Calcio Internazionale

Dani Alves: "Con Guardiola abbiamo rivoluzionato il calcio. Vincere una partita non conta se non porti a casa titoli"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 23-11-2015 - Ore 13:09

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Dani Alves:

Luis Enrique, tecnico del Barcellona, era presente quest'oggi in conferenza stampa per parlare della quinta gara del girone E che vedrà i blaugrana affrontare la Roma al Camp Nou. Accanto all'ex allenatore giallorosso in sala stampa c'era anche il terzino brasiliano Dani Alves ed è proprio quest'ultimo a parlare inizialmente:

Affrontate questa partita con il morale alto?
"Sì, il morale è alto dopo aver vinto il derby. E' stata una partita equilibrata e difficile ma quando vinci si rafforza la tua fiducia e la sensazione che hai lavorato bene, a prescindere dalla partita, se riesci a vincere e mantenere il tuo ritmo è importante".

Che aggettivo darebbe alla prestazione del Bernabeu?
"Non sono necessari aggettivi qualificativi. Ho imparato una cosa nella vita cioè che le vittorie ti possono anche indebolire. E' importante aver vinto ma ora bisogna andare avanti. Se vinci una partita come questa ma poi non vinci titoli alla fine, non è servito a niente. Un rivale come il Real più ferito è e più diventa forte".

Tu eri anche nel 2-6 e nel 5-0 oltre a questo 4-0. Quale partita hai preferito?
"Come dicevo prima, la partita è andata così per merito nostro e non per demeriti del Real. A me importa solo del lavoro che abbiamo fatto noi. Abbiamo letto la partita alla perfezione e siamo stati tutti bene in campo ed è stata una vittoria che ha manifestato una superiorità evidente. Siamo stati più bravi degli avversari ed è andata anche meglio del 2-6 che non fu una partita molto dominata da noi, questa invece sì. Siamo contenti del lavoro che abbiamo fatto. In fondo, però, a contare sono solo i tre punti e che i tifosi si possano divertire, che è quello che vogliamo".

Dispiaciuto per il mancato 5-0? Piqué l'ha cercato fino alla fine...
"La cosa più importante è il rispetto per il rivale, questo l'ho imparato da Pep. Devi sempre cercare di segnare un altro gol. 4-0 è stato il risultato ma abbiamo avuto molte occasioni da gol e la cosa più importante sia vincere la partita a prescindere dal come. Queste partite sono ricordate per la vittoria e per quanto hai dominato più che per il solo risultato".

Avete dominato ancora al Bernabeu, è un campo che vi vede spesso sfoderare grande prestazioni...
"Dall'arrivo di Pep Guardiola penso che abbiamo rivoluzionato il calcio ed abbiamo mantenuto un assetto vincente anche negli anni a seguire. Stiamo prolungando questo cambiamento e spero che duri ancora molto ancora. La gente che ama questo sport è grata per il fatto che ci sia una squadra con le idee così chiare e che ogni anno vuole migliorare. Quest'anno ci stiamo riuscendo ad essere migliori dell'anno scorso ma alla fine dovremo vincere dei titoli".

Sembrava dovessi andartene...
"Sembrava ci fosse una campagna contro di me, per farmi andare via ma ho un carattere molto forte. Ho una grande dedizione e a volte qualcuno fa delle campagne senza senso. Che mettano il mio nome su Google se vogliono sapere qualcosa sulla mia carriera, visto che un motore di ricerca può essere più intelligente di molte persone".

Qual è stata la cosa più importante per riuscire a superare il Real?
"In fin dei conti è una gara e se tu sei più forte non devi dargli possibilità".

Cristiano Ronaldo è in calo?
"No, vedo in Cristiano un giocatore con grandi qualità e forse questo è il problema. Quando sei eccessivamente un protagonista parleranno sempre di te quando vincerai o quando perderai, nel bene o nel male. Questi giocatori devono essere preparati ma a noi interessano le nostre cose, non quelle degli altri".

Qual è la vostra reazione quando non gioca Messi, la vostra stella?
"Noi sappiamo la formazione poco tempo prima di giocare, quindi siamo sempre pronti a giocare. Leo deve pensare alle partite successive, che contano per vincere il titolo. Doveva pensare solo al recupero e noi siamo riusciti a colmare la sua assenza anche se i giornali parlano di una Messi-dipendenza. Una grande squadra non è un solo giocatore ma un lavoro di gruppo in cui tutti danno il massimo, questa è la differenza. Messi è il nostro stendardo, la nostra bandiera, ma bisogna muoverla questa bandiera".

Siete nel vostro miglior momento di forma?
"Siamo molto esigenti e pensiamo sempre che possiamo migliorare, fare le cose meglio, ma da molto tempo non sento commenti del tipo il Barça va malissimo, è un colabrodo. La realtà è che né prima eravamo così scarsi né oggi siamo così fenomenali. Durante la stagione ci saranno buoni momenti, altri meno".

Florenzi tuo erede?
"Sì, perché se viene adesso ci sarà competizione. Ha tanta qualità e ha un piede eccellente, un giocatore da tenere in conto, fenomenale. Chiunque arriverà sarà il benvenuto".

Neymar?
"Ho dato il mio granellino di sabbia per farlo venire. Per il percorso dei brasiliani che sono stati qui. La storia del calcio inganna chi non sa. Tutti i grandissimi brasiliani che sono passati di qui hanno segnato un'epoca. Volevo che anche lui facesse la storia qui e che mettesse il suo nome a caratteri d'oro nella storia della squadra. Lo sta facendo vincendo titoli".

Domani giocherai contro Keita e Maicon. Sensazioni:
"Sono due giocatori che rispetto moltissimo per le cose che abbiamo fatto insieme. Spero sia una buona partita perché giocano un buon calcio. Giocare contro gente brava è sempre un grande onore. Abbiamo un rapporto di rispetto con Maicon".

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