Calcio Internazionale

In Argentina nasce la “Primera” dal 2015 al via (forse) la riforma Grondona, campionato unico a 30 squadre

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 13-11-2014 - Ore 12:09

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In Argentina nasce la “Primera” dal 2015 al via (forse) la riforma Grondona, campionato unico a 30 squadre

Addio ai tradizionali campionati di Apertura e Clausura in vigore ormai dal 1991. L’Argentina dà il via alla riforma dei campionati e si trasforma in maniera radicale per diventare il campionato più grande del mondo. A partire dal prossimo anno (dal 15 febbraio) ci saranno 30 squadre che disputeranno un campionato unico, la “Primera”, rispetto alle attuali 20, cui andrebbero ad aggiungersi 10 squadre della Segunda Division (Serie B) . Il campionato prevede che le squadre si affrontino una sola volta in stagione, per un totale di 29 giornate, cui si aggiungerà un trentesimo turno destinato ai “clasicos” e ai derby. Ma si potrebbe anche optare per un ‘format’ con due zone con 15 squadre. Le retrocessioni per portare la Nacional B a 20 squadre sarebbero due.
Il progetto, in questi giorni al centro dei commenti e analisi di tutta la stampa sportiva locale, era stato impostato tempo fa da Julio Grondona, morto a 82 anni a luglio e che per circa 35 anni è stato alla guida, fra tante polemiche, della Federcalcio argentina(Afa). Quanto sta avvenendo in questi giorni dovrebbe portare a un nuovo assetto del calcio argentino, fatto che non è però per niente scontato, affermano i media, i quali ricordano come all’origine del super-torneo ci fosse un progetto di scommesse online, poi decaduto. Dalla morte di Grondona, la Afa è in mano a Luis Segura, il quale rimarrà alla guida della Federcalcio solo fino al 2015, anno nel quale sono d’altra parte in programma (a ottobre) le elezioni presidenziali nel Paese. Aspetto non irrilevante.
La stampa argentina sottolinea, del resto, la “stranezza” dell’idea di un mega-campionato unico al mondo e il fatto che a breve periodo – in circa cinque anni – l’intenzione della Federcalcio sarebbe quella di tornare a un campionato d’élite con 20, forse 22, squadre.
Un altro punto chiave, anch’esso al centro di contrasti tra diverse società, è quello della suddivisione delle entrate derivanti dai diritti televisivi. L’arrivo dei 10 nuovi club nella Serie A significherebbe, infatti, dover dividere fra un numero più alto di club i soldi che il Governo versa alle società per la trasmissione televisiva aperta e gratuita di tutte le partite del campionato. Scettici quindi i grandi club come Boca Juniors, River Plate e San Lorenzo che temono una diluizione dei fondi, 1.667 milioni di pesos (157 milioni di euro) stanziati dal Governo, invece che tra 20, tra 30 società.

Fonte: marcobellinazzo

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