Calcio Internazionale

Shakira, Piquè era triste, l'ho consolato io

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 12-07-2014 - Ore 20:21

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Shakira, Piquè era triste, l'ho consolato io

"E' logico che Piquè fosse triste, ma ho trovato il modo di consolarlo...". E' anche spiritosa Shakira, e ha risposto così a una domanda su come il suo compagno avesse preso l'eliminazione al primo turno della Spagna. La cantante colombiana ha preso parte a una conferenza stampa a Rio, assieme al grande Carlos Santana e agli artisti brasiliani Carlinhos Brown (quello dei 'Tribalistas' dell'hit di qualche anno fa "Eu sei namorar") e Ivete Sangalo, quest'ultima regina musicale di Bahia.

I quattro saranno i protagonisti principali dello spettacolo della cerimonia di chiusura al Maracanà che precederà la finale di domenica. "E' chiaro che è stato un brutto colpo - ha detto ancora Shakira sulla situazione in famiglia e le sfortune della Spagna calcistica -, ma bisogna essere preparati alle sconfitte, così come si celebrano le vittorie. Fa parte della storia, comunque la Spagna non ha avuto fortuna".

E la Colombia? Meritava di essere eliminata dal Brasile? "Ci sono tanti modi per far bene in un Mondiale - ha risposto la cantante - e per me la Colombia è come se avesse vinto, per le meravigliose prestazioni che ha fatto qui. I miei connazionali ed io abbiamo sentito l'orgoglio di essere colombiani, grazie a tanti calciatori meravigliosi, come James, Teo Gutierrez, Ospina e Cuadrado, che ci hanno fatto sognare". Ma Shakira, al suo terzo Mondiale, ('chiuse' anche Germania 2006 e Sudafrica 2010, di cui cantò anche l'hit ufficiale, il celebre 'Waka Waka') ha tenuto a dire un'altra cosa.

"Il calcio ha cambiato la mia vita, in modo molto positivo - ha sottolineato l'artista colombiana -. E' la mia terza finale, è un grande onore, ma non dimenticherò mai il 2010, quando grazie al Mondiale ho incontrato l'amore della mia vita. Se non fosse stato per quella Coppa, ora mio figlio Milan non esisterebbe. Essere qui per me ha un significato enorme, per le mie ragioni personali e per tutto ciò che il calcio rappresenta, per le speranze che regala alla gente e perchè fa crescere il patriottismo in ognuno di noi. Grazie al calcio sorgono in noi molti dei migliori sentimenti. Il Brasile? Lo sento molto vicino a me, è un Paese che amo profondamente, perché cominciai qui la mia carriera e per questo mi sentirò sempre un po' brasiliana: il portoghese è la mia seconda lingua".

Fonte: ansa

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