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Verso Italia – Inghilterra: a Manaus si fa la storia

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 13-06-2014 - Ore 12:41

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Verso Italia – Inghilterra: a Manaus si fa la storia

Italia-Inghilterra è una storia che parte da molto lontano, rivalità inossidabile tra due squadre che nel corso degli anni hanno saputo trasformare il football in uno sport fantastico. Nel 1933, il primo incontro tra le due. Gli Azzurri di Vittorio Pozzo, l’eroe dei due Mondiali, e i Leoni di Herbert Champan, l’inventore del “sistema”. Da quel giorno, una storia lunga 24 partite, tra amichevoli e gare ufficiali. Una continua rincorsa, un continuo scambio di cortesie, che vede tutt’ora in vantaggio gli italiani. L’allievo che supera il maestro: sulle 24 sfide tra Italia e Inghilterra, 10 volte sono risultati vincitori gli Azzurri; 7, invece, i trionfi inglesi. Dopo 81 anni dal primo, storico confronto, all’Arena Amazonia di Manaus si ritroveranno di nuovo a fronteggiarsi, per il 25esimo round. Italia e Inghilterra, proprio come agli Europei del 2012, quando il gruppo di Prandelli riuscì a trionfare solo dopo i calci di rigore. Una Coppa del Mondo insolita, questa brasiliana, soprattutto per Italia e Inghilterra. Una partenza a rilento, che ha come comune denominatore una coscienza ancora non chiarissima del potenziale del gruppo. Amaro condiviso anche nelle amichevoli disputate nei giorni precedenti alla rassegna iridata: prestazioni poco brillanti, che peró non sono sinonimo di cammino negativo al Mondiale. Almeno, non per ora. Due Nazionali accomunate dalle debolezze difensive e dagli infortuni, che hanno cambiato di qualche grado la rotta degli eventi. I Leoni hanno perso Walcott e Oxlade-Chamberlain (quest’ultimo sarà a disposizione solo tra 5 giorni), mentre gli Azzurri sono stati costretti a lasciare a casa la stella, Giuseppe Rossi, per le evidenti difficoltà fisiche di questa stagione. Due gruppi, quello italiano e quello inglese, per certi versi accomunati da una voglia di rinascita: vecchie glorie (come Gerrard o Pirlo) affiancate da giovani (come Verratti o Wilshere), per trovare un equilibrio che assicuri un futuro florido. Un futuro che, ora, si chiama solo World Cup. Si gioca in Brasile, i calcoli sono finiti.”

Fonte: gianlucadimarzio.com - Diego Errichetti

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