Calcio Internazionale

Italia-Uruguay 0-1. Gli azzurri oltre al Brasile dicono addio a Prandelli e Abete

condividi su facebook condividi su twitter Di: Lorenzo Imperiale 24-06-2014 - Ore 21:31

|
Italia-Uruguay 0-1. Gli azzurri oltre al Brasile dicono addio a Prandelli e Abete

Finisce a Natal il Mondiale dell'Italia. Un mondiale che lascerà nel cuore degli italiani solo una sensazione: quella di delusione, di aver sprecato un'occasione per riscattarsi e per dimostrare una volta la voglia di vincere che diciamocelo pure non ha mai caratterizzato il percorso prandelliano.

E così a testa bassa salutiamo il Brasile dopo una partita fatta di attesa e di gioco pressoché inesistente. Al minuto 81 Godin di testa ci manda fuori dalla rassegna più importante da quando l'uomo ha inventato questo sport.

"Troppo facile sparare ora sulla croce rossa" dirà qualcuno, la verità è che l'Italia non è riuscita a passare in un girone con Inghilterra, Uruguay e Costa Rica. Lo so fa male a ripensarci ma la realtà è questa. Dopo la vittoria contro la squadra d'oltre manica il morale era alle stelle, addirittura il classico ottimismo del bel paese aveva trovato terreno fertile nei cuori dei tifosi più scettici. Spento prontamente dalla Repubblica del Costa Rica, sembra uno scherzo ma è così.

Partita fotocopia a quella di oggi da parte degli azzurri e il paese che sicuramente non viene ricordato per la sua grande tradizione calcistica, ma al massimo per le spiaggie mozzafiato, si trasforma improvvisamente nel Brasile. Corsa classe e 1-0 storico rifilato ai campioni del 2006.

Critiche a non finire, Prandelli finisce nell'occhio del ciclone ma in fondo la Costa Rica era riuscita a battere anche l'Uruguay forse così male non sono. Si prova a dare una scossa all'amabiente si cambia formazione e si usano parole del tipo: "Questa partita è una finale" come se tutte le altre partite del mondiale in realtà fossero amichevoli. L'incubo si ripresenta, come la storia ci insegna sarà un'altra partita di totale sofferenza. Ma noi siamo abituati e così facciamo leva su tutti quei momenti calcistici chi ci hanno reso forti e fatto aumentare il pelo sullo stomaco.

Prandelli cambia interpreti, in attacco si vede la coppia Immobile, Balotelli come a dire: "La musica è cambiata". E invece l'unica melodia che si sente è quella di un gruppo con il cantante stonato. E questo cantante è proprio lui: l'allenatore. Bisogna davvero sforsarsi per ricordare un azione degna di nota da parte dell'Italia, forse neanche c'è una azione degna di nota da parte dell'Italia in questa partita. La confusione è palese e i cambi sbagliati. Noi non vogliamo certo sostituirci al lavoro del tecnico, ma quello che succederà dopo è sicuramente un'ammissione di colpa e di scelte sbagliate.

In conferenza stampa infatti, Cesare Prandelli e Giancarlo Abete, Presidente della FIGIC comunicano di aver rassegnato le dimissioni, notizia scioccante? No pura normalità. Tutto è stato sbagliato in questo mondiale, in questo percorso che ha portato gli azzurri in Brasile. Aver buttato via il grande vantaggio guadagnato dalla vittoria contro l'Inghilterra e averlo fatto con squadre di medio basso profilo come Costa Rica e Urugauay è una colpa troppo grande per chi di mestiere fa questo.

Giancarlo Abete paga la gravi mancanze di rinnovamento, l'ostinazione di non voler mai portare una ventata nuova nel nostro calcio che ormai sta lentamente scomparendo. Un calcio che in verità produce talenti e tecnici di grande capacità ma che non è mai pronto a mettersi in gioco. La decisione poi, di rinnovare il contratto al tecnico ancora prima del mondiale certo non ha aiutato visto il risultato finale. 

Le giustificazioni portate davanti ai giornalisti non convincono: "Assurdo rimanere in dieci in una partita come questa - è lo sfogo a caldo Prandelli ai microfoni Rai - . Non ci sono stati falli cattivi o da espulsione. Non si può condizionare così una gara, l’arbitro ha rovinato la partita". Vero l'arbitro non è stato all'altezza ma quello che resta sono solo parole e tanta delusione.

E così come spesso accade una grande disfatta lascia spazio a una ritrovata visione ottimistica, il terremoto che ha sconvolto il mondo del calcio italiano non sarà bello ma forse ci ha liberato dal sentimento di voler restare troppo attaccati al passato per paura di guardare al futuro.

Hai apprezzato questo articolo?
Puoi sostenere Insideroma aderendo al progetto di crowdfunding!

Partecipa!

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom