avresti mai abbandonati. Una mattina tuo padre ti fece salire in macchina e attraversando le vie della città, a tuoi occhi così enorme, ti portò davanti a quella maestosa costruzione.

Ti doveva tenere per mano perché altrimenti saresti scappato attratto come una calamita da quel che in cuor tuo sapevi già essere diventata la tua seconda casa. Poi ti prese in braccio e varcato un cancello verde vi avviaste verso le scale. La voce della folla si fece sempre più grande, l'odore dell'erba ti entrò nei polmoni una volta arrivato in cima. Il campo enorme, ma soprattutto, dietro la porta opposta, una curva ancor più grande. Le bandiere e i cori erano alti ritmati dai tamburi e quando cominciò la partita il tuo sguardo cadeva spesso da quella parte. Uscendo pensasti di aver fretta di crescere per poter far parte di quel che dentro di te si fa sempre più forte. Gli anni continuano a scorrere e quel pallone pieno di sogni che calci durante la settimana alla domenica diventa pieno di passione. Ricordi i pomeriggi passati con la radiolina sulle panchine davanti ai cancelli verdi dello stadio aspettando che si aprano per gli ultimi venti minuti facendo entrare chi vuole sentirsi parte di tutto questo. Ammiravi quella curva aspettando ancora il giorno di poterne far parte. Poi arrivò il momento che aspettavi da tanto.

Il tuo primo abbonamento è in tasca. Ed è da qui che comincia un'altra storia della tua passione. Ora ti sentivi parte di tutto questo, quel bambino stava crescendo ma il suo animo rimaneva lo stesso. Quel pallone continuava ad essere calciato con gli amici e i fine settimana (perché ormai si giocava in qualsiasi giorno) erano diventati una cosa alla quale non potevi rinunciare. Poi arrivò il giorno della prima trasferta e primi chilometri percorsi per la tua squadra. Dopo di quelli ce ne sono stati molti altri. Chilometri fatti di emozioni, di sorrisi, di brindisi e di sostegno. Si, perché i tuoi colori ti ha fatto conoscere nel tempo anche le persone che più contano nella tua vita. Perché quel pallone è sempre stato pieno di sogni e di emozioni perché non è e non sarà mai solo una partita di calcio. Senza tutti questi ricordi, questa vita vissuta. Senza gli autogrill e gli stadi degli anni venti. Senza le risate e la stanchezza. Soprattutto, però, senza quei ricordi che contano più dei risultati rimarrebbe solo un gioco di cui a nessuno interesserebbe. Ad oggi di anni ne sono passati così come di partite in casa e di chilometri in trasferta. È passata una parte della tua vita perché la tua squadra è questo, una parte di te. È qualcosa che mai potrai abbandonare perché non sei legato a lei solo dall'aspetto sportivo ma soprattutto per l'appartenenza, le gioie e i dolori, le vittorie e le sconfitte, tutto vissuto a pieno fra gli sguardi di chi come te vive tutto questo. Quei fumogeni che ti coprono la vista, quelle bandiere che sventolano fiere, quei cori alti in casa e in trasferta, quei battimani lunghissimi. E poi ancora, quei seggiolini su cui non ti sei mai seduto, il tuo posto che nemmeno conosci perché il tuo è semplicemente li al fianco dei tuoi colori. Il calcio, per te, è semplicemente tutto qui. È la gioia di condividere tutto questo con chi come te prova quel brivido lungo la schiena quando la tua maglia scende in campo, ma soprattutto, la felicità di farlo liberi e spensierati perché in novanta minuti ti permette anche di non pensare ai problemi della vita di tutti i giorni. Il calcio per te è aggregazione e sentimento. Con il tempo tutto si è fatto troppo complicato. Controlli, limitazioni e divieti. Questo non può essere ciò che ti ha fatto intraprendere questo percorso, ciò che la generazione precedente ti ha lasciato. Vorresti lasciare qualcosa anche tu alla generazione successiva. Vorresti tramandare la tradizione e l'orgoglio di sentirsi parte di tutto questo. Vorresti poter raccontare ciò che hai vissuto per poter dar modo di rivivere tutto questo. Oggi, però, si cerca di dividere ed allontanare. Non salti una partita in casa senza un motivo valido da tanti anni da non ricordartelo perché è una parte della tua vita. Perché anche quando non l'hai vista o non sei entrato c'è stato sempre un motivo per cui ne valeva la pena... Ma adesso fra divisione e multe, fra divieti e imposizioni. Adesso, nel momento in cui si cerca di distruggere tutto quello creato e vissuto negli anni. Adesso è il momento di dire basta. Adesso che vuoi continuare a vivere tutto questo come e con tutte le persone che provano quel brivido.

Oggi è il 26/09/2015 e nel rispetto di quel che hai vissuto e come intendi ancora viverlo. Nel rispetto di quel settore che tanto ti ha dato e di cui ti senti parte integrante, oggi Roma - Carpi finisce 5-1 non sei a gioire per una vittoria, tu hai deciso di rimanere a casa privandoti di una parte di te, come tutti quelli che hanno ancora voglia di emozionarsi dietro dei colori.

Alessandro Capone

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