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Asmir Begovic, il compagno di Pjanic fuggito dalla guerra con il sogno mondiale

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 19-05-2014 - Ore 19:20

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Asmir Begovic, il compagno di Pjanic fuggito dalla guerra con il sogno mondiale

L’amore per la Patria, riassunto in due parole: Asmir Begovic. Mi piaceva iniziare questa nuova rubrica, che ci porterà dritti al Mondiale brasiliano, proprio con l’immagine del portiere bosniaco. Perchè nel calcio del denaro sovrano, delle nazionalità acquisite e del mercenariato, serve una figura genuina, che possa raccontare storie di sogni diventati realtà. E Begovic, ne è assoluto portabandiere.

Uomo chiave della Bosnia, una realtà nazionale che meriterebbe un racconto a parte, per tutte le sofferenze degli ultimi decenni e per quello spirito che l’ha condotta fino al Mondiale, acchiappato quasi magicamente. Come nella più bella delle favole. Begovic, come altri componenti dell’attuale nazionale da Susic, è figlio della guerra. Una battaglia straziante, feroce, che in Bosnia ha ucciso più di 200 mila persone. L’ha conosciuta in tenera età, la guerra. Aveva appena 4 anni ed è dovuto scappare, verso un futuro che potesse assicurargli una vita di gioia, lontano dalle sofferenze. Uno scontro sanguinoso che il gigante bosniaco ricorda con strazio, un passato che vuole vendicare, ma non cancellare. Perchè prima dell’infausto 1991, momento dell’emigrazione, ha conosciuto un nonno che lo ha avviato al mondo, figura che Asmir si porta quotidianamente nel cuore. Un nonno che ha marchiato il suo sangue, che tiene vivo in lui l’amore per la Patria.“Sono scappato dalla guerra da piccolo, ma il mio cuore appartiene alla Bosnia”. Una fuga, straziante, che ha condotto Asmir e la sua famiglia in Germania. Sei anni lì, i primi calci al pallone, prima di trasferirsi dall’altra parte del globo. La meta è Edmonton, in Canada. Non certo la patria delfootball, ma luogo ideale per ricevere un’istruzione adeguata. Il pensiero, però, è sempre e costantemente rivolto alla Bosnia. “Il sangue bosniaco è sempre stato dentro di me. Spostandoci per il mondo ci siamo adattati alle più diverse culture, ma in casa abbiamo sempre parlato bosniaco. Non abbiamo mai dimenticato da dove siamo venuti”. Le spiccate doti di calciatore e un fisico imponente, permettono a Begovic di migliorare in fretta. Prima da attaccante, poi da portiere. Tanto da raggiungere l’U20 della Nazionale, quella Canadese. Maglia che gli va stretta, che a lui non è molto gradita. E nel giorno del ritorno inBosnia, per la commemorazione del nonno defunto, si scatena in lui una sensazione forte, un desiderio di rivalsa sul suo passato. “Quando ho partecipato al funerale del mio nonno, mi sono riunito con un sacco di persone della mia famiglia. Alcune non le conoscevo, altre le avevo incontrate tanti anni prima.

 Ho sentito le cose brutte, le cicatrici, gli anni che non avevo mai dimenticato. E’ stato il momento in cui ho capito da dove veramente venivo. Una scintilla, come fosse il primo amore. Un sogno inossidabile, quello di poter vestire un giorno la maglia della propria nazione. La famiglia di Asmir lo asseconda. Tornano in Germania.Poche presenze al Kirchausen, gli occhi su di lui li pone sin da subito ilPortsmouth. Ci vorranno quattro anni, molto difficili, prima che Begovic possa esordire in prima squadra. E’ giovane nel momento dell’approdo in Inghilterra, ha appena 16 anni. I problemi al ginocchio, inoltre, non gli permettono una crescita rapida. Tanti prestiti, il solito valzer. Prima dell’esordio, nel 2009, contro il Sunderland. Un momento che aspettava da tanto tempo. Intanto, sul 21enne Begovic si avventa il Tottenham, che ha per lui pronto un contratto importante. Con gli Spurs, anche lo Stoke City. Tony Pulis è deciso che Begovic diventerà il nuovo simbolo dei Potters. “Avrei potuto scegliere il Tottenham e scomparire tra gli altri portieri dell’Academy. Ma ho avuto la sensazione che lo Stoke fosse più alla mia portata. E ringrazio Tony Pulis per avermi ‘costretto’ a firmare quel contratto”. Basterà mezza stagione per avere il posto da titolare. La “numero uno” sulle spalle, quel sogno che poteva finalmente diventare realtà. Nello stesso anno, ecco anche il cambio di casacca in Nazionale. Per lui è pronta la Bosnia. Qualche apparizione nel girone di qualificazione al Mondiale del 2010, poi la conferma l’anno successivo. In Premier League è assoluto protagonista, in Nazionale diventa un eroe. Esponente di un movimento ricco di talenti, che riporteranno in quelle terre distrutte dalla guerra un pizzico di gioia. “Volevamo riportare nel nostro Paese quella gioia che mancava da troppo tempo, coperta dalle sofferenze della guerra. Penso a quello che la Bosnia ha attraversato, ai tutti i grandi giocatori di questo paese che si radunano sotto una sola bandiera. E’ questa la vera essenza dei sogni”. E ora, Begovic è pronto a un ulteriore salto di qualità. Tanti club vogliono uno dei portieri rivelazione del calcio inglese. Alle porte anche il Brasile, per giocarsi quel Mondiale che sognava da bambino.

Fonte: Gianlucadimarzio.com

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